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NORD-SUD-OVEST-EST: Educazione ed immigrazione da Giovani per i Giovani

L'incontro sul tema 'L'educazione a confronto con l'immigrazione', tenuto da don Alberto Poles in occasione del Meeting del Triennio, può aiutarci a riflettere sulla situazione di chi parte dalla propria terra per trovarne un'altra, non per giudicar ma, soprattutto, per accogliere.


NORD-SUD-OVEST-EST: Educazione ed immigrazione da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 16 maggio 2008

 

Se un migrante lascia la sua terra, i suoi legami e le sue piccole certezze per mettersi in viaggio verso l’ignoto …ci deve pur essere un motivo. Abbiamo analizzato un articolo scritto dal Rettor Maggiore in occasione della festa di don Bosco, che presentava la situazione di povertà dei ragazzi di oggi, attraverso un lavoro di gruppo

 

 

 

I ragazzi di strada, le gang

 

Hanno preferito prendere la strada come “habitat’ naturale, talmente insopportabile era la loro situazione famigliare. Nelle strade delle grandi città di America Latina, Africa ed Asia vivono e muoiono di freddo, fame, malattie, o anche assassinati. Sono quasi 100 milioni nel mondo.

 

 

I ragazzi soldato

 

Raggiungono il numero di circa 300 mila, impiegati in operazioni di guerra tra le più rischiose, alcuni come semplici  cavie per ripulire i campi minati.

 

 

I ragazzi violati

 

Una delle situazioni più tristi, anche per lo stigma con cui vengono marcati le vittime, è la pedofilia e il così detto turismo sessuale, che sono un business vergognoso. Ogni anno, secondo i dati Unicef, un milione di bambini viene introdotto nel commercio sessuale. E’ un mercato che muove 13 miliardi di dollari l’anno.

 

 

I ragazzi lavoratori e schiavi

 

Sono passati già più di 150 anni sin dal momento in cui don Bosco -così come altre personalità laiche e religiose più avvedute del suo tempo e della sua città- si batté per i diritti dei lavoratori minorenni e riuscì ad ottenere un contratto di lavoro per loro. Si contano infatti su i 250 milioni di bambini tra i 5 e i 15 anni costretti a lavori vietati per pericolosità fisica, psichica o mentale, talvolta resi schiavi, questo a più di un secolo dall’abolizione legale.

 

 

I ragazzi  “nessuno”

 

Una tra le esperienze più traumatizzanti nella vita di qualsiasi persona è la perdita della propria famiglia, che lascia l’individuo all’improvviso senza i legami affettivi più importanti, quelli che danno un senso di sicurezza. Ebbene, sono circa 50 milioni i ragazzi non registrati in nessuna anagrafe: non hanno nome, casa, patria, genitori. Se si aggiungono i 130 milioni di ragazzi/e analfabeti si ha un quadro desolante.

 

 

I ragazzi carcerati

 

Uno dei campi di lavoro in cui i salesiani e membri della Famiglia Salesiana non si sono astenuti dall’operare è stato quello delle “correzionali” o riformatori per minorenni, anche se per vocazione storica la loro opzione è sempre stata quella del “prevenire”, non del “reprimere”. L’Italia ne ospita circa 500. I ragazzi dal carcere non escono mai migliori, al contrario. Solo negli USA i minori detenuti sono 100 mila.

 

 

I ragazzi donatori forzati di organi e i mutilati

 

Il traffico di organi è una delle realtà più vergognose del nostro tempo. Si parla di 4 milioni di donne e bambini interessati al turpe commercio, e almeno di 6 milioni di bimbi mutilati per cause diverse.

 

 

I ragazzi poveri ed emarginati

 

Potrebbero non essere indicati sotto una classifica a sé stante. In effetti, la povertà economica e sociale è generalmente la causa delle altre povertà. La cifra va oltre qualsiasi previsione, più di 600 milioni di bambini vivono sotto la soglia della povertà, 160 milioni quelli denutriti, 6 milioni ogni anno muoiono di fame: 17000 al giorno, 708 ogni ora.

 

 

I ragazzi delle fogne / i vaganti

 

Al solito si tratta di gruppi dei ragazzi della strada, specialmente quando cominciano ad usare stupefacenti. Nel mondo raggiungono i 12 milioni.

 

 

I ragazzi rifugiati e orfani

 

Sono molte le espressioni di una causa comune, la violenza, che spinge a molti ragazzi e persino bambini ed adolescenti ad emigrare e cercare rifugio. Sono più di 50 milioni i bambini profughi e/o rifugiati vittime di odi razziali, guerre, persecuzioni, ammassati in campi profughi o dispersi qua e là. Moltissimi gli orfani: in Africa 13 milioni causati dall’AIDS.

 

 

Abbiamo così preso coscienza del fatto che in molte parti del mondo mancano tutti i presupposti per poter vivere una vita degna di un uomo, e di conseguenza abbiamo affermato il diritto di tutti di sperare e di cercare un futuro migliore: il creato è dato da Dio all’uomo …ad OGNI uomo.

 

A questo punto il nostro zoom si è focalizzato sulla migrazione dei popoli, e ci ha aiutato uno spezzone del film “Quando sei nato non puoi più nasconderti”, dove viene presentato in modo estremamente realistico il viaggio di alcuni migranti verso l’Italia, a bordo di una delle così dette “carrette del mare”, sottoposti alla sete, alla fame, alle intemperie e in condizioni igieniche inumane, privati di ogni diritto e dignità, reputati ne più ne meno che dei rifiuti da traghettare.

Questo video ci ha permesso di fare alcune considerazioni importanti sulla sofferenza e sul disorientamento di chi raggiunge le nostre terre in cerca di futuro e sul fatto che spesso basta solo un sorriso e un gesto di accoglienza per dare speranza ad un animo provato.

Abbiamo provato a metterci nei panni di tanti stranieri che raggiungono le nostre nazioni con il desiderio di tornare al più presto nella loro patria, dopo aver lavorato onestamente per qualche anno, ma a cui  la vita ha “cambiato le carte in tavola”.

Scopo di tutto questo lavoro, era quello di cercare di vincere il pregiudizio, quantomeno invitando a sospendere il giudizio: guardare l’uomo che c’è oltre i panni sporchi e contribuire a creare una cultura dell’accoglienza e della lettura oggettiva dei fatti, senza cadere in sciocche banalizzazioni, cercando di conoscere i fratelli del resto del mondo, perché solo con la conoscenza si vince la paura.

Infine, a conclusione del laboratorio, abbiamo letto alcune storie vere cercando di sviluppare un percorso ideale: solitudine e paura di chi si trova straniero in terra straniera; pregiudizio di chi accoglie lo straniero che arriva; la scoperta di trovarsi davanti ad un figlio di Dio come noi per chi fa lo sforzo di vincere il pregiudizio.

don Alberto Poles

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