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Maria Immacolata, il Cristallo e la vela

La vela: povera e inerme quando è ammainata, ma capace di originare prodigiose traversate quando si dispiega e si lascia colmare dal vento, così è Maria. Preservata da ogni macchia di peccato, e capace di raccogliere la pienezza dello Spirito che rende fecondo il suo grembo.


Maria Immacolata, il Cristallo e la vela

da Teologo Borèl

del 09 dicembre 2010  “Immacolata”, “immune da ogni macchia della colpa originale”…            Le parole con cui si esprime il mistero della purezza di Maria fin dal primo istante del suo concepimento, fin dalle radici del suo essere, non hanno un tono immediatamente attraente. Di solito, infatti, non ci risulta facile il confronto con le realtà sublimi, alte, perfette. Troppo lontane dalla nostra esperienza quotidiana, fatta di opacità, di pesantezze, di fatiche!             Nel caso di Maria Santissima, però, intuiamo che si tratta di altra cosa. È sufficiente frequentarla, entrare un po’ in contatto con lei nella discrezione dell’invocazione, per renderci conto che la sua immacolatezza, non solo non ci umilia come ogni perfezione irraggiungibile, ma ci dà speranza, ci dà forza, ci rimette in cammino. Da che cosa dipende questo?           Anzitutto dal fatto che la bellezza di Maria non tiene lo sguardo prigioniero, non lo trattiene su di sé, non lo irretisce nelle maglie di un insostenibile confronto, come fanno le bellezze costruite e artificiali. Rimanda alla Sorgente. Raccoglie la Luce senza opporle resistenza e la riflette senza paure, senza esitazioni, senza ripiegamenti. Umile e forte come un cristallo. Ecco la prima immagine che ci è data oggi da custodire! Il cristallo non è niente senza la luce che lo attraversa, ma anche la luce non è notata da nessuno finché cade su oggetti capaci solo di captarla e tenerla per sé. Maria è preparata da sempre per questa vocazione di trasparenza. È la nuova Eva, è la Figlia di Sion, è il concentrarsi, in un frammento di umanità, dell’universo e della storia, del desiderio di Dio di trovare dimora nella sua creatura, di essere accolto e di tornare a ricevere da essa per grazia quello che lui è per natura. Non ci parla d’altro l’Immacolata.            Bisogna però andare avanti. Il cristallo è bello, è trasparente, ma immobile e freddo. Non sembra trasmettere vita. E invece Maria, madre dei viventi, è la più mobile e dinamica delle creature, libera di obbedire alla Parola e di inventare il suo cammino di credente. E allora dobbiamo ricorrere a un altro simbolo: quello della vela. Povera e inerme quando è ammainata, ma capace di originare prodigiose traversate quando si dispiega e si lascia colmare dal vento. Così è Maria. Non solo, negativamente, “preservata da ogni macchia di peccato”, ma, positivamente, capace di raccogliere la pienezza dello Spirito che rende fecondo il suo grembo.            Guardando a lei in questo tempo di attesa e di conversione, possiamo ritrovare, oltre ogni complicazione e rifiuto di amore, l’umanità che sta davanti a ciascuno di noi, il luogo immacolato del nostro essere pensati e creati in Cristo, destinati a esaltare la sua luce come un cristallo, a manifestare la potenza del Soffio, come una vela.

don Valerio Lazzeri

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