Incontro con l'Autore Franco Nembrini
La Divina Commedia rimanda per molti ai tempi della scuola, a testi di difficile comprensione, adatti solo per pochi eletti. Al contrario, essa è nata come opera per il popolo. Lo documenta la storia di questo libro la cui origine è nelle conversazioni dell’Autore prima con i figli – su loro richiesta – e alcuni loro amici diventati in breve tempo duecento; poi con un gruppo di massaie e infine con migliaia di ragazzi e adulti in tutta Italia. Da questo lavoro è nata l’associazione Centocanti, una sorta di Divina Commedia vivente.
Dante, dunque, non autore difficile, riservato ai letterati, ma «uno di noi». Una scoperta che l’Autore ha fatto a dodici anni mentre trasportava casse di bottiglie lungo le scale di una cantina, folgorato dal verso «E proverai [...] come è duro calle / lo scendere e ’l salir per l’altrui scale». Quell’intuizione lo ha portato a uno studio appassionato di Dante e alla scoperta che ciò che percorre tutta la sua opera è il desiderio, la tensione a un Bene totale, «l’Amor che move il Sole e l’altre stelle».
La lettura offerta dall’Autore in queste affascinanti conversazioni si pone in continuità con il fine di tutta l’opera di Dante, da lui stesso così definita: «removere viventes in hac vita de statu miseriae et perducere ad statum felicitatis», rimuovere gli uomini da uno stato di miseria e condurli a uno stato di felicità.
Un libro originale, unico, che ci invita a intraprendere, in compagnia di Dante, il viaggio verso «un bene [...] nel qual si queti l’animo», per vivere da uomini l’avventura della vita.
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