Ratzinger tra i top-20 di Foreign Policy

La rivista liberal Usa loda Benedetto XVI perchè contrario al capitalismo estremo e difende l'ambiente.

Ratzinger tra i top-20 di Foreign Policy

da Attualità

del 11 dicembre 2009

 

Alla fine dell’anno abbondano le classifiche stilate da enti, giornali, think tank sui 12 mesi appena trascorsi.

          E la rivista americana Foreign Policy stende la sua tradizionale lista dei 100 pensatori più importanti a livello planetario «che hanno dato forma al nostro mondo nel 2009».

 

Quest’anno la palma d’oro del magazine di politica internazionale viene vinta dal presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, confermato a tale carica dal nuovo numero uno della Casa Bianca Barack Obama. 

 

Tra le prime 20 posizioni si collocano diversi personaggi del Sud del mondo, come la moglie del leader dell’opposizione iraniana Moussavi, Zahra Rajnavard, che Foreign policy considera «la mente nascosta» delle proteste di Teheran contro la rielezione del presidente Ahamadinejad, oppure l’ex presidente brasiliano Fernando Cardoso, lodato da Foreign Policy per la sua posizione anti-proibizionista (e tale affermazione la dice tutto sul carattere alquanto liberal di tale rivista)

 

Ma al 17° posto spicca la sorpresa-Benedetto XVI, che precede di gran lunga – tra gli altri - il biologo neo-ateo Richard Dawkins (18°), l’economista del New York Times Thomas Friedman (21°), il direttore dei Newsweek Fareed Zakaria (37°), il Premio Nobel Muhammad Ynus (46°), lo studioso islamico Tariq Ramadan (49°) o l’economista di Harvard Amartya Sen (58°).

Ma cosa ha fatto Ratzinger per venir riconosciuto nella top 20 dei pensatori globali del 2009?

Secondo la rivista Usa, «Benedetto ha certamente spinto la Chiesa più vicino alla sua forma originaria rispetto alle modernizzazioni del Vaticano II».

 

 

E sebbene tale mossa «abbia suscitato controverse, in particolare con il tentativo di reintegrare i vescovi scomunicati della Società di San Pio X», Foreing policy riconosce al pontefice tedesco di «aver parlato a voce chiara sui pericoli di un capitalismo spericolato; ha reso la Chiesa, in maniera inaspettata e decisamente forte, un avvocato dell’ambiente e ha ammonito sui rischi dei cambiamenti climatici. E, nonostante le iniziali incomprensioni con il mondo musulmano e la rabbia di quanti hanno visto un tentativo di adescare i conservatori anglicani illusi nella Chiesa cattolica, il papa ha lavorato duro per il dialogo interreligioso». 

 

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