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«Meglio che ci siano...»

Una mattina di due mesi fa sono caduta nel bel mezzo di una centrale piazza di Torino affollata di gente. Non era ancora tempo di ferie, non era ancora esploso il caldo tropicale, e numerose persone passeggiavano beatamente. Bene, sono caduta e...


«Meglio che ci siano...»

da Attualità

del 01 settembre 2010

 

«Sono una signora di 78 anni. Una mattina di due mesi fa sono caduta nel bel mezzo di una centrale piazza di Torino affollata di gente. Non era ancora tempo di ferie, non era ancora esploso il caldo tropicale, e numerose persone passeggiavano beatamente. Bene, sono caduta e non mi riusciva di alzarmi e tutti i passanti tiravano diritto, belli, bianchi, di razza caucasica (ma forse non lo sanno) giravano la testa da un'altra parte. Perchè, aiutare un anziano caduto è foriero di seccature. E se poi occorre chiamare un'ambulanza? E se ci chiedono i documenti? E se occorre accompagnare lo sventurato al pronto soccorso?

 

Sapete chi mi ha soccorsa? Due extracomunitari, due barboni, quelli che dormono sulle panchine sotto i cartoni, i quali sono accorsi con premura e tenerezza, cercavano anche di ripulirmi chiedendomi scusa se dovevano toccarmi. Hanno rifiutato la piccola mancia che volevo dare loro dicendo: 'No, Mama, cuore'. Ho ricevuto una bella lezione di altruismo e umanità. Questa lettera è il mio ringraziamento per esserci, anche se è possibile non abbiano il permesso di soggiorno. D'altra parte sono i soli a cedermi il posto sul tram; altro che i nostri giovani virgulti educati al loro solo ed esclusivo benessere! Dalla caduta ho riportato una frattura al piede, come risultò, dopo due giorni, al pronto soccorso, ma questa è un'altra storia...».

 Lettera pubblicata nella rubrica “Specchio dei Tempi”-  La Stampa  venerdì 27 agosto 2010

Enrica Della Piana

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