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Omelia della 3° Domenica del Tempo Ordinario

Omelia di don Gianni sul Vangelo di Domenica 23 Gennaio. Matteo presenta Gesù, che inizia il suo ministero proprio nelle terre indicate da Isaia, come la luce vera, spuntata per “rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte” .


Omelia della 3° Domenica del Tempo Ordinario

da Teologo Borèl

del 21 gennaio 2011  3° DOMENICA del tempo ordinario23 gennaio 2011  “Il Signore è mia luce e mia salvezza!”   Letture: Isaia 8, 23-9,3                  1 Corinti 1,10-13.17                                Matteo 4,12-23             Durante questo anno liturgico viene offerto alla nostra riflessione e preghiera il Vangelo di Matteo.   Già dal brano odierno balzano in evidenza alcune caratteristiche di questo Evangelista:

Scrive per gli Ebri: ecco perché il suo Vangelo è infarcito di citazioni dell’Antico Testamento. Si rivolge ad un pubblico che lo conosce bene, ha familiarità con le profezie... Vuol dimostrare che Gesù Cristo è il Messia atteso, colui di cui parlano nell’AT i profeti, i salmi... 

Raggruppa gli insegnamenti del Maestro in cinque grandi discorsi 

Presenta Gesù come il Maestro e l’Emmanuele: le due categorie attraverso le quali è rivissuta la figura e l’operato di Gesù.

 

1. Dalle tenebre alla luce!           Matteo presenta Gesù, che inizia il suo ministero proprio nelle terre indicate da Isaia (1° lettura), come la luce vera, spuntata per “rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte” .           Abbiamo da poco celebrato il Natale: durante questo tempo sono solito ascoltare la stupenda opera di G.F. Haendel “Il Messia”. Il primo annuncio che il musicista mette in bocca ad un poderoso baritono è proprio quello che la liturgia di oggi ci fa meditare nella prima lettura e nel Vangelo: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse...” La luce di Gesù sorge in un luogo di frontiera, tra Israele e il mondo pagano e sorge per tutti. Un senso di universalità pervade questo testo, come già il racconto dei Magi (2, 1-12) e illumina quella stessa via del mare che nel futuro sarà percorsa dagli annunciatori del Vangelo. Questa luce – Gesù - è venuta per illuminare la tua e la mia vita.            La luce è uno dei bisogni primordiali dell’uomo; gli dà sicurezza; senza luce l’uomo procede a tentoni, vacilla, rischia di essere facile preda di pericoli e della stessa morte. Senza la luce che è Gesù noi restiamo nelle tenebre, nel buio, nel peccato, nella tristezza, nel non senso e ... nella morte più totale.  2. Mia luce e mia salvezza: stupendo questo salmo 26, che la liturgia ci fa pregare a commento della Parola ascoltata! “Un tempo eravate tenebra, ora invece siete luce nel Signore! Comportatevi perciò come i figli della luce” (Efesini 5,8). È il battesimo, con tutto quello che significa e che comporta, il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. Matteo nel vangelo odierno dice tutto questo con il verbo: Convertitevi!   è una parola di grande spessore, il cui significato fondamentale è quello di “fare dietro front”, di rigirarsi perché la via su cui si cammina porta lontano dal Regno. Se vuoi la luce che è Gesù e con Lui la salvezza che ti offre, devi tornare indietro, fare dietro front, volgerti verso la luce e quindi lasciare il male e aderire al bene; lasciare le tenebre e lasciarti avvolgere dalla luce.  Prova a riflettere quali sono le zone d’ombra nella tua vita che impediscono alla luce di passare. Provo a esemplificare: incapacità di dare o ricevere il perdono, la falsità, la maldicenza, l’impurità, la pigrizia...“Mia luce e mia salvezza è il Signore!”: solo Lui può rischiarare il mio cammino, darmi la forza per camminare verso la Luce, sorreggere la mia volontà scarsa e vacillante...  3. Seguitemi!               Se Gesù si presenta come Luce che dissipa le tenebre, chi lo segue non camminerà al buio, ma avrà la luce della vita! “Mentre camminava lungo la riva del mare di Galilea, vide...; andando oltre, vide...” Certamente c’era altra gente, perciò quel suo sguardo che si fissa su quattro persone è uno sguardo che si fa scelta, chiamata. I primi due sono Simone (che la comunità ormai conosce come Pietro) e suo fratello Andrea: stanno pescando. Gli altri due, Giacomo e Giovanni, sono pure fratelli: stanno aggiustando le loro reti. Gesù li vede e li chiama. Non dice loro di cambiare mestiere, ma solo l’oggetto della loro pesca: “Vi farò diventare pescatori di uomini”.            Per questi quattro ha inizio un’altra vita, quella di chi si è convertito, di chi si è girato su se stesso e ha lasciato alle spalle quello a cui si dedicava prima, per aprirsi al Regno che si è fatto vicino in Gesù. Si sono convertiti al Regno e ciò significa impegno, fare proprio il destino di Gesù: essere pescati, per diventare a loro volta pescatori. Ma questo avverrà a poco a poco e sarà merito del Maestro: “Vi farò diventare..” A loro, come a noi, tocca metterci sulle sue tracce, seguirlo con costanza e impegno.            Don Bosco, riprendendo un pensiero di san Francesco di Sales, diceva: “Occorre darsi per tempo a Dio con tutto se stessi, in pensieri, energie fisiche, affetti...” Mi sembra una buona traduzione di quanto Matteo dice dei primi quattro discepoli: “... lo seguirono immediatamente...!”  4. L’evangelizzazione è luce:            Gesù diventa luce per i discepoli e per quanti lo seguono proprio attraverso la sua Parola; si diventa discepoli “illuminati” seguendo la Parola di Gesù. “La tua parola è lampada ai miei passi e luce sul mio cammino”. “Io sono la Luce del mondo: chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita!”           Il libro del Papa che è uscito poco prima di Natale porta il titolo significativo LUCE DEL MONDO! Se hai occasione leggilo e scoprirai la luce di Gesù che illumina (non risolve) tanti fatti e problemi da cui è afflitta e travagliata la Chiesa e il mondo.  

don Gianni

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