del 15 dicembre 2012
O Signore, com'è difficile accettare la tua via! Tu vieni a me come un piccolo e debole bambino nato lontano da casa sua. Tu vivi per me come uno straniero nella sua terra. Tu muori per me come un criminale fuori delle mura della città, reietto dal tuo stesso popolo, frainteso dai tuoi amici e sentendoti abbandonato dal tuo Dio.
Mentre mi preparo a celebrare la tua nascita, cerco di sentirmi amato, accettato e a casa mia in questo mondo, e cerco di vincere i sentimenti di alienazione e di separazione che continuano ad assalirmi. Mi chiedo, però, se il mio profondo senso di non avere una casa non mi porti più vicino a te dei miei occasionali sentimenti di appartenenza. Dove celebro veramente la tua nascita? Nell'intimo della casa o in una casa straniera, fra amici accoglienti o fra stranieri sconosciuti, con sentimenti di benessere o con sentimenti di abbandono?
Non devo sfuggire alle esperienze che sono più vicine alle tue. Come tu non appartieni a questo mondo, così io pure non appartengo a questo mondo. Ogni volta che sento così, ho l'occasione di essere grato e di abbracciarti meglio e di gustare più pienamente la tua gioia e la tua pace.
Vieni, Signore Gesù, e sta' con me laddove mi sento più povero! Confido che questo sia il luogo dove troverai la tua mangiatoia e porterai la tua luce. Vieni, Signore Gesù, vieni! Amen! ( Henri J. M. Nouwen, "In cammino verso l'alba", Ed. Queriniana )
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