Vivere di fede è riprodurre, nella nostra vita quotidiana, lo stile d'esistenza che ha segnato i grandi santi. Vivere, come don Bosco, la nostra esistenza come se vedessimo l'invisibile.
Di questo siamo tutti convinti e cerchiamo di immergerci, sempre più profondamente, nel mistero di Dio per dare alla nostra vita quotidiana il tono e lo stile che viene dal mistero. Purtroppo non c'è solo l'inquietante problema della coerenza: non è davvero facile valutare cose, persone e avvenimenti dalla parte del mistero ed è duro e faticoso mostrare con i fatti il senso di quest'esperienza. Le difficoltà sono anche dalla parte della scoperta: il mistero di Dio è così grande, che riusciamo a decifrarne solo qualche frammento.
Spesso siamo incerti sulla qualità della nostra vita. Non sappiamo se un certo modo di essere e di fare è meglio del suo contrario. Le espressioni con cui cerchiamo di sognarci sono sempre molto povere, cariche soprattutto dei nostri limiti e delle nostre paure.
Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano.
Sembra strano... ma è così: noi siamo gente sicura, non ci piace che qualcuno ci insegni cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo evitare... eppure nelle cose che contano di più abbiamo bisogno di una mano sicura.
Questa convinzione ha aiutato la "spiritualità giovanile salesiana" a riscoprire Maria e a rilanciare il grande amore a Maria che la Famiglia salesiana ha ereditato da don Bosco e da Madre Mazzarello.
I cristiani hanno riservato un posto specialissimo a Maria nella loro vita. Don Bosco poi aveva un amore filiale nei confronti di Maria. A lui ha fatto eco Madre Mazzarello, con lo stesso entusiasmo e con una sensibilità tutta speciale. Ci hanno insegnato a riconoscerla come Ausiliatrice: aiuto, forte e potente, nei momenti di difficoltà. Il ricordo di Maria Ausiliatrice era legato soprattutto a preoccupazioni di tipo fisico, quelle in cui una mamma si fa in quattro per soccorrere il figlio che ama. Ma è una preoccupazione grave e inquietante anche l'incertezza sul senso della propria vita e soprattutto il dubbio sullo stile d'esistenza da realizzare per vivere fedeli al mistero che la nostra vita si porta dentro.
Per la "spiritualità giovanile salesiana" Maria ha un nome preciso: è l'Ausiliatrice. Ricorriamo a lei nei momenti di difficoltà. Soprattutto la sentiamo vicina quando, come capita oggi, siamo soprattutto incerti sul senso della nostra esistenza.
Viviamo in tempi di trasformazioni e d'incertezze, di trepidazione e d'entusiasmo per il nuovo che avanza. Maria, l'Ausiliatrice, ci indica la via da percorre e ci infonde speranza e consolazione. Abbiamo bisogno di un aiuto sicuro e incoraggiante al livello, tanto difficile, del senso della vita e della speranza. Maria è Ausiliatrice perché ci mostra il volto di un cristiano riuscito e impegnato, lei che è il più bel ritratto di cristiano.
Per scoprire il suo volto, abbiamo meditato il Vangelo. Sono pochi i testi che parlano di lei, ma sono molto belli e ricchi di indicazioni preziose.
Incominciamo da uno dei più importanti: il Magnificat.
Il Magnificat è una grande preghiera ecclesiale di riconoscimento e di ringraziamento. Luca la pone sulla bocca di Maria, perché era certo, sulla base delle fonti di cui disponeva, che esprimeva l'esperienza di Maria. Il Magnificat è perciò il vero canto di Maria, la testimonianza della sua esistenza credente. Modello di ogni preghiera cristiana, in Maria è "vero" in modo privilegiato.
Il Magnificat ci offre una specie di ritratto ecclesiale della giovane donna di Nazareth, colei che, dopo Gesù, ha penetrato di più il mistero di Dio. Cantandolo e pregandolo, sentiamo Maria vicina: come madre e come figura del cristiano.
Leggiamo assieme qualche passaggio:
"Grande è il Signore: lo voglio lodare.
Dio è mio salvatore: sono piena di gioia.
Ha guardato a me, alla sua povera serva:
tutti, d'ora in poi, mi diranno beata.
Dio è potente:
ha fatto in me cose grandi [...].
Ha dato prova della sua potenza,
ha distrutto i superbi e i loro progetti.
Ha rovesciato dal trono i potenti,
ha rialzato da terra gli oppressi.
Ha colmato i poveri di beni,
ha rimandato i ricchi a mani vuote" (Lc. 1, 46-55).
Nel Magnificat Maria celebra la novità insperata: Dio si è fatto vicino, solidale con il suo popolo. È il Dio fedele: colui che fa alleanza con gli uomini e resta fedele al suo patto.
Maria si sente immersa nell'amore potente di Dio. Quando dice a sé e agli altri chi lei è nel progetto di Dio, grida forte questa certezza: la potenza di Dio e la sua presenza sono il suo volto più vero e solenne. Per questo, lei che si riconosce piccola, povera, umile serva, è davvero grande: tanto grande che tutti parleranno di lei.
Anche per Maria il mistero della presenza di Dio è grande, spesso impenetrabile e inquietante. All'Annunciazione manifesta difficoltà e turbamento (Lc. 1, 29 e 34). L'oracolo di Simeone scatena il suo stupore e suscita la trepidazione della meraviglia (Lc. 2, 32). La risposta di Gesù, finalmente ritrovato dopo lo smarrimento che aveva gettato lei e Giuseppe nell'angoscia, la lascia smarrita (Lc. 2, 50). Essa però pronuncia sempre una decisione piena, anche se sofferta. Dice tutta la sua fede nel mistero di Dio. Ci fa veramente compagnia e ci consola nella fatica di vivere la nostra vita quotidiana nella fede.
Maria, nel silenzio e nella preghiera, riesce a penetrare al di là del volto opaco dei fatti. Si trasforma subito nell'assunzione, piena e coraggiosa, della causa del figlio suo: diventa passione perché tutti gli uomini riconoscano chi è Dio e lo sperimentino come il Dio della vita.
Corre dalla cugina Elisabetta, prima ancora di essere chiamata, perché immagina quanto prezioso poteva risultare il suo aiuto. A Cana non permette che la festa finisca per mancanza di vino e sollecita il figlio ad intervenire efficacemente. Nel Magnificat si mette decisamente dalla parte dei poveri, per riconoscere ad essi l'amore privilegiato di Dio.
Maria è la donna fedele, fino alla croce come chiede Gesù a chi ha il coraggio di condividere la sua causa. Maria, nel silenzio sofferente, consegna il figlio suo alla morte per la vita di tutti; accetta che le strappino violentemente il figlio che ha generato per diventare madre di tutti noi, fonte di vita per tutti, con lui e in lui.
Questo è Maria per noi. Per questo Maria ha un posto privilegiato nella "spiritualità giovanile salesiana".
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