Perché pregare il Rosario ogni giorno?

Nell'Udienza generale di mercoledì 6 ottobre 2004, alla vigilia della Memoria liturgica della Beata Vergine del Rosario, il Pontefice Giovanni Paolo II ha rivolto una esortazione ai credenti: 'Fate del rosario la vostra preghiera di ogni giorno'. Per capire il senso e le implicazioni di questo appello, ZENIT ha intervistato padre Jes√∫s Castellano Cervera, O.C.D., Professore di Teologia Sacramentaria e di Spiritualità presso la Pontificia Facoltà Teologica e il Pontificio Istituto di Spiritualità 'Teresianum'.

Perché pregare il Rosario ogni giorno?

da Teologo Borèl

del 01 gennaio 2002

Perché il Santo Padre invita i cristiani a pregare il Rosario ogni giorno?

Per molte ragioni. Lo fa innanzitutto lui e dona l'esempio a tutti. Mi ricordo che proprio all'inizio del suo pontificato nell’ottobre del 1978 già raccomandava a tutti questa preghiera che lui definiva la mia preghiera preferita.

Lo propone oggi, dopo la Lettera Apostolica sul Rosario del mese di ottobre del 2002, perché ha voluta dare un impulso nel modo di pregare il Rosario in comunione con Maria, contemplando e vivendo i misteri di Gesù, e innalzando la preghiera così detta vocale al rango di preghiera contemplativa.

Che cosa ha il Rosario di differente da altre preghiere e perché è così importante rivolgere le proprie suppliche a Maria?

Il Rosario, come costa dalla sua progressiva nascita ed organizzazione, è come una preghiera semplice ed intensa che fa memoria dei misteri della nostra redenzione.

Il nucleo della contemplazione è offerto dalla progressiva meditazione dei misteri di Cristo e di Maria: gaudiosi (incarnazione ed infanzia), luminosi (vita pubblica), dolorosi ( passione e morte), gloriosi ( risurrezione e glorificazione di Cristo e di Maria). Si tratta del nucleo essenziale della nostra fede e del mistero di Cristo.

La contemplazione viene compiuta con l'appoggio delle preghiere del Padre nostro, Ave Maria e Santa Maria, Gloria al Padre.

Tutto con un ritmo contemplativo che assimila i misteri per deporli nel cuore e riviverli.

Ma non tutte le preghiere sono suppliche a Maria. Il Padre nostro ci mette in contatto con il Padre, per Cristo e nello Spirito. La prima parte dell’Ave Maria ha un carattere invocativo e contemplativo del mistero della Vergine Maria, Madre del Signore, e finisce con la memoria del nome e della persona di Gesù.

Vera supplica è solo la seconda parte dell'Ave Maria, rivolta alla Vergine Maria, Madre di Dio, per noi peccatori e nella prospettiva della salvezza eterna. Il Gloria ci riporta di nuovo alla Trinità, fonte e culmine della nostra vita e della nostra preghiera.

Molti lamentano lo stress di una vita in cui si ha poco tempo a disposizione da dedicare alla preghiera. Come si può pregare il rosario?

La preghiera del rosario è semplice. Non richiede un luogo particolare, né un libro, neppure una sosta silenziosa. Lo possiamo pregare dovunque, per strada, in macchina, nella metropolitana, passeggiando. Chiede solo un pò di attenzione della mente e del cuore. Viene anche incontro allo stress, perché è una preghiera che dona pace al cuore e alla mente, e ci permette, aggiungendo una intenzione ad ogni mistero, come faceva il Beato Giovanni XXIII, di entrare in comunione con tutti e intercedere con Maria per la salvezza di tutti.

Insieme al Rosario il Santo Padre sta indicando ai credenti di prestare molta attenzione all'Eucaristia. Quale legame esiste tra la preghiera a Maria e l'Eucaristia?

Nella celebrazione eucaristica viviamo tutto il mistero di Cristo nel nucleo fondamentale che è il memoriale della sua morte e risurrezione in forma sacramentale ed eminentemente ecclesiale.

Nel Rosario prolunghiamo personalmente o in gruppo la meditazione, la contemplazione e la comunione con il Signore, attraverso i singoli misteri di Cristo e di Maria, dall'Annunciazione fino alla coronazione della Vergine Madre, passando per tutto il cammino evangelico di Cristo e della Madre. Il Rosario ci prepara all'Eucaristia e prolunga nella contemplazione la comunione con Cristo e con Maria.

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