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Perché i neonati hanno gli occhi grandi?

La pupilla si dilata di solito per due ragioni: quando c'è poca luce e quando siamo innamorati. Sembra che i bambini appena nati hanno le pupille grandi perché provengono da una esperienza vissuta di grande luce e amore. Il bambino è essenzialmente energia di puro amore. Forse è l'amore la prima esperienza del bimbo. Sono più i neonati che amano i genitori che non il contrario.


Perché i neonati hanno gli occhi grandi?

da Quaderni Cannibali

del 13 maggio 2011

 

 

 

          Per cogliere la qualità del bambino è necessario essere della stessa qualità. In rapporto alle loro dimensioni corporee, gli occhi dei bambini sono più grandi di quelle degli adulti. Non solo l’iride è più grande ma anche la pupilla dentro l’iride è generalmente più dilatata di quella degli adulti.

          La pupilla si dilata di solito per due ragioni: quando c’è poca luce e quando siamo innamorati. Sembra che i bambini appena nati hanno le pupille grandi perché provengono da una esperienza vissuta di grande luce e amore.

          Questa spiegazione è bella ed è anche vera. Poi concorda perfettamente con molte altre scoperte della biologia relative alla nascita della vita. Poiché non esiste uno strumento capace di misurare l’intensità dell’amore, alcuni scienziati sostengono che non esiste affatto. Ed ignorandola vorrebbero spiegare tutto, anche la nascita della vita, con risultati talvolta bizzarri. Ma non solo ciò che è scientifico è vero. Poi molti altri scienziati meno prevenuti riescono a spiegare tutto l’ordine perfetto ed infinitamente complesso che si osserva nella natura, specialmente nel momento del concepimento, solo ammettondo l’esistenza di una energia infinitamente intelligente e rispettosa, che agisce sempre e di cui si vedono bene gli effetti. Solo con la presenza di questa forza creatrice essi possono spiegare il big-bang, la formazione dell’universo, della Terra, della prima cellula e di ogni nuova vita.           Il bambino è essenzialmente energia di puro amore. Questa tesi non sembra una verità così sconvolgente. In quasi tutte le culture i bambini sono stati accolti come una benedizione proveniente dal cielo o dalla natura. Anche se poi, come vedremo, li maltrattavano. In attesa che gli scienziati concordino sulla esistenza dell’amore, i bambini non possono morire né di fame, né nello spirito. Perciò ci permettiamo nel frattempo di proporre una nuova cultura che vede nel bambino proprio la più alta forma di amore con cui l’artefice della vita continua a partecipare alla creazione. Rinnovando la vita con nuovo amore per aiutarci a rispettarla. Allora tutta la tenerezza e l’amore che proviamo verso queste piccole creature probabilmente è soprattutto il riflesso della loro natura profonda, l’amore che irraggia tutte le persone intorno.           Sono più i neonati che amano i genitori che non il contrario. Anche se non pensano ancora, anzi ancor più per questo. L’amore è uno stato della persona, o lo si vive oppure no. Non tutti i genitori lo vivono ma i loro piccoli sì e lo vogliono incontrare nei genitori. Lo cercano anche se la loro mamma non li ha mai amati, però come fanno a cercarlo se non lo conoscono? Probabilmente l’hanno già sperimentato.           Forse è l’amore la prima esperienza del bimbo. Una impronta o imprinting iniziale che ne determina e informa anche tutta la loro essenza profonda. Una esperienza inconscia così grande e piena che poi non smetteranno più di cercare durante tutta la loro vita. Consciamente o no. Il bambino si attende di essere accolto con amore perché è quella la sua natura. è sintonizzato sulle frequenze della vera vita che è quella nell’amore. è lui stesso pieno di amore e chi non è così lo disturba.           Per accostarci ad un bambino senza disturbarlo è necessario sintonizzarci sulle sue frequenze. Ma non è così facile, perché la qualità dei bimbi è altissima, la nostra può esserlo molto meno. Ogni volta che un bambino durante la sua crescita sarà ferito, non rispettato dalle mancanze di qualità di amore degli altri, perderà un po’ della sua carica vitale iniziale, perderà un po’ di se stesso, si chiuderà in se stesso in proporzione di quanto non viene accolto. Allora i lupi di oggi siamo noi ogni volta che interagiamo con un bambino senza tutta la completezza necessaria. Quella che solo l’amore ci dà.           Ma cosa vuol dire amore? La scienza non è in grado di rispondere direttamente a questa domanda. Eppure se ne possono misurare gli effetti. «Se io dicessi ai pazienti di elevare i livelli ematici di immunoglobuline o di linfociti T, nessuno saprebbe come fare, ma se io potessi insegnare loro ad amare pienamente se stessi e gli altri, quello stesso cambiamento si verificherebbe automaticamente. La verità è che l’amore guarisce» (Bernie Siegel, chirurgo pediatrico). L’amore soprattutto rispetta, invece l’assenza di amore ferisce.

          È infatti scientificamente osservabile l’effetto della non serenità interiore della mamma sulle terminazioni nervose dell’embrione addirittura già all’inizio del secondo mese di gravidanza. L’amore allora è innanzitutto capacità di cogliere con la nostra anima la qualità elevatissima del bambino, per rispettare pienamente le potenzialità e sostenerne l’espressione.

 

Alberico Cecchini

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