Professione Perpetua: intervista a Simone del Negro

L'8 dicembre 2022, Simone del Negro farà la Professione Perpetua tra i Salesiani di Don Bosco. Noi di donboscoland lo abbiamo intervistato. Cosa vuol dire essere salesiano per tutta la vita?

Le Costituzioni della Società Salesiana di don Bosco dicono che «la professione religiosa è un segno dell’incontro di amore tra il Signore che chiama e il discepolo che risponde donandosi totalmente a Lui e ai fratelli. È una scelta tra le più alte per la coscienza di un credente, un atto che riprende e riconferma il mistero dell’alleanza battesimale per una sua espressione più intima e piena. Obbligandosi pubblicamente di fronte alla Chiesa, mediante il cui ministero viene consacrato più intimamente al servizio di Dio , il salesiano inizia una vita nuova che si realizza in un servizio di dedizione permanente ai giovani. Nella professione si esprime anche l’impegno reciproco del professo che entra nella Società e di questa che lo accoglie con gioia». 

Giovedì 8 dicembre, alle ore 15, nella Parrocchia di Scalon di Porto Viro (in provincia e Diocesi di Chioggia), Simone Del Negro rinnoverà la professione, consacrandosi per sempre a Dio nella vita religiosa della Congregazione salesiana. Noi di donboscoland lo abbiamo intervistato per voi. Ecco qua la nostra intervista:

Ciao Simone, anzitutto ti chiediamo di presentarti: raccontaci un po’ di te. 
Mi chiamo Simone, sono originario della bassa friulana e ho 28 anni. 
Studio teologia a Torino nella casa della Crocetta insieme ad altri compagni salesiani da tutto il mondo. Nel fine settimana do una mano nell’unità pastorale 30 di Torino, ed in particolare nella parrocchia diocesana di Gassino. 
Sono salesiano da 7 anni, e ho fatto il tirocinio nelle case di Schio e del San Marco di Mestre. 

Com’è nata la tua vocazione? E come hai capito che il Signore ti chiama alla vita salesiana?
La mia vocazione è nata in modo molto semplice, cominciando a fare l’animatore d’estate ai campi scuola della casa salesiana di Santa Maria la Longa, e dando una mano in oratorio in parrocchia. Lentamente ho visto che stare coi ragazzi diventava per me un’esigenza sempre più importante. Allo stesso tempo il cammino di formazione, di fede e di accompagnamento con un salesiano mi mettevano in discussione come persona, facendomi riflettere su che uomo volessi essere e mettendomi davanti agli occhi la necessità di scegliere se fare le scelte di tutti i giorni a partire solo dal mio egoismo e dalle mie paure o lasciandomi provocare dalla presenza degli altri. 
In questo cammino normale il Signore si è fatto sentire, mostrandomi come - fidandomi di Lui - alla fine mi ritrovavo ad essere più me stesso. 
Diciamo che, molto semplicemente, ho scoperto come il Signore mi chiamava grazie al fatto che nella vita al servizio dei ragazzi mi sentivo più Suo, e quindi più io. 

Quali sono le cose più belle della vita salesiana?
La cosa che mi piace di più della vita salesiana è poter vivere e creare con la comunità salesiana e con i ragazzi dei luoghi in cui crescere e conoscere assieme cosa Dio ha pensato per ciascuno e tutti. Allo stesso tempo la gioia più grande per me è la possibilità di poter stare costantemente con i ragazzi, condividere le loro gioie e fatiche, accompagnarli nell’affrontare le normali esperienze e prove della vita, essere in qualche modo per loro amico e padre. 

Quali sono invece le sfide che vedi per la vita religiosa?
Penso che l’attuale grande sfida sia quella che molte volte nella storia si è già proposta: "in che modo Dio ci chiama a vivere oggi il suo amore?" 
Credo che tra le tante sfide ci venga chiesto oggi di entrare in una logica di maggior semplicità e radicalità di vita. Forse Dio e i giovani chiedono alla vita consacrata non tanto di essere significativi secondo i criteri del mondo, ma nella testimonianza di Cristo. 
Credo che sempre di più dovremo esser capaci di vivere davvero la nostra vita consacrata, in termini non quantitativi (fare tante cose) ma qualitativi (una buona vita di comunità e di preghiera al servizio entrambe della missione coi ragazzi) e cercare sempre di più di condividere la vita con i giovani per permettere a loro di conoscere meglio la vita consacrata e a noi di rendere più vera la nostra missione. 

Salesiano “per sempre”. Quali sono i tuoi sogni da consacrato?
Il mio sogno è quello di poter vivere e aiutare costruire un ambiente in cui il tenore delle relazioni e della vita di cura per i più piccoli parlino di Dio e aiutino i più lontani ad accorgersi di quanto il Signore sia davvero colui che compie i desideri del loro cuore. Insieme a questo ho in cuore il desiderio di poter continuare a studiare, magari in gruppo con qualche confratello, e di poter proporre, assieme a loro, un modo di comprendere la cultura in cui siamo inseriti, valorizzandola e mettendola in dialogo con la fede. 

Ringraziamo di cuore Simone per la sua testimonianza e per quanto sta facendo a favore dei giovani che incontra. Gli auguriamo di realizzare anche i suoi sogni e desideri, secondo la volontà di Dio. E l'8 dicembre, solennità dell'Immacolata, saremo vicini a lui con la preghiera.

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