La testimonianza di Attilio Giordani è davvero un dono prezioso che ci stimola a formare laici salesiani fortemente identificati e decisamente impegnati a portare il messaggio del vangelo in famiglia, nell'educazione e nella vita sociale e politica.
Roma, 15.10.2013
Cari Salesiani Cooperatori, Come sapete lo scorso 9 ottobre 2013 papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto relativo alle virtù eroiche del Servo di Dio Attilio Luciano Giordani, Laico e Padre di famiglia, Cooperatore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco; nato a Milano (Italia) il 3 febbraio 1913 e morto a Campo Grande (Brasile) il 18 dicembre 1972. Attilio Giordani, marito e padre esemplare, animatore dell’oratorio e catechista, missionario ed evangelizzatore, figura attualissima di Salesiano Cooperatore, ora è Venerabile.
Questo mio messaggio vuole essere un invito a tutta la Famiglia Salesiana, ma in particolare alla vostra Associazione e all’Ispettoria dei Salesiani di Lombardia ed Emilia Romagna, che ne ha promosso la causa di beatificazione e canonizzazione, a promuovere la conoscenza della sua vita, del suo messaggio per la famiglia e per l’educazione secondo lo spirito di don Bosco, e insieme la preghiera corale per chiedere la grazia di un miracolo invocandone l’intercessione.
Attilio Giordani è modello di vita famigliare. Egli fu nella sua famiglia marito e padre presente, ricco di grande fede e serenità, in una voluta austerità e povertà evangelica a vantaggio dei più bisognosi. Il matrimonio con Noemi, nel maggio 1944, per Attilio non è solo una parola "data", ma è soprattutto un "sacramento" di Cristo di cui si sforza di esprimere la santità e la indissolubilità con la vita di ogni giorno e con l'educazione dei figli. La famiglia resta unita perché Attilio e Nomi si sostengono con la preghiera e praticano la carità. Dopo che siamo diventati maggiormente consapevoli che non vi può essere Pastorale Giovanile senza Pastorale Famigliare, sono convinto che la testimonianza di vita cristiana offerta da Attilio nella famiglia possa costituire un contributo esperienziale significativo ispirato a Don Bosco. Una famiglia non chiusa in se stessa ma aperta alla vita parrocchiale ed oratoriana, alla pratica della carità e alla testimonianza missionaria.
Attilio Giordani modello di pratica del Sistema Preventivo vissuto nell’oratorio. A nove anni, iniziò a frequentare l'Oratorio S. Agostino dei Salesiani di Milano. Lì, giovane per i giovani, si impegna con costanza nell’animazione gioiosa dei gruppi: per decenni è un solerte catechista e un animatore salesiano geniale, semplice e sereno. Conosce e usa tutti gli strumenti educativi del Sistema Preventivo per animare i suoi ragazzi: cura della liturgia, formazione, presenza e gioco in cortile, valorizzazione del tempo libero, teatro; organizza passeggiate con i giovani dell’oratorio, compone canti, scenette, si inventa lotterie di beneficenza, cacce al tesoro parrocchiali e olimpiadi per ragazzi, senza mai dimenticare il centro della gioia cristiana: l’amore di Dio e del prossimo. Rivela l’arte dell’educatore, ponendo al centro della sua missione educativa l’annuncio del vangelo e il servizio catechistico, vissuto con creatività e credibilità. Un merito peculiare di Attilio Giordani è l’aver tradotto in modo semplice e convincente la specificità dell’evangelizzazione voluta da don Bosco il quale ha evangelizzato educando.
La “carità salesiana” è carità pastorale, perché cerca la salvezza delle anime, ed è carità educativa, perché trova nell’educazione la risorsa che permette di aiutare i giovani a sviluppare tutte le loro energie di bene; in questo modo i giovani possono crescere come onesti cittadini, buoni cristiani e futuri abitanti del cielo. L’elemento tipico della carità pastorale è l’annuncio del Vangelo, l’educazione alla fede, la formazione della comunità cristiana, la lievitazione evangelica dell’ambiente. Oggi il nostro impegno di evangelizzatori ed educatori dei giovani può trovare in Attilio Giordani un modello originale di incarnazione dello spirito oratoriano, criterio permanente di ogni nostra presenza e azione pastorale ed educativa.
Attilio Giordani modello di santità salesiana laicale, vissuta nella gioia. Divenuto Salesiano Cooperatore vive la fede entro la propria realtà di laico, ispirandosi al progetto di vita apostolica di don Bosco. Egli costruisce la sua personalità di uomo e di cristiano nell'allegria. Il suo umorismo è l'espressione diretta di una coscienza dominata dalla fede in Cristo. Inoltre testimonia con coraggio e con bontà gioiosa la sua fede cristiana anche in ambienti o situazioni difficili come nel periodo del servizio militare e di guerra o nella sua professione di impiegato, vivendo nel mondo senza essere del mondo, andando contro corrente. Conclude la sua vicenda terrena condividendo con la sua famiglia la scelta missionaria, lasciando come testamento l’entusiasmo di una vita donata per gli altri: “La nostra fede deve essere vita” e “La misura del nostro credere si manifesta nel nostro essere”. Il Venerabile Attilio Giordani è un’incarnazione limpida della spiritualità salesiana in chiave laicale. Questo aspetto ha suscitato sempre particolare ammirazione soprattutto nei salesiani consacrati che avvertivano la presenza provvidenziale di un tale modello e non mancavano essi stessi di ricorrere al suo consiglio. I gruppi della Famiglia Salesiana coinvolgono numerosi laici nella loro missione. Siamo consapevoli che non vi può essere un coinvolgimento pieno, se non c’è anche una condivisione dello stesso spirito. Vivere la spiritualità salesiana come laici corresponsabili nell’azione educativa pastorale diventa un impegno fondamentale. La simpatica figura di Attilio Giordani è in tal senso una fonte di ispirazione per la formulazione di una spiritualità laicale salesiana.
In questo Anno della fede e nell’ultimo anno di preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco, la testimonianza di Attilio Giordani è davvero un dono prezioso che ci stimola a formare laici salesiani fortemente identificati e decisamente impegnati a portare il messaggio del vangelo in famiglia, nell’educazione e nella vita sociale e politica.
Concludo questo mio messaggio rinnovando l’invito a promuovere un movimento di preghiera affinché possiamo presto venerare Attilio tra i membri glorificati della nostra Famiglia Salesiana e invocarlo come intercessore speciale per le famiglie e per i nostri oratori. Con tanto affetto e stima, in Don Bosco.
don Pascual Chàvez Villanueva
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