Miraggio Angola

La città più cara del mondo per gli stranieri che ci vivono (classifica del Wto) è una immensa foresta di gru, immersa in un limbo fumoso, plumbeo, polveroso. Dalla finestra della stanza 2.510, al venticinquesimo piano dell'hotel Presidente, il panorama di Luanda, capitale dell'Angola, è surreale.

Miraggio Angola

da Attualità

del 02 febbraio 2010

 

          La capitale Luanda, che ora ospita la Coppa d'Africa di calcio, è una contraddizione di ricchezza e povertà. Affittare una casa costa dai 5 ai 20 mila dollari, 350 euro per una stanza d'albergo. Eppure pullula di pionieri cinesi, brasiliani e occidentali in cerca di fortuna. Tra oro, diamanti e petrolio da Luanda .

 

          La città più cara del mondo per gli stranieri che ci vivono (classifica del Wto) è una immensa foresta di gru, immersa in un limbo fumoso, plumbeo, polveroso. Dalla finestra della stanza 2.510, al venticinquesimo piano dell'hotel Presidente, il panorama di Luanda, capitale dell'Angola, è surreale. Spiccano i grandi manifesti con gli slogan sull'orgoglio nazionale, da qualche giorno accompagnati da enormi bandiere con i colori oro, rosso e nero per supportare las Palancas Negras, la Nazionale di calcio impegnata nella Coppa d'Africa di calcio, organizzata proprio dall'Angola. Il mare all'orizzonte è coperto da un stuolo di navi in attesa di poter sbarcare tutto ciò che l'Angola non sa ancora produrre. Qui è tutto ancora da fare o da ricostruire.

          L'agroindustria è agli albori, in un terreno sconfinato e contaminato dalle mine. Le imprese di costruzione fanno arrivare dalla Cina, dal Brasile, dal Portogallo ogni materiale necessario. Anche umano. I cinesi sono capaci di mettere in piedi un palazzo di 20 piani in due mesi. I lavoratori vivono rinchiusi nei cantieri anche per anni, fino al completamento delle opere. Dormono nei 'letti caldi', un letto per due persone, quando uno lavora l'altro dorme. Guadagnano circa 400 dollari al mese, ma ricevono il denaro solo al ritorno in patria.

          Piccole somme arrivano da subito per potere ammazzare il poco tempo libero in improvvisate bische con gli altri operai. La Cina importa più greggio dall'Angola che dall'Arabia Saudita e 'con i finanziamenti cinesi in sei anni l'Angola ha cambiato volto', spiega Wang Xiangguo, ceo di Movicel, una delle principali aziende angolane di telecomunicazioni. Proprio i cinesi hanno costruito in tempo record i quattro stadi della Coppa d'Africa a Cabinda, Benguela, Lubango e il nuovo stadio 11 nobembre di Luanda, il più grande del Paese, capace di ospitare 50 mila persone.

          Il lungomare del Marginal è verde, chimico, morto. Le navi piene di prodotti di ogni tipo giacciono in attesa per mesi. Gli equipaggi vivono la solitudine, interrotta solo dall'arrivo, ogni tanto, di piccole barche cariche di giovani donne di ogni razza e colore. Mantenere le navi ancorate inutilmente 'costa poco più di 7 mila dollari al giorno', commenta rammaricato Giandomenico Villa imprenditore italiano del settore alimentare. Così a Luanda un semplice e candido formaggio spalmabile trovato nella catena sudafricana di supermercati Shoprite costa 14 euro. Un secchio di plastica poco più di 70. Un repellente hamburger in un fast food 13 euro.

          Luanda è probabilmente l'unica metropoli al mondo senza taxi. I 'padroni' delle strade sono i candongueiros, furgoncini azzurri e bianchi per il trasporto collettivo che improvvisano le rotte da seguire. Saettano per la città, senza regole, trasportando anche 20 persone. L'unica alternativa è noleggiare un'auto al costo di 5 mila dollari al mese.

          La città, pensata per 450 mila persone, adesso ne ospita 5 milioni, le infrastrutture sono inesistenti. Quattro milioni e mezzo vivono nelle musseques i quartieri di baracche senza strade né elettricità. Dai grattacieli del centro il panorama si dirada fino all'immenso mare di casupole basse che circonda le zone dei ricchi. Quartieri poveri, pericolosi. Che si muovono a ritmo della sensuale kizomba, del semba, ma soprattutto del kuduro il genere musicale che Luanda ha esportato nel mondo, una danza isterica, tarantolata che mescola i ritmi elettronici con l'hip hop dei suburbi. L'inventore del fortunato genere, Tony Amado, vive nelle musseque in una casa senza porte né finestre, con 5 figli.

