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«Per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (omelia).

Ecco, cari missionari, il bel compito che vi si affida: collaborare nella umanizzazione del mondo attraverso il dinamismo del Vangelo, capace di convertire la mente e il cuore delle persone, e di trasformare il tessuto sociale. Cambiare il mondo è a portata di mano...


«Per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (omelia).

da Rettor Maggiore

del 01 ottobre 2007

 

XXVI Domenica del T. O. (C)

Omelia Messa spedizione missionaria

Am 6,1a.4-7; Sal 145; 1 Tm 6,11-16; Lc 16,19-31

 

 

Carissimi fratelli e sorelle,

ci siamo radunati come Popolo di Dio e come Famiglia Salesiana, qui a Valdocco, per celebrare l’amore inesauribile di Dio che vuole che tutti gli uomini siano salvi e raggiungano la conoscenza della Verità. Questa salvezza e questo incontro con la Verità si realizzano in ogni eucaristia, dove Cristo si rende sacramentalmente presente con la potenza della sua vita nuova, e si prolunga lungo la storia fino ai confini del mondo attraverso la missione evangelizzatrice che svolge la Chiesa, ed in essa la Famiglia di Don Bosco.

Noi siamo qui appunto per riaffermare la nostra volontà di collaborare nell’ adempimento del disegno meraviglioso di Dio. Oggi infatti faremo la nuova spedizione missionaria salesiana, che evidenzia il nostro essere e fare Chiesa, il nostro impegno per i giovani del mondo, specialmente i più poveri, la dimensione missionaria della vocazione salesiana.

Dopo tre anni, una volta finito il lavoro di restauro della Basilica di Maria Ausiliatrice che l’ha impreziosita, torniamo alla sede abituale dell’invio dei missionari. A Maria affidiamo ciascuno e ciascuna dei nostri fratelli e sorelle missionari e le nostre missioni nel mondo.

La parola di Dio che abbiamo appena sentito si potrebbe riassumere in un versetto della proclama con cui Gesù fa la sua autopresentazione a Nazaret: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato… per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4,18b).

Infatti, anche se il testo di Amos e la pagina evangelica di Luca presentano con estrema schiettezza il pericolo della ricchezza, d’essere ricchi, tuttavia l’accento della parola di Dio viene messo sull’evangelizzazione dei poveri.

Loro sono i primi destinatari del vangelo. Inoltre per noi si tratta di un invito ad amare la povertà, così come Mamma Margherita visse ed insegnò a Giovanni, a vivere da poveri e a consegnare la propria vita a favore dei più poveri ed emarginati.

Secondo Luca, la ricchezza è cattiva, in primo luogo perché provoca la miopia spirituale, che non ci lascia percepire e cercare i beni definitivi, i valori che veramente contano; in secondo luogo perché produce l’indurimento del cuore, che ci rende insensibili dinanzi ai bisogni dei più poveri, degli affamati, degli assetati, degli ammalati, degli sfruttati, degli immigranti, degli esclusi ed emarginati; in terzo luogo perché ci rende idolatri, servitori non di Dio ma dei soldi.

Nell’attuale contesto neoliberale in cui viviamo, oggi la parabola del ricco che veste di porpora e bisso, banchetta ogni giorno, senza preoccuparsi della condizione del povero Lazzaro, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi delle briciole che cadevano dalla mensa del ricco, ha acquisito dimensioni  macrocosmiche, perché ci sono intere popolazioni dell’umanità che stentano a sopravvivere mentre gruppi privilegiati vivono in mezzo al lusso e alla vanità come quelli descritti dal profeta Amos: “Essi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa… bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina degli altri non si preoccupano”.

 

Ecco alcuni dati statistici che fanno pensare.

 

-         6 miliardi di persone abitano il pianeta terra, dei quali 1.2 miliardi di persone vivono nei paesi industrializzati del Nord e 4.8 miliardi di persone vivono nei paesi poveri, sottosviluppati del Sud. Difatti, 1.6 miliardi di persone vivono oggi in condizioni peggiori che 15 anni fa e 89 paesi vivono oggi in una situazione peggiore che 10 anni fa.

-         25% della popolazione mondiale (1.44 miliardi di persone) vivono sotto la soglia della povertà.

