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Omelia del Rettor Maggiore alla Festa dei Ragazzi 2010

Cari ragazzi e ragazze dovete entrare in gioco, dovete buttarvi, non potete restare nella stazione presi sempre dalle vostre paure. Avete un sogno? Seguitelo! Seguite il vostro sogno e andate! Lo farete sempre avendo come compagnia, come amico, quella di Gesù.


Omelia del Rettor Maggiore alla Festa dei Ragazzi 2010

da Festa dei Ragazzi

del 13 aprile 2010

 

Carissimi ragazzi e ragazze,           Dio è sempre più grande, Dio è sempre più buono di quanto noi pensiamo, basterebbe contemplare questa croce bianca con i tre grandi segni che hanno indicato il luogo dove Lui è stato crocifisso, come l'espressione del suo immenso amore per noi. Il dono più grande che abbiamo è la vita e quello che Lui ha offerto non è qualcosa che disprezzasse, al contrario, ci ha offerto il meglio di sé. Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per le persone che si amano ed è questo che stiamo celebrando qui: l'infinito amore di Dio manifestato attraverso la Resurrezione di Cristo Gesù.

          Stamattina abbiamo cercato di prendere nelle mani la nostra vita e siamo stati invitati a venire alle Grandi Stazioni e abbiamo cercato di fare di questo bellissimo palcoscenico, riempito da voi, una grande stazione e siamo stati invitati a imbarcarci sulla Freccia d'Oro per andare nella terra dei nostri sogni e desideri. Abbiamo visto però quanti problemi, quanti difetti alla fine impediscono di prendere quel treno che ci porterà alla terra tanto ambita e sognata.

          È proprio quello che troviamo oggi nella Parola che abbiamo ascoltato. Il popolo di Israele, che era stato portato in esilio, viveva del passato, viveva della memoria, si ricordava che Dio aveva aperto un varco nel mare, attraverso il quale il popolo era uscito in mezzo a una manifestazione del grande potere di Dio e diceva che quella era stata la salvezza. Invece ora guardate, siamo qui, schiavi in un paese straniero. Sentite cosa dice il profeta “Non ricordatevi più delle cose passate, non pensate più alle cose antiche. Ecco, io faccio una cosa nuova, aprirò nel deserto una strada”. Non aprirà più un varco nel mare, ma trasformerà il deserto in un giardino e tutto il giardino in una grande via che ci condurrà alla terra promessa, alla terra della promissione della salvezza.

          Cari ragazzi e ragazze, il primo grande pericolo per la nostra vita che ci impedisce di arrivare alla terra dei sogni e dei desideri, è attaccarci al passato e vivere di una memoria che non ci permette di aprirci alla novità, alla novità di noi stessi, al crescere, allo svilupparsi, dunque al prendere impegni, al buttarci. Sapete qual è stata la grandezza di Domenico Savio, di Laura Vicuña? Adolescenti come voi, loro hanno preso delle decisioni coraggiose, convinti che potevano non soltanto raggiungere il loro sogno ma anche la pienezza di vita per loro e per noi. Oggi il Signore dice a noi, come lo diceva al popolo di Israele, “Non ricordate più le cose antiche, io apro nel deserto una strada, anzi vi metterò fiumi nella steppa”.

          Che cosa siamo chiamati a fare? Come siamo chiamati ad agire? Come Paolo? Avete sentito nella seconda lettura cosa dice Paolo? “Ritengo che tutto sia una perdita, a motivo della sublimità di Cristo Gesù e se serve dire di più, ho lasciato perdere tutte queste cose.” Sapete cosa stava perdendo Paolo per Gesù? La sua fedeltà alla legge, alle tradizioni dei padri, al suo concetto di salvezza, alla sua immagine di Dio. Ma dice così: “tutto quanto non sia Gesù lo considero spazzatura”, pur di guadagnare Cristo ed essere trovato in Lui, “avendo come giustizia non quella derivata dalla legge ma dalla fede”. Carissimi ragazzi e ragazze, come Paolo siamo chiamati davvero a vivere dimentichi del passato e a cercare di trovare in Cristo Gesù quell'amico che può rendere pienamente felice la nostra vita.

          Io porto sempre con me una piccola croce che mi è tanto cara, proprio perché quello che ho imparato vivendo in Israele, dopo un anno di vita nel luogo dove Gesù è nato e cresciuto, dove ha predicato ed esercitato il suo ministero, dove è stato ucciso. Prima di tornare in Italia per continuare gli studi volevo un ricordo che mi facesse pensare sempre a quello che avevo vissuto lì. Avevo scoperto l'amore della mia vita in Gesù. Allora prima di tornare in Italia sono andato nel mercato e ho comperato una piccola croce d'oro che porto con me. L'ho portata proprio nel punto dove storicamente si può dire che Gesù è stato crocifisso, come questa croce che è lì, l'ho posta lì e ho detto “Nessuno mi ha amato come te” e vi posso dire, ragazzi, che ho avuto due genitori che mi hanno voluto tanto bene e ho avuto fratelli e sorelle da cui mi sento immensamente amato e amici fratelli tanti, ma nessuno mi ha amato come Gesù, perché nessuno ha mai dato la sua vita per me e quando morirò l'unico che mi farà partecipe della vita nuova sarà Gesù. Perciò gli ho detto “Nessuno mi ha amato come te e io non voglio amare nessuno come amo te”. Perciò quando Paolo scopre Gesù dice “considero come spazzatura tutto il resto pur di conoscere Cristo e di essere partecipe della sua Resurrezione”. Ecco quanto stiamo celebrando qui.

          Nel Vangelo quelli che si consideravano buoni portano a Gesù una donna e dicono “questa è una donna infedele al marito, è una peccatrice, perché non la condanni?” Gesù non nega il peccato della donna, però fa scoprire che tutti siamo peccatori per cui dice “chi non ha peccato scagli la prima pietra su di lei”. Dio, cari ragazzi e ragazze, è sempre più buono di quanto noi pensiamo, la grandezza di Dio sta sempre davanti, il meglio di Dio non è nel passato è nell'avvenire, dice la prima lettera di Giovanni “Quale amore grande ci ha donato da non essere soltanto chiamati figli di Dio ma da esserlo veramente, ma quello che saremo in definitiva lo saremo solo quando lo vedremo faccia a faccia”.

          Cari ragazzi e ragazze dovete entrare in gioco, dovete buttarvi, non potete restare nella stazione presi sempre dalle vostre paure. Avete un sogno? Seguitelo! Seguite il vostro sogno e andate! Lo farete sempre avendo come compagnia, come amico, quella di Gesù. Lui non vi deluderà nelle vostre aspirazioni, nei vostri sogni.

          Che Gesù veramente riempia di gioia il futuro della vostra vita. Non lasciatevi attanagliare dal passato ma, come Paolo, dite “tutto quanto non sia Gesù lo considero spazzatura”, perché non riempirà di senso, di gioia la nostra vita. Amen

Testo non rivisto dall'autore

don Pascual Ch√°vez Villanueva

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