          Gli ultimi mesi dell'anno sono i peggiori. Piove a dirotto e la città si riempie di pistoleros pronti a tutto per racimolare i soldi necessari per le feste di fine anno. Il fiumeBengo quando collassa per le piogge porta in giro spazzatura. E focolai di colera. Nel centro della città la malaria è stata quasi debellata, malgrado le zanzare infestino ogni angolo. Dei camion vanno in giro spruzzando polvere bianca che uccide il vibrione del colera.

          Se Luanda è la città più cara del mondo per gli stranieri, come vivono i milioni di cittadini con pochi dollari al giorno? Il vero polmone del commercio locale è il Roque Santeiro, l'epicentro del Far West. (Lá lavoriamo noi, i matti dei salesiani!! ndt) Ci sono ladri e banditi, oltre alla gente comune, è il centro del sommerso, il megamercato tra i più grandi di tutta l'Africa. Per chilometri enormi tendoni nascondono ogni tipo di mercanzie, dai milioni di pastiglie sfuse di medicinali, scarpe spaiate, carni ricolme di mosche e perfino i cinema. Il giro d'affari quotidiano nel Roque è di 8 milioni di dollari.

          L'architettura coloniale è ricoperta di polvere e disfatta dai colpi di mortaio, eredità incancellata della guerra. I grattacieli nascono rapidamente, conficcati nei budelli terrosi delle strade troppo strette e malandate per permettere il flusso delle enormi jeep che ricoprono interamente la città. Le strade a Luanda non hanno un nome e se ce l'hanno nessuno lo conosce. Non esistono mappe urbane. Si trascorrono in media 3-4 ore al giorno imbottigliati. La polizia stradale non aiuta ma chiede la 'gaseosa', la mazzetta. Luanda, un 'termitaio', per usare le parole dello scrittore José Eduardo Agualusa.

          Per una stanza in uno dei pochi hotel della città bisogna pregare, quasi in ginocchio, e vari mesi d'anticipo possono non essere sufficienti per prenotare. Il prezzo minimo è 350 euro a notte. Un appartamento in affitto oscilla dai 5 mila ai 20 mila dollari al mese. Niente lusso, solo una casa con i servizi minimi dove mettere le basi per un business. Perché questa non è una meta per turisti. Il Far West Luanda è solo per 'pionieri', uomini d'affari occidentali, cinesi, africani, brasiliani, che sfidano la capitale con l'obiettivo di diventare ricchi.

          L'Angola è una terra di diamanti, oro, legna, con il 20 per cento dell'acqua di tutto il continente. È il primo produttore di petrolio d'Africa e per il 2011 è previsto il sorpasso al Kuwait. Il 60 per cento della produzione di greggio è nell'enclave di Cabinda, lembo di terra tra il Congo Brazzaville e la Repubblica Democratica del Congo, dove i miliziani indipendentisti hanno assaltato la Nazionale di calcio del Togo. 'Non esiste un pericolo reale a Cabinda, abbiamo sufficienti truppe per fare fronte a qualunque minaccia. Siamo l'esercito più forte e preparato dell'Africa Subsahariana', commenta il ministro della Difesa Kundi Paihama.

          Dalla fine della guerra civile nel 2002 (le prime elezioni libere si sono tenute nel 2008), il Pil del Paese cresce a una media del 20 per cento .'È evidente che, malgrado l'alto tasso di corruzione, l'Angola è già uno dei maggiori referenti politici ed economici in Africa', assicura Dan Mozena, l'ambasciatore Usa. Nonostante la crescita, il 70 per cento degli angolani vive con due dollari al giorno. L'aspettativa di vita è di 47 anni. In un territorio estremamente verde, il 49 per cento degli angolani non ha accesso all'acqua potabile.

          Nel quartiere Benfica, a ridosso del centro della capitale, vive Arauis con la sua famiglia, una donna e tre bambine sorridenti piene di treccine colorate: 'Qui', dice, 'non c'è acqua e manca l'elettricità. Ogni 15 giorni dobbiamo riempire i pozzi coi camion cisterna che normalmente trasportano sostanze chimiche nocive e gasolio. Non abbiamo alternativa, moriremo giovani'.

Emanuele Giusto

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