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Proposte per vivere con san Francesco di Sales [1° parte]

Riflessioni e studi di don Paolo Mojoli su San Francesco di Sales: prima parte.


Proposte per vivere con san Francesco di Sales [1° parte]

da Teologo Borèl

 

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Un angolino della vita di fede: al di là dei (nostri) peccati che fanno polvere e ci offuscano la vista, troviamo un entusiasmante ed incandescente mondo tracciato da chi ha creduto. Un messaggio affascinante e scomodo nella s. Messa di qualche tempo fa: «La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l’azione del tuo santo Spirito». C’è chi consiglia «Va’ dove ti porta il cuore»… l’incontro vero con Gesù è capace addirittura di trasformare in meglio la mente, il cuore, l’anima, la volontà, perfino il corpo: proprio tutto di noi.  Francesco di Sales, nella Filotea, ci mette tutti in guardia dal sentimentalismo: «Molti, specialmente le donne, cadono nel grave errore di credere che il servizio che noi rendiamo a Dio senza piacere, senza tenerezza di cuore e senza sentimento, sia meno gradito alla Maestà divina; al contrario, le nostre azioni sono come le rose che, quando sono fresche, sono più belle, quando invece sono secche emanano un profumo più acuto: lo stesso avviene per le nostre opere; quelle fatte con tenerezza di cuore piacciono più a noi, dico a noi, perché noi guardiamo soltanto il nostro piacere; quelle invece compiute con aridità e sterilità, sono più profumate e hanno più valore davanti a Dio». Di fronte alla fatica, è necessaria l’onestà interiore. Forse vengo tentato dal maligno? Provo piacere oppure sono già disponibile a compiere il male? Francesco dice che la nostra anima è come «una giovane principessa molto amata dal suo sposo» a cui viene proposto di tradirlo. Come reagire? Oltre al discernimento dentro di sé, Francesco propone incessantemente il riferimento alla guida spirituale, confessore, amico spirituale. Siamo chiamati a far germogliare in noi frutti autentici di bene e non solo dei futili o inconsistenti «funghi spirituali»!

 

 

Nella grandezza della vena poetica e della saggezza spirituale, Francesco paragona la nostra vita spirituale ad una imbarcazione: «Qualunque rotta prenda la nave, sia che faccia vela verso ponente o verso levante, verso mezzogiorno o verso settentrione, qualunque sia il vento che la spinge, l’ago della bussola sarà sempre rivolto alla bella stella e al polo. Anche se tutto dovesse capovolgersi, non soltanto intorno a noi, ma anche dentro di noi, nonostante tutto, per sempre e costantemente, la punta del nostro cuore, il nostro spirito, la nostra volontà superiore, che è la nostra bussola, deve guardare senza sosta e tendere stabilmente verso l’amore di Dio suo Creatore, suo Salvatore, suo unico e supremo bene. E questo indipendentemente dal fatto che la nostra anima sia nella tristezza o nella gioia, nella dolcezza o nell’amarezza, in pace o nel turbamento, nella luce o nelle tenebre, nella tentazione o nella serenità, nel piacere o nel disgusto, nella aridità o nella tenerezza, sia infine che il sole la bruci o che la rugiada la rinfreschi!».

 

 

don Paolo Mojoli

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