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«Non smetto di cercarlo»

Luisa non ama definire il suo don un direttore spirituale. Ma vede che lui custodisce le sue domande. E così si sente libera di credere. Fa le domande giuste, non sbaglia perché va dove comprende che chi ha di fronte ha bisogno di andare. Ascolta e custodisce. Non impone.


«Non smetto di cercarlo»

da Quaderni Cannibali

del 11 maggio 2011

 

 

Scioglie le durezze del suo cuore. Ammorbidisce i calli della sua anima.

          Fa le domande giuste, non sbaglia perché va dove comprende che chi ha di fronte ha bisogno di andare. Ascolta e custodisce. Non impone. Non dice quello che si deve o non deve fare. Non vende un mondo perfetto che non c'é.

          Luisa non ama definirlo un direttore spirituale. Perché quelle definizioni non le sono mai piaciute. Perché non ha mai amato i rapporti anomali, dove si va dal prete come se si andasse dallo psicologo. Dove gli si chiede di decidere per la propria vita, dove non si sa cosa fare.

'Sì, lo so che ci sono varie teorie in merito, che ci sono anche delle direzioni da seguire. Ma io preferisco così'.

          La sua fede era fatta di cadute e dubbi, di continue prove imposte dalla realtà. Non aveva imparato ricette. Non si sentiva un'eletta. Non le andava di chiudersi in una gabbia con quelli come lei.

Ma stava nel mondo.

'Alle volte penso che dobbiamo rifarci solo ai primi cristiani' dice Luisa a don Federico.

'Anche quelli - le risponde - avevano la loro bella dose di ipocrisie'

'Ma di certo Gesù Cristo non è nelle tante belle parole che ci diciamo, nelle ipocrisie con cui spesso ci è molto più comodo condire le nostre vite in cui vorremmo essere buoni, bravi e perfetti'.

'Cristo non è tra gli eletti' ribatte ancora don Federico.

          'Dove sei? Dove sei? Lo cerco ogni mattina quando guardo negli occhi le fatiche delle persone che come me si recano a lavorare. Non smetto di cercarlo, nonostante i tanti nonostante di oggi. A cui, ogni tanto rischio di fermarmi, ma se mi fermo mi sento persa. E non è vero che fuori dal mondo cattolico le cose vadano meglio: qui c'é un bisogno infinito di senso dappertutto'.

Don Federico le sorrise. Non poteva fare altro. Aveva detto tutto lei.

Ma Luisa voleva che custodisse le sue domande. Per ora bastava questo. Avrebbe respirato una fraternità sottovento. Libera di credere, più forte, per questo.

 

Francesca Lozito

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