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Maria giovane per i giovani

I modelli sono quelli a cui si guarda per crescere, non per fare passi indietro, e crescere vuol dire puntare a cose grandi e non ci riferiamo di certo a questioni economiche e di potere...


Maria giovane per i giovani

da Teologo Borèl

del 12 ottobre 2010

          

           Abbiamo tutti bisogno di modelli, soprattutto i giovani! I modelli devono essere veri e significativi, non di carta o in celluloide, non occasionali e a buon mercato, neppure digitali o messi in vetrina. I modelli sono quelli a cui si guarda per crescere, non per fare passi indietro, e crescere vuol dire puntare a cose grandi e non ci riferiamo di certo a questioni economiche e di potere. I modelli da cercare e emulare sono persone “realizzate” e che hanno fatto un percorso anche doloroso e senza troppe semplificazioni.

           Che stiamo dicendo? Siamo pazzi? È tutto il contrario di ciò che ci offre la società di solito attraverso la tv e la pubblicità! Sì, tutto il contrario, ma non follia, bensì è storia, la storia della salvezza.

           Il Papa ha detto a Palermo: «Coraggio, cari giovani! Siate santi! Alla scuola di Maria, nostra Madre, mettetevi a piena disposizione di Dio, lasciatevi plasmare dalla sua Parola e dal suo Spirito, e sarete ancora, e sempre più, sale e luce di questa vostra amata terra». Ci presenta come madre e maestra Maria, una ragazza che ha accolto con coraggio e umiltà il grande dono dell’essere figlia del suo figlio. L’atteggiamento di chi guarda a Lei in questo mese dedicato al Rosario dev’essere di chi cerca la casa della propria mamma, una devozione filiale sotto la cui dolce disciplina si va modellando il cuore di ciascuno.

           Maria è innanzitutto la Madre e continua la sua missione di Madre della Chiesa, a cui affidarsi, Lei umile serva in cui il Signore ha fatto grandi cose, per diventare tra i giovani testimoni dell’amore inesauribile del suo Figlio. Sì, con Maria “giovani per i giovani” nella prevenzione e nella lotta contro tutti i mali che minacciano la loro vita, dall’aspetto fisico, economico, sociale, fino a quello morale e spirituale, che mette a rischio la loro felicità e persino la loro salvezza.

           Si tratta di una devozione non passiva, ma militante, fatta di affidamento, fiducia, appartenenza, disponibilità, servizio. Non è la dimensione del “fare delle cose”, appariscenti o meno, ma di diventare modelli credibili ed efficaci per altri giovani; è dunque la vita stessa così a parlare, a cantare il Magnificat nel quotidiano.

           Tutti i giovani animatori ed educatori dovrebbero guardare a Maria con una “devozione educativa” e con un’azione preventiva che si caratterizza nell’andare incontro, nel fare sempre il primo passo, nel prediligere gli ultimi, i poveri, gli abbandonati e a rischio. Chi li può difendere se non Dio e chi è di Dio? Chi sta sotto la loro croce quotidiana dei giovani alla maniera dell’Addolorata?

           Come Maria alle nozze di Cana, la donna la cui fede ridona la gioia a chi l’ha perduta o il senso della vita quando questo è sparito, siamo chiamati a condividere le vicissitudini dei coetanei e dei più piccoli, a essere attenti ai bisogni degli altri, a vivere non centrati su se stessi ma sugli altri, a scoprire la presenza di Gesù e a orientare verso di Lui, come l’unico che può rispondere ai nostri bisogni più profondi e ai problemi esistenziali, ad essere credenti e credibili, così che sia la nostra fede quella che rende possibile la fede di altri.

Marco Pappalardo

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