Mi presento: piacere, don Rua!

Ciao ragazzi! Mi presento, sono don Michele Rua, Michelino o don Rua per gli amici!!! Dovete sapere che ho avuto la fortuna di poter vivere accanto a un grande santo che voi conoscete benissimo: don Bosco.

Mi presento: piacere, don Rua!

da Spiritualità Salesiana

del 07 aprile 2010

 

Ciao ragazzi! Mi presento, sono don Michele Rua, Michelino o don Rua per gli amici!!! Dovete sapere che ho avuto la fortuna di poter vivere accanto a un grande santo che voi conoscete benissimo: don Bosco. Si’, fin dalla nascita la Provvidenza ha voluto che la mia strada e quella di don Bosco si incontrassero.

Può sembrare una casualità, mentre invece indica i disegni del cielo in un bambino destinato ad una grande missione. Sono nato a Torino, vicino a Valdocco, il 9 giugno 1837, appena qualche anno prima dell’inaugurazione del nuovo oratorio di don Bosco.

La mia famiglia era composta da mio padre, Giovanni Battista Rua, che era controllore e custode della “Fucina delle canne” (uno stabilimento militare vicino a Valdocco dove si fondevano le canne da fucile per militari e si costruivano attrezzi per l’esercito) e mia madre Giovanna Maria Ferrero, la quale ebbe 4 figli oltre i 5 delle prime nozze. L’ultimo ero proprio io…

Mio padre morì quando avevo solo sette anni, per cui fui educato dalla mamma e dal cappellano dell’Officina, che mi insegnò a leggere e a scrivere. A nove anni fui ammesso alla Prima Comunione, fatta nella cappella dello Stabilimento. Frequentavo le scuole elementari superiori presso i Fratelli delle Scuole Cristiane di Porta Palatina. È proprio lì che ho conosciuto don Bosco quando veniva per le confessione degli allievi. Nel Settembre del 1845, allora avevo solo 8 anni, condotto da un compagno cominciai a frequentare l’Oratorio di don Bosco che a quel tempo si radunava al Rifugio della Marchesa Barolo. Per qualche anno vi andai a intervalli; dal 1849, dopo l’insediamento di don Bosco a Valdocco, lo frequentai regolarmente.

Al rifugio, oltre Ricordo che mentre da ragazzo frequentavo la scuola di Porta Palatina, quando veniva a dir Messa, pareva che una corrente elettrica scattasse tra noi: molti lo avvicinavano per baciargli la mano e quando sedeva per le confessioni, tutti andavano da lui. Fin da allora, la figura di don Bosco mi ha affascinato: lo scelsi come confessore e non lo lasciai più fino alla morte. È proprio don Bosco che mi ha aiutato ad incamminarmi sulla via del sacerdozio.  

Nel 1850, a tredici anni, dietro suo consiglio, iniziai lo studio del latino per la carriera ecclesiastica e frequentai la scuola dei professori don Merla, Giuseppe Bolzanino e don Matteo Picco, i quali insegnavano ai giovani dell’oratorio. I Fratelli delle Scuole Cristiane avevano intravisto in me un ottimo elemento per il loro Istituto e mi invitarono a rimanere con lo. Ma io non avevo dubbi, volevo stare con don Bosco!

Una delle prime volte che incontrai don Bosco, sei parole mi rimasero impresse nella mente e nel cuore: Noi due faremo tutto a metà!... ma il resto ve lo racconto domani!

AA.VV.

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