Esperienze MissionarieSiamo 8 giovani della Scuola di Mondialità che quest'estate hanno trascorso tre settimane di Missione a Palermo. Quello che abbiamo vissuto e provato è qualcosa di eccezionale e indescrivibile; nel ripensare all'esperienza confessiamo la nostra rabbia, delusione, tristezza, gioia e commozione.
del 01 gennaio 2002
Rabbia per una realtà dove non esiste giustizia, libertà e rispetto, un mondo in cui le istituzioni permettono l’esistenza di un quartiere come l’Albergheria, con le case che cadono a pezzi, le strade sporche e puzzolenti, dove l’abusivismo è la regola e non l’eccezione. Cosa ci si può aspettare venga fuori da un quartiere del genere se non criminalità, miseria e violenza?
Delusione di fronte ad una realtà assente, piena di disaccordi, omertà, ipocrisia, diffidenza, indifferenza e tensione.
Tristezza nel pensare alla miseria in cui abbiamo lasciato i bambini che abbiamo incontrato e amato, per le sofferenze che devono affrontare ogni giorno. Quasi tutti i bambini del Santa Chiara hanno reazioni anormali, violente ed aggressive. Non possiamo dimenticare le loro crisi …tutti quei pugni, quei morsi e quei calci… tutta quella rabbia e poi il buio …il non vedere e sentire, il perdere totalmente il contatto con la realtà… e noi ad accarezzare loro la testa e dire loro che tutto era finito, che volevamo loro bene. Non possiamo dimenticare ragazzini di 13 e 12 anni tentare di tagliarsi le vene o gettarsi dalla finestra, non possiamo dimenticare i momenti passati a consolare una bambina di 7 anni, perché ha capito che la sua mamma e il suo papà non le vogliono bene. Ma che cosa fanno a questi bambini per ridurli così? Che futuro avranno?
Ma le lacrime che ci salgono agli occhi quando ripensiamo all’esperienza vissuta sono anche di gioia e di commozione. Ci viene in mente Don Meli, la sua voce pacata, le sue parole di conforto e quel suo sorriso, specchio di una fede tanto forte quanto semplice. Ci vengono in mente Ninetta e Aldo, cooperatori salesiani, con la loro capacità di essere allegri nonostante tutto, il loro donarsi totalmente ai piccoli.
E ripensiamo ai momenti passati con i bambini, a giocare e prenderci cura di loro, a quanto poco bastava per renderli felici, al modo meraviglioso che hanno di lasciarsi amare e di amare, che non può che riempirti il cuore. L’Amore che proviamo per loro ci fa soffrire tanto, ma continuiamo a sperare nel Bene. Li affidiamo tutti al Signore e Lo preghiamo affinché ci aiuti a capire cosa dobbiamo fare adesso che siamo tornati. Perché non possiamo rassegnarci e crediamo sia nostro dovere continuare a lottare per divenire operatori di pace e di giustizia.
E’ da qui che bisogna ripartire, anche nelle situazioni più disperate arde sempre una piccola fiamma di speranza che non dobbiamo lasciar spegnere.
Anna, Pierluca, Silvia, Marco,
Masha, Simone, Anna, Alessandro, Chiara
Anna Candelù
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