Uscito nel 1999 Matrix si impone subito, diventando presto un film di culto.Intrigante, pieno di ritmo, interpretato da attori ben calati nella parte, è considerato da molti critici come un punto di svolta per il montaggio e gli effetti speciali.
del 31 gennaio 2003
Come per molti film di successo, anche per Matrix è venuta l’ora del sequiel : Matrix Reloaded (che precede di pochi mesi l’uscita del capitolo finale della trilogia, Matrix Revolutions, prevista per novembre). La storia riprende dove il primo si interrompe. Continua la lotta per la libertà degli uomini dal controllo delle macchine e il protagonista, Neo, è ora sempre più consapevole dei suoi poteri di Eletto, di guida, cioè, del popolo.
Eccessivamente lungo (2 ore e 18 minuti), ridondante, caotico, senza una minima logica, il film è un circo dove l’importante è stupire con gli effetti speciali (di alto livello, comunque) a scapito della storia.
Tanto il primo Matrix è intrigante, tanto questo è assurdo. Il sapientemente mix creato nel primo tra la filosofia orientale, le arti marziale e i tempi sostenuti all’occidentale manca qui completamente. Ne rimane solo l’apparenza, mentre invece l’attenzione è concentrata su tutto ciò che poi è diventato un gadget (es: vestiario). Un operazione, insomma, con intenti chiaramente commerciali.
I dialoghi risultano essere lunghi, prolissi e cervellotici, scritti con il solo intento di stupire, rendendo ancora meno chiara una storia già abbastanza complicata e giustificando l’ingiustificabile con frasi del tipo “così è perché così deve essere” (?!?).
Se i protagonisti del primo episodio sono limitati, in questo abbondano, tanto da risultare molto fastidiosi oltre che inutili. Neo, Trinity e Morpheus, già protagonisti del primo, ritornano qui ad essere interpretati dagli stessi attori. Keanu Reeves, sempre più imperscrutabile, è un Neo interessato più alla sua donna (Trinity / Carrie-Anne Moss) piuttosto che alla razza umana, mentre Fishburne è un Morpheus sempre più depresso e utopista. Il resto del cast, è una accozzaglia di umanità irrilevante (vedi la comparsata - è giusto il caso di dirlo - di Monica Bellucci), messa per fare colore.
E’difficile che un sequiel, eccetto qualche caso, sia più piacevole del primo capitolo, in quanto c’è sempre un’aspettativa maggiore. Questi due film, però, non hanno quasi niente in comune ed è sconcertante che due registi (e sceneggiatori) di genio come i fratelli Wachowski abbiano potuto raggiungere picchi così alti e picchi così bassi. Matrix Reloaded non si può definire in altro modo se non come una delusione.
Francesca Pascuttini
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