Diario di viaggio dei giovani che hanno partecipato all'Impresa Ciclistica da Trieste a Wadowice
2-15 agosto
Anche quest’anno, l’impresa è stata una bella occasione per mettere in gioco la propria vita, lasciandosi provocare dalla fatica fisica e dai tanti testimoni incontrati lungo il percorso. È stata un’esperienza di generosità e servizio, che ci ha portati a conoscere in particolare due figure: il beato Stefano Sandor a Budapest e san Giovanni Paolo II in Polonia.
La serata passata all’oratorio di Trieste, in cui ci siamo incontrati per la prima volta, è stata un tempo prezioso per iniziare a conoscerci, entrare nel clima di essenzialità dell’esperienza e, soprattutto, introdurci al tema formativo per iniziare a chiederci per chi o per cosa pedalare, affidando a Maria i chilometri che ci aspettavano.
Partiti alla volta di Lubiana, durante la mattinata abbiamo riflettuto sul fatto che per rispondere alla domanda “quand’è che cominciamo a fare un po’ di bene?” bisogna tirar fuori un po’ di coraggio per affrontare i rischi e le sfide della vita. Siamo coraggiosi o spavaldi? Arrivati a destinazione con una leggera pioggerellina, dopo una bella serata di gioco, Simone ci ha provocati ancora sul tema del vero coraggio.
Durante la seconda tappa abbiamo toccato con mano la verità della Provvidenza. Dopo i primi 40 km è iniziata una forte pioggia che ha portato all’esondazione di qualche fiume, impedendoci di proseguire verso Maribor. Fatta una sosta ad un distributore per capire il da farsi, abbiamo poi trovato una famiglia che ci ha per l’intero pomeriggio, ci ha trovato un posto in cui dormire e si è presa cura di ciascuno. Che regalo di Maria!
Sempre sotto la pioggia, siamo potuti partire per Maribor. Una volta arrivati, ben bagnati, abbiamo trovato un fuoco, acceso da uno dei salesiani che ci ospitava, attorno a cui scaldarci e asciugare i vestiti. Ristorati, abbiamo vissuto un bel momento di condivisione a gruppi, confrontandoci sull’esperienza dell’impresa in relazione alla nostra vita. Dopo cena siamo partiti in pullman per Szombathely (Ungheria) per recuperare la tappa persa.
Giornata di pianura con un timido sole, in cui abbiamo celebrato la festa della Trasfigurazione e ci siamo interrogati sulla nostra capacità di tenere insieme i “pezzi” della nostra vita. Arrivati a Gyor siamo stati accolti nella palestra dell’università. Al termine della giornata ci siamo affidati a Maria con la recita del rosario, consegnandole le intenzioni per cui avevamo scelto di fare fatica.
Prima foratura dell’impresa, al km 0.01! Nonostante il brutto inizio, la pioggia ci ha quasi abbandonato (ma il freddo no!). La tappa, di circa 130 km, è stata tranquilla e ci ha portato nella casa salesiana di Budapest dove ci siamo fermati anche il giorno successivo. Abbiamo riflettuto sul lasciarsi amare, anche per prepararci al ritiro che avremmo vissuto l’indomani.
Tempo di ritiro! Accompagnati dalla figura del beato Stefano Sandor, di cui abbiamo visitato i luoghi, ci siamo lasciati provocare da alcuni spunti sui nostri desideri, sul tutto necessario a realizzarli e soprattutto sul tempo come cosa più preziosa che abbiamo a disposizione; infine, abbiamo chiesto al beato il coraggio di prenderci sul serio nella vita di tutti i giorni. Durante la messa, Mikhail ha rinnovato i suoi voti. Nel pomeriggio, visita della città e cena libera. È stata, inoltre, l’occasione per accostarsi alla confessione.
Di nuovo in sella verso la Slovacchia! Riprendere a pedalare è stato difficile, ma tutto sommato siamo arrivati, accompagnati sempre da un po’ di pioggia, alla nostra meta. Durante la giornata abbiamo riflettuto sulle nostre amicizie, guardando anche a quelle che stavano nascendo tra di noi. Dopo una bella serata in fraternità, abbiamo concluso con la buonanotte di Stefano.
Buon compleanno capo meccanico! I 130 km che ci hanno portato a Zilina erano caratterizzati da diversi saliscendi che ci hanno tenuti allegri. Arrivati a destinazione, abbiamo parlato dell’importanza di avere una guida spirituale, rispetto alla quale abbiamo poi condiviso fatiche e passi fatti. E per la prima volta… letti veri su cui dormire!
Avvolti dal freddo, ci siamo messi in strada per affrontare la tappa più dura, che ci avrebbe portato in Polonia. Arrivati in cima alla salita più faticosa, ci siamo interrogati su quanto abbiamo il coraggio di “metterci la faccia” nella nostra quotidianità. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati dai salesiani di Auschwitz, dove abbiamo vissuto qualche momento di gioco e fraternità.
La vita si può dare, ma anche togliere: questo abbiamo visto e toccato durante la mattinata. La visita ai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau ci ha fortemente impressionati, ma ci ha anche aiutato a far luce sulla grande figura di santità di Massimiliano Kolbe, che proprio in quei luoghi ha dato la sua vita per salvare quella di un compagno. Dopo la visita, un momento di risonanza personale e un bel pomeriggio di gioco e allegria al fiume; infine un momento di condivisione a gruppetti su ciò che più ci aveva colpiti della visita.
L’ultima tappa estera ci ha portato sui luoghi di San Giovanni Paolo II, le cui riflessioni ci hanno accompagnato nelle tappe precedenti. A Wadowice, suo paese natale, grazie al suo motto (Totus tuus), abbiamo iniziato a riflettere sul “tutto” che ci è chiesto al termine di questa esperienza. Una volta arrivati al santuario di Kalwaria, dopo la Messa, ci siamo regalati un pomeriggio di silenzio per iniziare a fare sintesi delle tante perle preziose raccolte durante queste giornate. Infine, dopo cena, siamo partiti in pullman verso Pordenone.
Arrivati a Pordenone alle 11, dopo 13 ore di viaggio, ci siamo sgranchiti le gambe con una buona partita a calcio. Dopo pranzo ciascuno ha condiviso i frutti che le tante provocazioni avevano fatto maturare in lui durante l’impresa. Dopo la cena e un’altra sentita partita a calcio, ci è stato proposto un momento di veglia, che ci ha aiutato a scrivere una lettera indirizzata alla nostra guida spirituale.
Arrivo in salita per l’impresa 2023: i chilometri che ci separavano dalla conclusione, infatti, sono stati l’ultimo piccolo sforzo vissuto insieme. All’arrivo ci aspettava la grande festa con la messa presieduta dall’ispettore e il buffet insieme ai nostri genitori. E, alla fine, grandi saluti, grati dell’esperienza vissuta insieme che confidiamo ci cambi un po’ la vita a partire da subito… e un grande arrivederci, al primo meeting di settembre 2023!
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