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Omelia della 6° Domenica di Pasqua

Omelia del Vangelo della Domenica. "Vieni Spirito Santo!" Lo Spirito Santo che Gesù promesse ha la capacità di abilitare il nostro cuore alla testimonianza, al coraggio, ma tutto questo va aiutato con la nostra buona volontà e con il nostro impegno.


Omelia della 6° Domenica di Pasqua

da Quaderni Cannibali

del 26 maggio 2011 6° DOMENICA di Pasqua29 maggio 2011  “Vieni Spirito Santo!”  Letture:Atti 8, 5-171 Pietro 3,15-18 Giovanni 14,15-21 

           Stiamo camminando verso la Pentecoste, verso l’accoglienza del dono che Gesù promette ai suoi Apostoli e alla Chiesa: lo Spirito Santo.

1. “Saper rendere ragione della speranza che è in noi!”: l'Arcivescovo, Mons. Cesare Nosiglia di Torino, è venuto un paio di settimane fa a incontrare i giovani che frequentano il Corso di Teologia e si è complimentato con loro per la serietà dell’impegno dimostrato e del programma affrontato. E poi ha citato un’espressione che sentirai ripetere domenica nella seconda lettura. È l’apostolo Pietro che scrive ai primi cristiani esortandoli a “saper rendere ragione della speranza che è in loro!” Saper rendere ragione della fede è indispensabile anche oggi e significa:

 Conoscere Gesù Amare la sua Parola, soprattutto i Vangeli Comprendere il significato e il valore dei Sacramenti Vivere una “bella” vita cristiana ispirata al Vangelo di Gesù...

          Nel tuo ambiente familiare, di studio e di lavoro, sai rendere ragione della tua fede? Oppure ti nascondi dietro un colpevole silenzio, lasciando che altri sparino sciocchezze su tutto e su tutti? Ti vergogni di essere cristiano?

          Lo Spirito Santo che Gesù promesse ha la capacità di abilitare il nostro cuore alla testimonianza, al coraggio, ma tutto questo va aiutato con la nostra buona volontà e con il nostro impegno. 

2. Preghiera: per prima cosa dobbiamo invocare questo Spirito nella preghiera, perché Egli viene solo se invocato e solo in un contesto di preghiera. Impara a memoria questa preghiera:

