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«Mille chilometri a piedi per dare gambe a mia figlia»

"L'idea di questo cammino nasce un brutto incidente stradale, dove la mia piccola ‚Äì allora aveva 8 anni ‚Äì viene sbal¬≠zata fuori dall'auto e cade per 28 metri da un viadotto." È notte, e la bambina non si trova. La mamma, allora, fa un voto: se i ricercatori ritroveranno la sua Marcella, lei andrà a Lourdes a piedi!


«Mille chilometri a piedi per dare gambe a mia figlia»

da Quaderni Cannibali

del 01 dicembre 2010

 

         Anna Maria camminerà fino a Lourdes per dire che Marcella, spastica, ha dignità. Un voto fatto la sera di un incidente, che ha inchiodato la sua bambina alla sedia a rotelle. Oggi è diventato un grido: «Per quelli come lei serve più rispetto!». 

          Un voto e un grande atto d’amore per chi dalla vita ha avuto tanto dolore e sofferenza e non chiede commiserazione, ma di condurre un’esistenza dignitosa. Una possibilità che, per i disabili, non è sempre data. Lo sa bene Anna Maria Rastello, che tredici anni fa ha rischia­to di perdere la figlia Marcella in un inci­dente stradale e, da allora, si batte per – come dice lei – «liberare la disabilità dall’handicap».            Per farlo ha scelto di sposare a un metodo antico, quello del pellegrinaggio in stile medioevale, le più innovati­ve tecniche di comunicazione oggi a disposizione. Anna Maria, infatti, partirà il prossimo marzo per Lourdes, che rag­giungerà a piedi dall’Italia, dopo un viaggio di oltre 1. 300 chilometri in 53 tappe, tracciando un nuovo itinerario, “Il cammino di Marcella”, che, poi, sarà condiviso su Internet e messo on line sul sito www.movimentolento.it, a disposizione di chiunque voglia ripetere l’iniziativa.           «L’idea di questo cammino – spiega Anna Maria, 48 anni, di Torino – nasce dalla bruttissima esperienza vissuta dal­la mia famiglia la notte tra il 12 e il 13 aprile1997». Un brutto incidente stradale, e la piccola – allora aveva otto anni – viene sbal­zata fuori dall’auto e cade per 28 metri da un viadotto. È notte, e la bambina non si trova. La mamma, allora, fa un voto: se i ricercatori ritroveranno la sua Marcella, lei andrà a Lourdes a piedi.            Un istante da quella promessa appenna accennata sulle labbra, e un medico individua la figlia, ancora viva, e la sottopone alle prime cure, così da limitare i danni alla disabilità fisica che poi l’avrebbe accompagnata tutta la vita. Oggi ha 22 anni, è affetta da tetraparesi spastica, ma è viva, piena di speranze e di energie, in tasca la laurea triennale in Psicologia conseguita con tanti sacrifici.            Peccato che la società non abbia uno sguardo diverso nei confronti della disabilità, che la veda ancora come una diminuzione della persona. «Purtroppo – conferma mamma Anna Ma­ria, che, oltre a Marcella e alle altre due figlie biologiche, con il marito ha aperto la propria casa ad 8 figli in affido, tra cui, da più di nove anni, ci sono anche due gemelli, una con disabilità intellettiva e l’altro con disabilità relazionale – dobbiamo ancora percorrere un lungo cammino per accettare la disabilità senza creare ulteriori barriere (mentali, psicologiche, fisiche e architet­toniche), che mettono chi ne è portatore in una più grave condizione di handicap».            Proprio per rappresentare concretamente questo percorso, raccontare la sua storia, Anna Maria Rastello intraprenderà il suo viaggio a piedi per Lourdes, partendo, il prossimo 8 marzo, proprio da Rossiglione (Genova), luogo dell’incidente e terminando al santuario mariano sui Pirenei, il 4 maggio 2011.            Durante il percorso, che si svolgerà, di preferenza, in modo lento, su strade sterrate, mulattiere e antichi sentieri, Anna Maria incontrerà e racconterà sul web significative esperienze a favore della promozione umana, spirituale e sociale dei disabili, portate avanti da amministrazioni locali e associazioni.            «Cammineremo e incontreremo esperienze da raccontare e da prendere come esempio», spiega Annamaria, che andrà alla ricerca, soprattutto, di progetti per favorire, tra i disabili, la pratica sportiva e la fruizione artistica. «Chiederò anche alle Province e alle Regioni italiane – conclude la donna – di ospitare, sui propri siti istituzionali, l’elenco delle associazioni e dei gruppi che, sul loro territorio, si occupano di disabilità, per creare un vero e proprio archivio nazionale a disposizione delle famiglie».            Al termine del viaggio, insomma, Anna Maria avrà mantenuto la sua promessa. E il Paese sarà, forse, un po’ più solidale.

Paolo Ferrario

http://www.avvenire.it

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