-         1.4 miliardi di persone vivono con meno di un dollaro per giorno. Da questi:

-         10 milioni vivono in America,

-         970 milioni vivono in Asia e

-         300 milioni in Africa

-         1 miliardo di persone sono analfabete. Da queste, 600 milioni sono donne.

-         1 miliardo di persone vivono senza acqua potabile.

-         800 milioni di persone soffrono di denutrizione.

-         500 milioni di donne nel mondo vivono in condizioni di estrema povertà.

-         11 milioni di bambini muoiono ogni anno per la mancanza di alimento.

-         6000 persone (come media) sono curati da un medico nei paesi del sud, mentre che 350 persone (come media) hanno un medico che cura di loro nei paesi del nord.

-         6.3 miliardi di dollari basterebbero per assicurare la scuola elementare a tutti gli abitanti del mondo; 8.4 miliardi di dollari si spendono ogni anno in cosmetici soltanto negli Stati Uniti.

-         9.45 miliardi di dollari sarebbe il costo per dare acqua a tutti gli abitanti della terra; 11.55 miliardi di dollari si spendono ogni anno in gelati in Europa.

-         13.66 miliardi di dollari sarebbe il costo del alimento e la salute basiche per tutti gli abitanti della terra; 17.85 miliardi di dollari si spendono ogni anno soltanto in Europa in alimento per gli animali domestici.

-         36.75 miliardi di dollari si spendono ogni anno in divertimento organizzato dalle aziende in Giappone; 55.5 miliardi di dollari si spendono ogni anno in Europa soltanto in sigarette.

-         11.25 miliardi di dollari si sprecano in droghe (stupefacenti) nel mondo.

-         420 miliardi di dollari si spendono ogni anno in spese militari, molte delle quali sono fatte in alcuni dei paesi più poveri.

 

Se la Parola di Dio d’oggi diventa urtante, altrettanto occorre con la realtà sociale odierna che quella denuncia. L’inasprirsi della violenza ovunque, sia in forma di guerra, di bande, di delinquenza, e la spirale di questo nuovo flagello che è il terrorismo, hanno in qualche modo il loro origine nella situazione di ingiustizia e di impoverimento che attanaglia milioni e milioni di persone.

Con la parabola d’oggi Gesù ci rivela la necessità della conversione e della fede, prima che la morte fissi irrevocabilmente il destino umano. Ci sono modi di vivere egoisti o solidali che segnano il nostro destino al momento di morire. Gesù ci invita a non vivere spensieratamente, chiusi su noi stessi, ma attenti ai bisogni degli altri, specie i più poveri, ed agire come il buon samaritano che si avvicinò, si fece prossimo, di quell’uomo che era stato spogliato dai briganti che lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto al borde del cammino, “fasciò le ferite, lo caricò sul suo giumento, lo portò ad una locanda e prese cura di lui” (Lc 10, 34).

Questo mondo, questa società, hanno bisogno di una cultura della sobrietà e della solidarietà sì da rendere possibile il sogno di Dio. Per raggiungere questo bastano Mosè e i profeti, è sufficiente la Scrittura, la Parola di Dio rivolta all’uomo per la sua salvezza.

 

Ecco, cari missionari, il bel compito che vi si affida: collaborare nella umanizzazione del mondo attraverso il dinamismo del Vangelo, capace di convertire la mente e il cuore delle persone, e di trasformare il tessuto sociale. Cambiare il mondo è a portata di mano. Solo basta cambiare il mondo che ci è accanto, curando della gente affamata, sfruttata, ammalata.

Oggi voi siete inviati da questo luogo dove Don Bosco iniziò e sviluppo la sua opera. Oggi siete chiamati a continuare il suo sogno, che è quello di Dio. Diventate  missionari dei giovani, portate loro il lieto messaggio della salvezza, fateli sperimentare la vicinanza di Dio e la potenza del suo amore.

 

Maria Ausiliatrice vi sia madre e maestra. Lei vi renda “umili, forti e robusti”, guidi la vostra vita e faccia fecondo il vostro lavoro missionario. Amen.

 

 

don Pascual Ch√°vez Villanueva

Valdocco, 30.09.’07 

don Pascual Ch√°vez Villanueva

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