"C’è qualcosa, però, relativo a questo giovane carismatico che poche persone conoscono: amava confessarsi". In questa Quaresima, ricorrete alla Confessione nello stile del beato Pier Giorgio Frassati
Alcuni santi lasciano veramente un segno in noi. Forse è per via dei loro sacrifici, della loro devozione o del loro coraggio, o magari è solo a causa di qualcosa che li riguarda e che ci piacerebbe emulare.
Per me, il santo di riferimento è il beato Pier Giorgio Frassati. È il modello di tutto che vorrei che avessero i miei figli: entusiasmo per la vita, desiderio di aiutare gli altri, devozione alla famiglia – sia sulla Terra che in Cielo – e una buona dose di buonumore.
C’è qualcosa, però, relativo a questo giovane carismatico che poche persone conoscono: amava confessarsi. Aveva bisogno di farlo. Nello splendido libro Finding Frassati and Following His Path to Holiness, di Christine M. Wohar, conosciamo un po’ di più le sue abitudini di Confessione.
Secondo la Wohar, spesso Frassati si confessava ogni giorno, ma in un’occasione non ce l’ha fatta.
L’autrice riferisce di un episodio particolare che padre Righini le aveva raccontato mentre lei lavorava al suo testo. Apparentemente, mentre il sacerdote stava andando a Messa nella basilica della Consolata a Torino, Pier Giorgio andò da lui verso le 11.
Il giovane devoto chiese al sacerdote se “poteva avere il piacere di confessarsi”, ricordava p. Righini. Preso alla sprovvista ma volendo aiutare Pier Giorgio, il sacerdote si guardò intorno per vedere se c’era una chiesa nelle vicinanze. Nel classico stile di Frassati, il ragazzo disse: “Non è necessario, mi confesserò qui per strada”.
Il sacerdote disse che poi Frassati si era tolto il cappello, aveva fatto il Segno della Croce e aveva iniziato a confessarsi. Se p. Righini era distratto dai rumori della strada, Frassati sembrava non curarsi di quello che lo circondava, e “subito dopo se ne andò via soddisfatto e felice”.
Quanto è bello vedere che confessare i propri peccati porta a una soddisfazione e a una felicità simili! Sua sorella, Luciana Frassati, offre spunti sul motivo per cui il fratello provava quella pace dopo la Confessione. Nel suo libro Mio Fratello Pier Giorgio afferma che il giovane voleva accostarsi a Dio più frequentemente possibile per purificare la sua anima, e cercava aiuto e consigli dal suo confessore per poter vivere in modo più profondo la vita cristiana.
“Possedendo la pace del Signore, per lui era più facile soffrire, compiere sacrifici, affrontare il silenzio quotidiano in casa e le difficili prove di carità all’esterno”.
È la nozione stessa di “possedere la pace del Signore” nella Quaresima che inizia che dovremmo cercare di raggiungere. Sentire Dio al nostro fianco, che ci offre sostegno mentre compiamo sacrifici nel Suo nome.
Da un punto di vista pratico, è improbabile che sperimentiamo una Confessione spontanea su un marciapiedi, ma nulla può impedirci di andare nella nostra parrocchia per cercare perdono e assistenza divina con lo stesso fervore di Pier Giorgio. Ci aiuterà ad affrontare il mondo con uno spirito più leggero.
Di Cerith Gardiner
Tratto da aleteia.org - troverete anche una galleria del Beato con una breve biografia
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