Mercoledì 21 agosto 1957

Penso a tutte le migliaia di bimbi che si avanzano in processione nella notte dei tempi, cantando il loro martirio. Quanti sono stati torturati nei campi di concentramento, abbandonati piangenti e urlanti sulle strade?

Mercoledì 21 agosto 1957

da L'autore

del 24 novembre 2009

La via al cielo tra rovi e spine

 

Mercoledì 21 agosto

 

Stamani mi sono comunicato, e per alcune ore il sentimento di presenza [di Gesù] è tornato, più  moderato del solito, ma nondimeno tanto consolante. Adesso, mi ritrovo nuovamente lasciato a me stesso e comincio a riabituarmi a questo secondo stato. Il regno dei cieli realmente non ci appartiene. Quando siamo riportati sulla terra, ci è interdetto recare di lassù una cosa qualsiasi, come un piccolo ricordo di consolazione. Nulla! Salvo la certezza di ciò che esso è e di ciò che dobbiamo fare.

 

E tutto questo non è sensibile, cosicché la sola nostra volontà possa esercitarvisi con il soccorso della grazia. E duro salvarsi, soprattutto quando si possiede una natura più o meno corrotta e che non è affatto portata al misticismo.

 

Suppongo che anche i monaci debbano attraversare questi periodi di notte più o meno profondi, ma mi domando se essi per questo giungano a quei desideri ardenti di ritornare a una vita che non si potrebbe nemmeno qualificare come moralmente onesta. È l'elastico di cui scrivevo giorni fa.

 

Eccomi tornato al mio punto di partenza, e l'opposizione tra ciò che vorrei fare e ciò che occorre io faccia, mi fa soffrire. Prima d'essere glorificato bisogna passare per il crogiolo della sofferenza, e comincio a comprendere ciò che questa parola vuol dire.

E, manco a farlo apposta, tutto viene ad accrescere il mio dolore, per farmi lasciare la presa. L'incontro di poco fa [con Pierrette] in parlatorio è stato ben lontano dall'essere consolante. Discussioni aride e fosche in cui tutto appare vano. Rifiuto della lotta, gemiti più o meno egoistici.

 

Pierrette è una donna strana, non si rende conto del combattimento che devo ingaggiare, e che saranno presto quattro anni che sono rinchiuso, privo di tutto, con questa scadenza così temibile alla fine del tunnel. Ella riporta tutto a sé, alle sue sensazioni e non vuol cercare soccorso che nel sensibile. È squilibrata. ma così buona sotto altri aspetti.

 

Preferirei che fosse un po' meno tenera, ma che si rispettasse di pi√π. Comunque, non posso nulla per lei, ma confesso che quasi preferirei terminare queste poche settimane nella solitudine completa. Questi incontri, tutt'altro che tirarmi su, mi lasciano ancor pi√π abbattuto.

 

Non c'è che la mia bambina carissima che potrebbe darmi un poco di gioia pura. Sembra che tu abbia preso a prestito dalla Nonna i miei disegnini di animali per dormire insieme con essi. Perché non posso portarti con me in capo al mondo? Ho il presentimento che ci intenderemmo così bene noi due. Ahimè!

 

E si deve avere fiducia, dirsi che è preferibile sia così, anche se pensiamo il contrario. La croce! Eccola, ancora e sempre. Ah! io voglio andare in cielo. Mi ci conducono, ma per un cammino seminato di rovi e di spine, e non si arresterà la tortura se non quando sarò divenuto puro, o ciò che il Signore vuole di me sarà compiuto. Se si sapesse!

 

E dire che la maggior parte degli eletti espiano le loro colpe in purgatorio. Quali sofferenze devono avere, poiché per loro ogni misericordia è abolita, e sono giudicati così come compaiono! Stasera, ho diabolicamente voglia di fumare. Sono sempre a tre sigarette, ma ne fumerei ben trenta.

 

Presto sarà completamente notte, e io ripenso ancora all'incontro in parlatorio, che non mi lascia in pace. Evidentemente la sorte di voi due si annuncia ben oscura e capisco Pierrette che s'inquieta del tuo avvenire e del suo. Se ella continua a mettere tutta la sua fiducia negli uomini, andrà di disillusione in disillusione per finire in una rovina forse ancora più grande.

 

Solo la confidenza in Dio può salvarla, ma lei non ci crede. Ho paura per lei e anche per altri. Se credesse, sarebbe più forte, avrebbe anche la gioia, o in ogni caso una tale speranza. È duro lasciare tutto questo ed abbandonare dei piccoli innocenti nelle grinfie d'un mondo crudele e scemo.

 

Penso a tutte le migliaia di bimbi che si avanzano in processione nella notte dei tempi, cantando il loro martirio. Quanti sono stati torturati nei campi di concentramento, abbandonati piangenti e urlanti sulle strade? E il cielo non è caduto e la primavera è rifiorita sulle ossa di questi piccoli martiri. Noi concitiamo male queste immagini con l'amore di Dio.

 

Figliolina mia cara, amerei tanto farti conoscere il piccolo Gesù! Ma senza dubbio Egli non ha bisogno di me per rivelarsi a te. Quanto è duro tutto questo.

 

Jacques Fesch

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