Un'anima santa, e come tale riconoscibile senza complicazioni, da tanti anni al servizio umile e paziente nella sofferenza offerta, nella gioia donata, nella preghiera sperimentata e ricambiata.
Può sembrare una favola: invece è una vicenda tra terra e Cielo. Maria Teresa Trentani: una vita intera offerta a Gesù, cominciata a Ronciglione (Vt) e conclusa a Roma – da questa parte della realtà, quella visibile – nella notte tra il 9 e il 10 giugno. Al pomeriggio del 9 le avevo telefonato, ricordandole che era il 117° anniversario dell’Atto d’Offerta totale all’Amore Misericordioso di Dio (9 giugno 1895) da parte di Santa Teresa del Bambino Gesù, decisivo per tutta la sua vicenda. Lei mi aveva risposto tranquilla che lo ricordava benissimo e ci eravamo salutati come sempre... Verso le 23 di quello stesso giorno è arrivata la crisi emorragica che l’ha portata in Paradiso.
Una morte come quella di tanti altri? Certo, ma dopo una vita molto singolare. Era nata nel 1928, Maria Teresa, aveva presto perduto la mamma, e il babbo si era risposato. Lei era la figlia maggiore, e fuori dei confini della sua famiglia, ove aveva curato la crescita dei fratelli, dopo il trasferimento a Roma, si era dedicata totalmente alla presenza attiva nella Parrocchia di Santa Lucia, in Prati, e all’attività di aiuto a quella bellissima comunità in quegli anni immediatamente successivi alla fine della Guerra. In particolare – con la guida di don Ettore Cunial, poi vescovo e vicegerente di Roma – lei preparava i bambini e la bambine alla Prima Comunione e Cresima. Nel 1946, a 6 anni, toccò anche a me e a mio fratello Angelo questa 'maestra' di Catechismo che parlava di Gesù come se lo avesse sempre davanti, nel cuore e nella mente.
Ebbene, nel 1950 lei dice al babbo che ha intenzione di entrare al Carmelo, in clausura, seguendo le orme delle due Teresa, quella detta 'grande' e quella detta 'piccola', che a lei appaiono ambedue grandi, e sorelle, e amiche, e madri. Il babbo resiste: per lui è come se per la seconda volta venisse meno, dopo la moglie, l’appoggio forte della sua vita, e arriva fino a questo estremo: «Preferirei vederti su una carrozzella per tutta la vita, piuttosto che saperti sepolta viva così». Ecco: pochi mesi dopo Maria Teresa è colpita da una forma di paralisi progressiva, e il resto della sua vita, più di 60 anni, è passato così, in carrozzella tra diverse residenze in case rette da religiose prima, poi in una casa sua per tre decenni abbondanti, nella zona di Piazza Irnerio. Aveva il permesso privilegiato, concessole dalla Diocesi di Roma fino dai primi anni della sua infermità, di tenere in casa il Santissimo Sacramento: una volta a settimana un prete celebrava la Santa Messa da lei, e negli ultimi anni era assistita da un Direttore spirituale di grande personalità, carmelitano, promotore di molte Cause presso la Congregazione dei Santi. Nel 2011 lui, padre François-Marie Léthel, aveva predicato gli esercizi spirituali a Benedetto XVI e non aveva avuto timore di dire apertamente che si era di fronte a un’anima privilegiata dalla Grazia del Signore. Quando parlavi con lei te ne accorgevi: un incrocio sentito tra la gioia stupita del Tabor che trasfigurava anche il tuo tempo di vita, la condivisione della Cena del Giovedì Santo e anche la notte del dolore del Getsemani, della sofferenza divina che salva ogni sofferenza sulla Croce rivissuta momento per momento e la trasforma in esperienza di promessa già pregustata di risurrezione.
Lei vivace e insieme tranquilla. La sentivi ricordare i suoi 'dialoghi' con Padre Pio da Pietrelcina, e capivi che non erano soltanto dialoghi del tutto normali. Parlava anche delle ciliegie che le piacevano tanto, dei dolcetti che faceva da sola, armeggiando tra la sedia a rotelle e la piccola cucina, dei liquori che preparava con i semi della frutta e che offriva agli ospiti che venivano a pregare con lei.
E poi da più di un anno le brillavano gli occhi quando parlava di Francesco, della sorpresa di tante sue parole di gioia vissuta e serenamente responsabile, della sua identificazione tra i poveri e di Gesù da servire in essi. Un’anima santa, e come tale riconoscibile senza complicazioni, da tanti anni al servizio umile e paziente nella sofferenza offerta, nella gioia donata, nella preghiera sperimentata e ricambiata.
Proprio quella sera, tra 9 e 10 giugno, anniversario dell’Offerta di Teresa lei è tornata a casa. Ho ricevuto dai suoi amici la copia del suo Testamento Spirituale: in esso ci sono quasi alla lettera le stesse frasi di quell’Atto di Offerta di Teresina, come avesse avvertito che era tempo di tornare a casa. Perciò, mi aveva detto che lo ricordava benissimo. A noi, tanti, preti e laici, sani e ammalati, credenti e in ricerca, la memoria di questa vita di Maria Teresa Trentani, tra Terra e Cielo, ove anche la Terra aveva tanto sapore di Cielo.
Gianni Gennari
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