Impresa Ciclistica 2003Impresa ciclistica 2003 “Non per forza, ma per Amore”, oltre 1500 Km attraversando Svizzera, Germania e Francia. Solo dicendo questo le persone che ti sono attor-no ti guardano, ti dicono che sei stato bravo, poi si girano e pensano a quanto matto sei... E forse un po' hanno pure ragione!
del 01 gennaio 2002
Impresa ciclistica 2003 'Non per forza, ma per Amore', oltre 1500 Km attraversando Svizzera, Germania e Francia. Solo dicendo questo le persone che ti sono attor-no ti guardano, ti dicono che sei stato bravo, poi si girano e pensano a quanto matto sei… E forse un po’ hanno pure ragione! Certo, se lo scopo fosse solo pedalare per sentirsi dire bravi, credo allora che nessuno di noi sarebbe partito: troppa fatica e nessuna comodità sono motivi più che validi per starsene a casa sdraiati sul divano. Allora le ragioni di tale esperienza vanno ricercate più in profondità.
Partire per l’impresa è come entrare in un mondo parallelo, viaggiare su un binario preferenziale che ti permette di vedere ciò che ti circonda con una visione completamente nuova; è essere sicuri che sia un’esperienza sotto lo sguardo benevolo di Dio, e se ti rendi conto di questo tutto cambia. Ti accorgi che nulla avviene per caso, che tutto ciò di cui hai bisogno arriva: dall’acqua che riesci sempre a trovare nelle famiglie vicine, a un prato dove poter dormire la notte offerto per caso da una persona che magari ti passa accanto.
Riuscire a vedere la mano di Dio non è sempre facile, anche perché la fatica e il sacrificio sono sempre vivi all’interno di un’esperienza come l’Impresa Ciclistica. Da soli è veramente difficile affrontare le prove che ci vengono proposte giorno per giorno, ma anche in questo caso ci viene suggerita la soluzione: non più ragionare come 'io', ma come 'noi'. Pensare prima ai compagni che a noi stessi, pedalare in salita affiancando gli amici in difficoltà, o semplicemente cucinare, diventano cose fatte non per forza, ma per Amore. Ed è proprio questo lo slogan che ci ha accompagnato per due settimane, frase che spesso ci siamo sentiti ripetere, frase di San Francesco di Sales, santo dell’amorevolezza che ci ha guidato lungo il cammino.
Spesso il Signore si è fatto vedere lungo il cammino: con la Provvidenza che non ci ha mai abbandonato, a Parigi nel ritiro, a Taizé nella preghiera con gli altri giovani, ad Annecy pregando sull’urna di San Francesco di Sales, ma in modo speciale nel deserto in bicicletta, mentre si pedalava, dove a ognuno ha detto le cose più importanti. E di questo si ha la conferma vedendo i ragazzi che non si lamentano mai, anche quando pedalano sotto la pioggia o devono lavare i piatti al buio dopo aver fatto 140 Km; mai come in questo giro ho imparato dai ragazzi che amare significa volere il bene dell’altro specialmente quando ci costa fatica.
Condividere parte delle nostre vite ci aiuta a essere più uomini, aiutandoci a vicenda e riconoscendo i nostri limiti, sapendo che comunque c’è chi ci vuole bene.
Con queste poche righe ho cercato di racchiudere i fulcri dell’impresa ciclistica, ma sono convinto di aver tralasciato sicuramente molte cose… Forse è meglio così, perché provare di persona è più significativo di mille parole!!
In queste due settimane il Signore ha parlato a ognuno di noi in modo unico e personale, sconvolgendo tutti i nostri progetti per poi ricostruirli insieme a Lui, ricordandoci che la strada fatta assieme è paragonabile alla nostra vita: intravedi l’obbiettivo finale ma farcela da soli è impossibile. Trovare amici con cui camminare e avere fiducia in Lui sono fulcri non solo dell’Impresa Ciclistica, ma della nostra stessa vita.
Patrizio Pellizzon
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