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Quattro chiodi emblematici (PARTE III )

PARTE IIIDon Bosco vede sul cartello dipinti quattro chiodi molto grossi. Si rivolge alla Guida: 'Ma non capisco nulla se non mi spiega.' 'Quei quattro chiodi sono quelli che forarono e ormentarono crudelmente il nostro divin Salvatore.'


Quattro chiodi emblematici (PARTE III )

da Don Bosco

del 25 gennaio 2006

Don Bosco, partiti i Salesiani che erano con lui, rimase solo con la Guida, che gli disse:

 

— Vieni, voglio farti vedere la parte più importante; oh, avrai da imparare! Vedi là quel carro?

 

— Lo vedo.

 

— Sai che cos’è?

 

— Ma non vedo bene.

 

— Se vuoi veder bene, avvicinati. Vedi quel cartellone? Osservalo: su quel cartello vi è l’emblema: da quello conoscerai.

 

Don Bosco si avvicina e vede su quel cartello dipinti quattro chiodi molto grossi. Si rivolge alla Guida:

 

— Ma non capisco nulla se non mi spiega.

 

— Quei quattro chiodi sono quelli che forarono e tormentarono crudelmente il nostro divin Salvatore.

 

— E con ciò?

 

— Sono quattro chiodi che tormentano le Congregazioni religiose. Se eviti questi quattro chiodi, se la tua Congregazione saprà tenerli lontani, le cose andranno bene e voi sarete salvi.

 

— Ma io ne so come prima: che cosa significano quei quattro chiodi?

 

— Se vuoi saperlo visita quel carrozzone che ha i chiodi per emblema. Vedi: quel carrozzone ha quattro scompartimenti, ciascuno dei quali corrisponde a un chiodo.

 

— Ma quei scompartimenti che cosa significano?

 

— Osserva il primo.

 

Don Bosco osserva e legge sul cartello: Quorum Deus venter est (Il loro dio è il ventre).

 

— Oh, adesso comincio a capire qualche cosa.

 

— Questo è il primo chiodo che tormenta e manda in rovina le Congregazioni religiose. Esso farà strage anche di voi, se non stai attento. Combattilo bene e vedrai che le tue cose prospereranno.

 

Ora veniamo al secondo scompartimento. Leggi l’iscrizione del secondo chiodo: Quaerunt quae sua sunt, non quae Jesu Christi. (Cercano le cose loro e non quelle di Gesù Cristo). Quivi sono quelli che cercano le proprie comodità, gli agi, e brigano per il bene proprio e forse anche dei parenti; e non cercano il bene della Congregazione, che è quello che forma la porzione di Gesù Cristo. Sta’ attento, allontana questo flagello e vedrai prosperare la Congregazione.

 

Siamo al terzo scompartimento. Osserva l’iscrizione del terzo chiodo: Aspidis lingua eorum (la loro è la lingua di un serpente). Chiodo fatale per le Congregazioni sono i mormoratori, i sussurroni, quelli che cercano sempre di criticare o per diritto o per traverso.

 

Ed ecco il quarto scompartimento con la scritta: Cubiculum otio sitatis (la sede degli oziosi). Qui sono gli oziosi, e quando si comincia a introdurre l’ozio, la comunità resta bell’e rovinata; invece finché si lavorerà molto, nessun pericolo per voi. Ora osserva ancora una cosa che vi è in questo carrozzone, a cui molte volte non si bada. Vedi quel ripostiglio che non fa parte di nessun scompartimento e che si estende a tutti?

 

— Vedo, ma non vi è altro che erbacce e foglie secche.

 

— Bene, osserva l’iscrizione che sta quasi nascosta.

 

Don Bosco osserva bene e vede scritto: Latet anguis in herba (tra l’erba sta nascosto il serpente).

 

— Vi sono certi individui — spiega la Guida — che stanno nascosti, non parlano, non aprono mai il cuore ai superiori e ruminano sempre in cuore i loro segreti. Sta’ attento: latet anguis in herba. Sono veri flagelli, vera peste delle Congregazioni. Anche se cattivi, se fossero conosciuti, si potrebbero correggere; ma no, stanno nascosti e intanto il veleno si moltiplica nel loro cuore; e quando fossero conosciuti, non si sarebbe più in tempo per riparare il danno che già hanno prodotto.

 

Tieni dunque bene a mente le cose che devi tenere lontano dalla tua Congregazione. Da’ ordine che queste cose siano spiegate e rispiegate a lungo. Facendo così sta’ tranquillo sulla tua Congregazione: le cose prospereranno un giorno più dell’altro.

 

A questo punto Don Bosco pregò la sua Guida di permettergli di scrivere quanto gli aveva detto.

 

— Se vuoi far la prova — rispose —‘ scrivile; ma temo che ti manchi il tempo.

 

Infatti egli udì un gran rumore e vide ricomparire il toro furio so della prima parte del sogno; e fu tanto spaventato alla sua vista che si sveglio.

 

Don Bosco concluse: « Sarebbe un bel frutto degli Esercizi se noi proponessimo di attenerci al nostro stemma: LAVORO E TEMPERANZA; e se procureremo con tutte le nostre forze di evitare i quattro chiodi che martoriano le Congregazioni, a cui c’è da ag giungere che ciascuno sia sempre aperto, schietto e confidente con i propri superiori. In questo modo faremo del bene alle anime no stre, e nello stesso tempo potremo salvare quelle che la divina provvidenza affiderà alle nostre cure».

san Giovanni Bosco

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