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Omelia: La grandezza del servo

Il Vangelo di questa domenica è diviso in due parti molto semplici da comprendere, ma di grande impegno per essere vissuto nel concreto di ogni giorno.


Omelia: La grandezza del servo

da Quaderni Cannibali

del 27 ottobre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 Letture:  

Malachia 1, 14b – 2,8-10            Tessalonicesi 2, 7-13                      Matteo 23, 1-12           Il Vangelo di questa domenica è diviso in due parti molto semplici da comprendere, ma di grande impegno per essere vissuto nel concreto di ogni giorno.La prima parte è un atto di accusa da parte di Gesù contro i farisei, gli scribi, cioè le categorie religiose dominanti e i loro capi.La seconda, che inizia con un “Ma voi…”, chiama in causa i discepoli e prospetta loro uno stile di vita basato sul servizio, sul farsi servi degli altri.Vediamo queste due parti:           Dicono e non fanno: sono io, sei tu di quelli che dicono e non fanno? La parola di Dio brucia quando la si pronuncia senza che sia vissuta. E capisco la tentazione dei farisei, è la mia: accontentarsi di dire, sentirsi appagati dalle parole. Dico parole di un fuoco che non mi arde dentro?  Gesù elenca tre errori che svuotano la vita. a.    L'ipocrisia: dicono e non fanno. L'incoerenza è dentro di me, è purtroppo una parte della mia vita.   Gesù condanna l'ipocrisia dei pii e dei potenti, di chi non si sforza più, anzi si giustifica. b.   La vanità: tutto fanno per essere ammirati. Tutto, perché lo spettacolo sia applaudito. Conta ciò che gli altri vedono di me, io non sono che la mia immagine, vivo di riflesso, di echi, mi angoscia o mi esalta il giudizio degli altri. Vanità, che rende vuoto l'intimo. c.     Il gusto del potere: impongono pesanti fardelli a tutti. Ho forse bisogno anch'io di abbassare qualcuno per sentirmi superiore? Di far chinare teste per sentirmi grande? Di essere severo, per sentirmi giusto?  Il Vangelo offre altre regole per la verità della vita: ·         l'agire nascosto invece dell'apparire, ·         la semplicità invece della doppiezza, ·         il servizio invece del potere.            Il più grande comandamento, diceva Gesù domenica scorsa, è «Tu amerai». Ora aggiunge: il più grande tra gli uomini è colui che traduce l'amore nel servizio: il più grande tra voi sia vostro servo. Il folle in Cristo è ormai il più intelligente. Questa è la strada contromano di Gesù: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è ai piedi di tutti. Dio non è il padrone dei padroni, è il servitore che in Gesù lava i piedi ai discepoli. Non è il Signore della vita, è di più, è il servo di ogni vita. I grandi del mondo si costruiscono troni di morti, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare tutte le ferite della terra. Dio come un servo: che non esige, sostiene; non pretende, si prende cura; non rivendica diritti, risponde ai bisogni.            E se una gerarchia nella chiesa deve sussistere, sarà rovesciata rispetto alle norme della società terrena: Voi siete tutti fratelli. E poi rovesciata di nuovo, da Cristo, che si è fatto fratello, ma poi da fratello si è fatto ultimo. Gesù cambia la radice del potere e rivela che ogni uomo è capace di potere se è capace di servizio. Servizio: questo il nome nuovo, il nome segreto della civiltà, perché questo è lo stile di Dio.   

Don Gianni

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