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Omelia: Mostraci, Signore, la tua misericordia

Ci sono molte strade, secondo la tradizione cristiana, per incontrare Dio in Cristo: le letture di oggi ce ne suggeriscono altre due: la preghiera e la figura stessa di Gesù. Non è facile, per noi oggi, trovare il tempo per la preghiera. Eppure è indispensabile. Troppi cristiani vivono distrattamente, senza cercare un incontro personale col Signore.


Omelia: Mostraci, Signore, la tua misericordia

da Quaderni Cannibali

del 28 luglio 2011

 

 

Letture1 Re, 19,9a.11-13aRomani 9,1-5Matteo 14,22-23 Ci sono molte strade, secondo la tradizione cristiana, per incontrare Dio in Cristo:- Nei poveri e nei piccoli: «Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me» (Matteo 18,5);- Nella comunità: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Matteo 18,20);- Nell’eucarestia: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo» (Matteo 26,26). Le letture di oggi ce ne suggeriscono altre due: la preghiera e la figura stessa di Gesù.           La preghiera è contemplazione di Dio e dialogo con lui. È tipica dell’uomo religioso: non c’è religione che non abbia preghiera. Normalmente, si esige una condizione preliminare per poter pregare convenientemente: la tranquillità e la pace. Gesù se ne va a pregare solo, sul monte, alla sera. Il profeta Elia non entra in comunicazione con Dio nel vento impetuoso, nel terremoto, nel fuoco, ma in una brezza leggera.           Non è facile, per noi oggi, trovare il tempo per la preghiera. Eppure è indispensabile. Troppi cristiani vivono distrattamente, senza cercare un incontro personale col Signore. Bisogna darsi il tempo per la preghiera personale, di coppia per chi è sposato e di famiglia; altrimenti la fede crolla perché manca l’esperienza fondamentale, che è l’esperienza di Dio. Si può pregare in semplice contemplazione: ascoltare/parlare con Dio, faccia a faccia. Si può pregare usando le formule tradizionali cristiane (preghiere varie, rosario, coroncine) o anche recitando preghiere di altre religioni. Si può scegliere la posizione del corpo o l’uso di metodi particolari (come la “composizione di luogo” ignaziana o le tecniche yoga) che favoriscono la concentrazione, purché si senta il lieve sussurro della presenza e della voce di Dio. La natura aiuta, essa, come per Elia (I lettura), è “voce di Dio”.           Noi incontriamo Dio anche nella figura di Gesù. Chi non ha fatto l’esperienza dell’abisso che tenta di inghiottirci: il dolore, la delusione, il tradimento, la stanchezza di vivere…? «Signore, salvami!». Forse una volta abbiamo preso in mano il Vangelo e vi abbiamo trovato una parola di speranza, forse siamo entrati in una chiesa e ci siamo sentiti toccati da un sospiro: «Coraggio, cammina, io sono accanto a te», forse abbiamo incontrato un prete o una suora o un credente qualsiasi che ci hanno detto: «Forza, “getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno” (Salmo 54/55, 23); abbi fiducia, nel Signore risorto ogni lacrima è trasformata in grazia».           Contemplando Gesù che ci tende la mano, noi intravediamo l’azione stessa di Dio Padre. Dobbiamo saper cogliere quella mano: se non alziamo lo sguardo verso l’Altro, ma lo teniamo ripiegato sui noi stessi, noi non vedremo la salvezza.

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