Rubrica di educazione a cura di Richard Kermode. Una riflessione sugli eventi sorprendenti.
Tifo Inter. La settimana scorsa Federico Dimarco ha segnato da 56 metri, importante per sbloccare il risultato di una partita insidiosa. Grandioso di quel gol è il dibattito che ha suscitato: Dimarco ha tirato oppure era un cross sbagliato, miracolosamente entrato in porta? La questione si è concentrata sull’intenzionalità del gesto: se voleva tirare, allora è un campione, se voleva fare un cross, allora ha sbagliato, è solo stato fortunato. L’evento “prodigioso”, inaspettato, sorprendente o ha un “padrone” o è solo uno sbaglio fortunato.
Eppure per chi come me sentiva la radiocronaca, la prima cosa che è arrivata è stata l’esclamazione del cronista. Il mio maestro ricordava che l’esclamazione era sovversiva rispetto alle regole grammaticali: strane paroline che finiscono con la “h”.
A loro modo le esclamazioni traducono graficamente lo sconcerto di fronte a qualcosa di sorprendente: Ooohhh!!!
Noi preferiamo rimanere piegati sul fatto che ciò che succede sia da attribuire a qualcuno per la sua bravura (è un campione, un artista, uno che ci sa fare) o… alla sua fortuna.
Ma se siamo minimamente seri con la nostra esperienza umana non possiamo non vedere che le cose più belle che ci siano capitate, che ci siano successe, hanno sorpreso, prima di tutto, noi stessi. C’è qualcuno che ha l’ardire di appropriarsi dell’origine di un amore, di un’amicizia, di un’esperienza estetica che ci ha tolto il fiato, di un’esperienza spirituale che ha segnato la nostra vita per sempre, di un’idea originale che ci è passata per la testa?
Non sono queste esperienza delle finestre che, per un attimo, ci fanno intravedere un mondo “altro” di fronte al quale sentiamo, irresistibilmente, di dire “grazie” per essere stati “invitati” di fronte a un qualcosa di cui sappiamo non avere meriti, ma che indicano una direzione, un senso su cui lavorare, da coltivare?
Educativamente sono esperienze da accogliere, da gustare, da distillare, da ricordare… ma non programmabili.
So long.
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