«Terrò con cura la pagella come conservo quelle della scuola, ma nel farlo starò attento a metterla a portata d'occhio così da ricordarmi i miei limiti e le mie risorse, dove posso migliorare e quanto devo mantenere».
«Ecco dunque la prima parola [...] non ci è mai lecito ritenerci soddisfatti di noi stessi e credere di essere già formati. Deve sempre permanere viva una positiva, santa insoddisfazione. Siamo figure incompiute, soltanto abbozzate. Siamo credibili solo nella misura in cui ci rendiamo conto che un’identica verifica etica attende me, e colui che deve essere educato. Innanzitutto, vogliamo entrambi diventare ciò che dobbiamo essere». Queste parole di Romano Guardini sono l'incipit della scheda che mi è stata data dalla direzione della mia scuola alla fine di quest'anno scolastico; contiene i risultati di un sondaggio attento fatto tra gli alunni sui docenti, in forma anonima, in merito a preparazione culturale, capacità di insegnamento, serenità nelle relazioni con la classe ed i singoli, abilità nel mantenere l'ordine e la disciplina. Insomma si tratta di una vera e propria pagella!
Il dibattito sulla valutazione dei prof da parte degli alunni è interessante e vivo a periodi alterni; si è spento un po' nella scuola mentre le università vi puntano di più. Devo dire che una classe ha svolto il sondaggio-pagella proprio durante una mia ora ed è bello vedere che sono stati onesti e non si sono lasciati "intimorire" dalla mia presenza. In fondo che c'è di male nell'essere valutati? Se ci pensiamo bene, siamo messi alla prova continuamente laddove ci troviamo e pure in classe. L'attenzione degli alunni, la partecipazione alle lezioni, le risposte alle verifiche, un certo di tipo di relazioni non sono forse il frutto di un voto che gli studenti ci danno pur senza scriverlo? Vederlo sulla carta fa un certo effetto, leggere le medie numeriche ci impressiona un po', ma in fondo non è quello che i nostri alunni si trovano davanti più volte durante l'anno fino al "giudizio finale"?
Qualcuno tra i docenti potrà obiettare che abbiamo già dato prima a scuola, poi all'università, in seguito con i concorsi e le specializzazioni, per non dire l'anno di prova! Perché pure gli studenti? In calce alla stessa scheda con la mia pagella, prima dell'augurio di una buona estate e del ringraziamento, c'è scritto: «Il parere degli allievi non ha valore scientifico e non è infallibile, ma di certo è indicativo per il modo con cui scorgono in noi competenza e professionalità, finezza di tratto e rispetto, intraprendenza educativa e didattica. Equidistanti dall'autoesaltarci o dal non esigere da noi stessi alcun miglioramento, come anche dall'abbatterci e lasciarci prendere dalla frustrazione, i nostri giovani ci invitano ad osare di più per migliorare la nostra personalità umana, educativa e professionale, mentre noi continuiamo a chiedere loro un maggiore impegno e coraggio nella crescita umana e culturale».
Terrò con cura la pagella come conservo quelle della scuola, ma nel farlo starò attento a metterla a portata d'occhio così da ricordarmi i miei limiti e le mie risorse, dove posso migliorare e quanto devo mantenere, soprattutto la voglia di "diventare ciò che devo essere".
Marco Pappalardo
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