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Moda: schiavitù o dolce piacere?

A volte siamo come delle pecore, prive di pensiero, che vanno dietro al proprio pastore, la moda appunto. Ma dov'è finita la nostra personalità? Dove sono le nostre menti? Forse siamo incapaci di ribellarci per paura di uscire da questo grande circolo vizioso che ci dà la sicurezza di essere accettati.


Moda: schiavit√π o dolce piacere?

da Quaderni Cannibali

del 10 gennaio 2011

 

          Un uragano che arriva e spazza tutto quello che c’è e lo sconvolge: la moda. Il mondo di oggi sembra aver perso la sua personalità, poiché si lascia travolgere e cambiare dalla moda. Sembra quasi che tutto quello che c’era prima, e quindi ora diventato antico, non abbia più importanza, non debba più nemmeno essere considerato, o addirittura sia diventato sbagliato.           La moda ci cambia a partire dall’abbigliamento e, così, tutti sembriamo tanti manichini omologati, uguali e guai a provare a non rispettare la moda del momento, pena la derisione o, a volte, l’emarginazione.          A mio parere, però, della moda questo è l’ambito meno importante che ci sconvolge; è vero che a volte sembriamo un po’ ridicoli, ma la vera perdita di personalità sta in altro.          La moda dei nostri tempi è quella “dell’apparire”, in due sensi. Il primo significato di questa moda è quello del protagonismo: tutti vogliono essere protagonisti, sempre e a qualunque costo, tutti vogliono apparire in qualunque ambito, dal “privato” alla televisione; bisogna essere il più bravo, il più bello, il più simpatico, il più intelligente: il migliore. Le manie di protagonismo e di esibizionismo, però, rischiano di far perdere l’altruismo e il senso di “gruppo” o per lo meno, li fanno diventare più rari.          Il secondo significato della moda “dell’apparire” consiste, invece, nell’importanza che si dà all’aspetto esteriore. Ciò che conta è il fisico: tutti devono essere belli; la perfezione a tutti i costi sta diventando una mania. Anche chi non ha gravi difetti si sente spinto a trovare quell’imperfezione che potrebbe precludergli la strada del successo: per questo, infatti, molti ricorrono alla chirurgia plastica. Manca l’accettazione del proprio corpo e di sé stessi e non si accetta più neanche il passare del tempo: non è ridicolo che molte sessantenni vogliano, a tutti i costi, sembrare ventenni?          Solo questo importa: l’esteriorità delle cose o delle persone. E i valori interiori? Il mondo si è fatto abbindolare dalla moda a tal punto che oggi chi è bello ha più opportunità di lavoro, in certi ambiti, rispetto a chi non lo è, a parità di capacità intellettive. A volte siamo come delle pecore (prive di pensiero) che vanno dietro al proprio pastore, la moda appunto.          Ma dov’è finita la nostra personalità? Dove sono le nostre menti? Forse siamo incapaci di ribellarci per paura di uscire da questo grande circolo vizioso che ci dà la sicurezza di essere accettati. E ciò che era importante prima finisce per essere, appunto, fuori moda, controcorrente. Ma se rispettare la moda vuol dire questo, allora meglio essere fuori moda!          È difficile affermare le proprie idee in questo mondo se si va controcorrente, ma bisogna avere coraggio e tenacia: essere uno spirito libero e non schiavo della moda, che non può condizionare la nostra vita; anche se spesso, a dire la verità, è facile non venire capiti o forse anche derisi. Certo, è inevitabile che, ogni tanto, viene voglia di conformarsi alla moda, perché vorremmo essere come gli altri o, per meglio dire, non vorremmo essere giudicati negativamente e questo dà sicurezza. Forse pensare solo alla bellezza e alle cose futili fa vivere una vita più spensierata, ma prima o poi non viene il dubbio di trovarsi a far finta di accettare cose in cui non crediamo? Naturalmente è importante avere accanto amici e persone care che hanno gli stessi nostri principi e valori, perché non è bello non essere capiti da nessuno e venire emarginati.          In conclusione, è proprio vero che la moda cambia il mondo e la gente, ma forse quello che sta accadendo è ancora più grave del cambiamento: per molti essa è diventata schiavitù. Un giorno ci ribelleremo a questa schiavitù? Si arriverà al momento in cui saremo noi a cambiare la moda e non viceversa? 

Agnese Sciacca

http://www.cogitoetvolo.it

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