“Vieni, o Spirito Creatore,visita le nostre menti,riempi della tua graziai cuori che hai creato.O dolce Consolatore,dono del Padre Altissimo,Acqua viva, Fuoco, Amore,Santo Crisma dell’anima.Dito della mano di Dio,promesso dal Salvatore,irradia i tuoi sette donisuscita in noi la Parola.Sii luce all’intelletto,Fiamma ardente nel cuore;sana le nostre feritecol balsamo del tuo amore.Difendici dal nemico,reca in dono la pace,la tua guida invincibileci preservi dal male.Luce d’eterna sapienza,svelaci il grande misterodel Dio Padre e del Figliouniti in un solo Amore. Amen. Ti lascio una meditazione sullo Spirito Santo, Luce della nostra vita.              Mi sono sempre raffigurato l’evento della Pentecoste come un’esplosione di luce: gli degli Atti degli Apostoli parlano di “lingue di fuoco” posate sul capo di ognuno dei presenti nel Cenacolo. E’ un tentativo di tradurre la profonda folgorazione interiore avvenuta nella primitiva Comunità Cristiana.                       La morte di Gesù era avvenuta al pomeriggio della grande vigilia della Pasqua ebraica, “quando si era fatto buio su tutta la terra e il sole si era oscurato ...” (cfr. Luca 23, 44-45). Ma il buio aveva ghermito tutti gli Apostoli e i discepoli erano fuggiti paurosi e scandalizzati. “Come poteva il loro Maestro finire in un modo così ignominioso? Come aveva potuto la folla preferire Barabba, autore di un omicidio durante un tumulto, a Colui che era passato tra loro facendo del bene? Come era possibile che Gesù, dichiaratosi Figlio di Dio, Messia, finisse ucciso su una croce tra lo scherno generale?” Il buio era nei loro cuori.            Erano poi venuti i giorni delle Apparizioni e qualcosa si era mosso: prima il dubbio, poi la speranza mista a gioia, ma le porte dove si trovavano, restavano chiuse per paura dei capi ebrei (Gv. 20, 19).Stavano insieme, obbedienti alla parola del Maestro che aveva ordinato loro di non lasciare Gerusalemme fino alla venuta del Consolatore “che starà sempre con voi e vi condurrà alla verità tutta intera” (cfr. Gv 14,16).            E la promessa si realizza, puntuale, al mattino del 50° giorno, la Pentecoste: mentre erano raccolti in preghiera, si aprono i loro cuori alla luce dello Spirito Santo e poi si spalancano le porte e scendono in piazza a testimoniare che “quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha resuscitato dai morti e costituito Signore” (cfr. Atti 2, 32 ss.).Gesù aveva detto: “Lo Spirito riprenderà quello che io ho insegnato e ve lo farà capire meglio” (Gv. 16, 15). La Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli raccolti con Maria nel Cenacolo, è la realizzazione di quella promessa. Cosa è successo? La luce ha illuminato le menti e i cuori degli Apostoli per cui le parole del Maestro hanno acquistato una comprensione nuova; soprattutto la tragedia scandalosa della sua morte viene riletta in un quadro nuovo, di salvezza per tutti gli uomini, di ogni tempo! Ora questo senso nuovo delle ultime vicende della vita di Gesù è frutto della luce che viene dall’alto, dallo Spirito Santo che “apre loro l’intelligenza alla comprensione delle Sacre Scritture e fa vedere loro come il Maestro doveva soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria” (Lc. 24, 26).            La stessa gioia e fede che aveva invaso il cuore dei due discepoli di Emmaus, ora invade tutta la prima Comunità Cristiana e la morte e risurrezione di Gesù diventano l’oggetto primo e fondante della sua predicazione coraggiosa e appassionata.  “Apri i nostri occhi, fa’ che noi vediamo la bontà di Dio per noi”           *      Apri i nostri occhi sul bene: troppa gente, anche cristiana, va in giro con gli occhi chiusi, è cieca ... sul bene che c’è. A forza di cercare di evitare il male, non riusciamo più a scoprire i gesti di bontà, le persone dal cuore generoso, i segni di speranza cosparsi sul cammino del nostro vivere quotidiano. Guardati attorno e cerca i tanti motivi che riscontri per ringraziare Dio: ogni motivo ha come oggetto una persona, un fatto, un gesto ... concretizzazione dell’amore del Padre per le sue creature, per te. Lo Spirito Santo è la luce che ci aiuta a scoprire questi doni, apre i nostri occhi per scrutare e captare l’invisibile. Sboccia la riconoscenza e il grazie, zampilla la gioia di sentirsi “coccolati” da Dio.           *      Svelaci il grande mistero: San Paolo, concludendo la sua lettera agli Efesini, invita il Cristiano a indossare una strana armatura. L’ultimo elemento raccomandato è “la spada dello Spirito Santo, cioè la Parola di Dio”. Cosa significa?Già nella lettera agli Ebrei la Parola di Dio è paragonata ad una “spada affilata, a doppio taglio, capace di penetrare a fondo, fino là dove si toccano le giunture e le midolla” (cfr. Ebrei 4, 12).           Ora questa Parola di Dio è detta “spada dello Spirito Santo”: occorre che la Parola sia illuminata, compresa in tutta la sua portata di salvezza. Da semplice parola tra le parole deve diventare la Parola per me! E questo è frutto di una lunga vicinanza, di un amoroso incontro tra la nostra vita e le esigenze della Parola. E’ lo Spirito Santo che con la sua luce rende la Parola di Dio una “spada”, cioè capace di fare chiarezza nella nostra vita e di vincere il male.Quante volte una pagina di Vangelo, già letta tante volte, ha parlato in modo nuovo, ha rischiarato un problema, un errore, una persona ... Lo Spirito Santo è la luce che fa diventare la Parola di Dio, una spada che salva.           *      Cambia i nostri occhi: quanti errori di prospettive, di valutazione; quanti giudizi affrettati, ingiusti, superficiali di cui ci siamo poi pentiti amaramente.Lo Spirito Santo ci dona la capacità di guardare noi stessi, gli altri, il mondo che ci circonda sotto una luce, una prospettiva nuova: quella della bontà, dell’unità, della pazienza, del perdono, della verità nella carità. L’altro, quel fatto ... non sono cambiati: siamo cambiati noi, si sono modificati i nostri occhi per cui li guardiamo sotto una luce nuova.           Prima di entrare in confessionale o prima di incontrare una persona invoco sempre lo Spirito Santo presente in me e nell’altro/a perché cambi i nostri occhi “di carne” in occhi “spirituali”, capaci di cogliere il bene, ciò che ci unisce, la sua presenza d’amore e di fortezza.        Prova anche tu e ti accorgerai che persone a lungo giudicate in modo negativo, conflittuale, con la luce dello Spirito Santo acquistano una fisionomia nuova in cui è presente tanto bene, prima mai considerato o addirittura negato.       “Cambia i nostri occhi!”  

 

Don Gianni

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