Intervista a Damiano Marton, un giovane di Mogliano Veneto che ha messo la sua passione per l'informatica e la robotica al servizio dell'educazione
1. Chi sei e cosa fai nella vita?
Sono Damiano Marton, un ventiduenne di Mogliano Veneto, recentemente laureato in Matematica all’Università di Padova. Nella mia vita porto avanti varie passioni, fra cui l’educazione, i LEGO e la musica. Quest’anno sono servizio-civilista al Collegio Salesiano Astori: mi occupo in particolare di accompagnare nello studio e di educare allo stare insieme alcuni ragazzini bisognosi della mia cittadina, di età compresa fra le elementari e le medie.
2. Che progetto stai portando avanti?
Da un paio di anni sto cercando di capire come far crescere la mia passione per i LEGO. Il primo passo in avanti che ho fatto a riguardo è stato imparare a programmare in Python, che mi ha messo nelle condizioni di valutare la realizzazione di progetti LEGO più complessi di quanto avessi mai sperato.
Dopo essermi messo alla prova costruendo un robot capace di giocare a tris, ho deciso di provare a realizzare un robot capace di giocare a scacchi in modo totalmente autonomo. Questo progetto, quando l’ho ideato, era ai limiti delle mie capacità. Per portarlo a termine, infatti, ho impiegato oltre 8 mesi, spesso anteponendo questo agli impegni universitari. Alla fine, il robot era in grado di riconoscere la mossa dell’avversario, di pensare alla miglior mossa da giocare e di giocarla poi fisicamente, tutto autonomamente.
3. Raccontaci come è nata la tua passione.
La passione per i LEGO è cominciata dopo alcuni regali ricevuti dai nonni quando ero ancora piccolo. Avendo visto che li avevo molto graditi, è diventata tradizione che ad ogni compleanno mi regalassero un nuovo set LEGO (Technic); li devo proprio ringraziare di aver sostenuto questa mia inclinazione. Ma la passione per i LEGO è diventata ciò che è tuttora alle medie, quando, durante alcune lezioni di tecnologia, ci hanno insegnato ad utilizzare un set LEGO molto particolare (45544), dotato di motori e sensori “intelligenti”, che, ai miei occhi, davano letteralmente vita ai mattoncini di plastica. Era un sogno per me: si aprivano nuove ed infinite possibilità, inimmaginabili fino a poco prima. Ancora adesso per i miei progetti utilizzo un set molto simile (51515).
4. Tecnologia ed educazione: come stanno insieme?
Credo che l’ambito tecnologico sia un’ottima porta per ottenere l’interesse dei ragazzi. A partire dalle medie molti di loro sono affascinati dall’informatica e dalla robotica, forse anche perché cominciano ad essere consapevoli del fatto che sono ambiti molto importanti nel “mondo dei grandi”. Ma oltre a questo, la robotica è un metodo educativo incredibile per far vedere ai ragazzi come si applicano nella “vita reale” quelle conoscenze matematiche che altrimenti vedono solo sui libri. Per loro è facile credere a chi dice che la matematica che imparano a scuola non sarà davvero utile, perché non hanno modo di immaginarsi come possa essere il lavoro di un ingegnere che progetta un elicottero o quello di un programmatore che sviluppa un software. Ecco, un modo per poter far loro toccare queste realtà, è proprio insegnar loro a costruire e programmare robot LEGO. Far appassionare i ragazzi alla robotica e all’informatica, è un ottimo modo per rinforzare il loro attaccamento alla scuola e per stimolarli allo studio.
5. Come stai diffondendo il tuo “sogno”?
Sono molto contento di avere l’occasione, in questi mesi, di ispirare i ragazzi delle medie dell’Astori, come a suo tempo sono stato ispirato io, e di farli appassionare alla programmazione e alla robotica. Recentemente, infatti, sono stato invitato a presentare ad alcune classi il mio robot che gioca a scacchi, e i ragazzi ne sono stati affascinati. Oltre a questo, in questi mesi sto tenendo un corso extrascolastico di robotica, sempre rivolto ai ragazzi delle medie. Nel corso utilizziamo la nuova versione dei set che ho utilizzato io alle medie, 10 anni fa. Noto che i ragazzi sono profondamente interessati e affascinati: per loro è un mondo tutto nuovo e sono pieni di curiosità. È una formula che evidentemente funziona bene, e che è molto stimolante per loro. Anche oggi, giorno in cui scrivo, durante la lezione mi sono stupito di vederli sperimentare cose che non avevo neanche accennato loro.
Qui spiego come ho costruito il roboto a base LEGO per giocare a scacchi.
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