Rise Up è il nuovo modello di catechesi per la Giornata Mondiale della Gioventù che sfida i giovani a riflettere sui grandi temi affrontati durante il pontificato di Papa Francesco: Ecologia Integrale, Amicizia Sociale e Misericordia.
Lettura dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 39-50)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Allora Maria disse:
“L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.”
Parola del Signore.
“Maria, dopo l’annunciazione, avrebbe potuto concentrarsi su sé stessa, sulle preoccupazioni e i timori dovuti alla sua nuova condizione. Invece no, lei si fida totalmente di Dio. Pensa piuttosto a Elisabetta. Si alza ed esce alla luce del sole, dove c’è vita e movimento. Malgrado l’annuncio sconvolgente dell’angelo abbia provocato un ‘terremoto’ nei suoi piani, la giovane non si lascia paralizzare, perché dentro di lei c’è Gesù, potenza di risurrezione. […] Si alza e si mette in movimento, perché è certa che i piani di Dio siano il miglior progetto possibile per la sua vita. [...] Sperimentare la presenza di Cristo mette subito in movimento e spinge a portare agli altri questa notizia, a testimoniare la gioia di questo incontro.”
(Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù).
“La Madre del Signore è modello dei giovani in movimento, non immobili davanti allo specchio a contemplare la propria immagine o ‘intrappolati’ nelle reti. Lei è tutta proiettata verso l’esterno. È la donna pasquale, in uno stato permanente di esodo, di uscita da sé verso il grande Altro che è Dio e verso gli altri, i fratelli e le sorelle, soprattutto quelli più bisognosi, come era la cugina Elisabetta.”
(Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù).
Domande
“Sant’Ambrogio di Milano, nel suo commento al Vangelo di Luca, scrive che Maria si avviò in fretta verso la montagna ‘perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l’alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze’. La fretta di Maria è perciò la premura del servizio, dell’annuncio gioioso, della risposta pronta alla grazia dello Spirito Santo. Maria si è lasciata interpellare dal bisogno della sua anziana cugina. Non si è tirata indietro, non è rimasta indifferente. Ha pensato più agli altri che a sé stessa. E questo ha conferito dinamismo ed entusiasmo alla sua vita. […] Davanti a un bisogno concreto e urgente, bisogna agire in fretta. Quante persone nel mondo attendono una visita di qualcuno che si prenda cura di loro! Quanti anziani, malati, carcerati, rifugiati hanno bisogno del nostro sguardo compassionevole, della nostra visita, di un fratello o una sorella che oltrepassi le barriere dell’indifferenza!”
(Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù).
“Ognuno di voi può chiedersi: come reagisco di fronte alle necessità che vedo intorno a me? Penso subito a una giustificazione per disimpegnarmi, oppure mi interesso e mi rendo disponibile? […] La fretta buona ci spinge sempre verso l’alto e verso l’altro. C’è invece la fretta non buona, come per esempio quella che ci porta a vivere superficialmente, a prendere tutto alla leggera, senza impegno né attenzione, senza partecipare veramente alle cose che facciamo; la fretta di quando viviamo, studiamo, lavoriamo, frequentiamo gli altri senza metterci la testa e tanto meno il cuore. Può succedere nelle relazioni interpersonali: in famiglia, quando non ascoltiamo mai veramente gli altri e non dedichiamo loro tempo; nelle amicizie, quando ci aspettiamo che un amico ci faccia divertire e risponda alle nostre esigenze, ma subito lo evitiamo e andiamo da un altro se vediamo che è in crisi e ha bisogno di noi; e anche nelle relazioni affettive, tra fidanzati, pochi hanno la pazienza di conoscersi e capirsi a fondo. Questo stesso atteggiamento possiamo averlo a scuola, nel lavoro e in altri ambiti della vita quotidiana.”
(Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù).
Rispondi alle domande:
“Quando Maria finalmente arriva a casa di Zaccaria ed Elisabetta, avviene un incontro meraviglioso! Elisabetta ha sperimentato su di sé un prodigioso intervento di Dio, che le ha dato un figlio nella terza età. Avrebbe tutte le ragioni per parlare prima di sé stessa, ma non è piena di sé ma protesa ad accogliere la giovane cugina e il frutto del suo grembo. Appena sente il suo saluto, Elisabetta è colmata di Spirito Santo. Queste sorprese e irruzioni dello Spirito avvengono quando viviamo una vera ospitalità, quando al centro mettiamo l’ospite, non noi stessi. […] A molti di noi è capitato che, inaspettatamente, Gesù ci sia venuto incontro: per la prima volta, in Lui abbiamo sperimentato una vicinanza, un rispetto, un’assenza di pregiudizi e di condanne, uno sguardo di misericordia che non avevamo mai incontrato negli altri. Non solo, abbiamo anche sentito che a Gesù non bastava guardarci da lontano, ma voleva stare con noi, voleva condividere la sua vita con noi. La gioia di questa esperienza ha suscitato in noi la fretta di accoglierlo, l’urgenza di stare con Lui e conoscerlo meglio.”
(Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù).
“Gesù è la risposta di Dio di fronte alle sfide dell’umanità in ogni tempo. E questa risposta, Maria la porta dentro di sé quando va incontro a Elisabetta. Il più grande regalo che Maria fa all’anziana parente è quello di portarle Gesù. Sicuramente anche l’aiuto concreto è preziosissimo. Ma nulla avrebbe potuto riempire la casa di Zaccaria di una gioia tanto grande e di un senso così pieno come la presenza di Gesù nel grembo della Vergine, diventata tabernacolo del Dio vivo. In quella regione montuosa Gesù, con la sua sola presenza, senza dire una parola pronuncia il suo primo ‘discorso della montagna’: proclama in silenzio la beatitudine dei piccoli e degli umili che si affidano alla misericordia di Dio.”
(Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù).
Rispondi alle domande:
Gesù: Dio ti ama. Se l’hai già sentito, non importa, voglio ricordartelo: Dio ti ama. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita. In qualunque circostanza, sei infinitamente amato.
Quello che posso dirti con certezza è che puoi gettarti tra le braccia del mio, del tuo, del nostro Padre divino che ti ha dato la vita e che continua a donartela in ogni momento.
Il nostro Padre dice a ciascuno di noi: “Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato” (Is 49, 16). “Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele” (Ger 31, 3). “Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo” (Is 43, 4).
Per il nostro Padre sei realmente prezioso, non sei insignificante. Sei importante per Lui, perché sei opera delle sue mani. Per questo ti dedica attenzione e ti ricorda con affetto. La sua memoria è un cuore tenero di compassione, che gioisce nel cancellare definitivamente ogni nostra traccia di male. Non vuole tenere il conto dei tuoi errori e, in ogni caso, ti aiuterà ad imparare qualcosa anche dalle tue cadute. Perché ti ama. Cerca di rimanere un attimo in silenzio, lasciandoti amare da Lui.
Io, Gesù, per amore, ho dato me stesso fino alla fine per salvarti. Le mie braccia aperte sulla croce sono il segno più prezioso di un amico capace di vivere il suo amore fino all’estremo.
Io, Cristo, che ti ho salvato dai tuoi peccati sulla Croce, con lo stesso potere del mio totale sacrificio continuo a salvarti e a redimerti oggi. Guarda la mia Croce, aggrappati a me, lasciati salvare, perché coloro che si lasciano salvare da me sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento.
Se pecchi e ti allontani, io di nuovo ti rialzo con il potere della mia Croce. Non dimenticare mai che io perdono settanta volte sette. Torno a caricarti sulle mie spalle una volta dopo l’altra. Ti permetto di alzare la testa e ricominciare; la mia tenerezza mai ti delude e sempre può restituirti la gioia.
Il mio amore per te è più grande di tutte le tue contraddizioni, di tutte le tue fragilità e di tutte le tue meschinità. Ma è proprio attraverso le tue contraddizioni, fragilità e meschinità che Io voglio scrivere con te questa storia d’amore.
Il mio donarmi sulla croce è qualcosa di così grande che tu non puoi né devi pagarlo, devi soltanto accoglierlo con immensa gratitudine e con la gioia di essere amato pienamente e completamente.
Guarda le mie braccia aperte sulla Croce, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella mia misericordia che ti libera da ogni colpa. Contempla il mio sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo.
Io vivo e ti ricolmo di grazia, ti libero, ti trasformo e ti conforto. Con me presente in ogni momento della tua vita, non ci saranno mai più solitudine e abbandono. Anche se tutti ti abbandonassero, Io resterò, come promesso: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi” (Mt 28, 20).
Contemplami felice, traboccante di gioia. Gioisci con me che ho trionfato sul peccato e sulla morte. Hanno ucciso proprio me, il santo, il giusto, l’innocente, ma Io ho vinto. Il male non ha l’ultima parola. Nemmeno nella tua vita il male avrà l’ultima parola, perché Io, tuo Amico, ti amo e voglio trionfare in te. Io, tuo Salvatore, vivo e sono con te.
Con me il tuo cuore è radicato in una sicurezza di fondo, che permane al di là di tutto. San Paolo dice di voler essere unito a me per “conoscere me, la potenza della mia risurrezione” (cf. Flp 3, 10). È il potere che si manifesterà molte volte anche nella tua esistenza, perché Io sono venuto per darti la vita, “la vita in abbondanza” (cf. Gv 10, 10).
Se riesci ad apprezzare con il cuore la bellezza di questo annuncio e a lasciarti incontrare da me; se ti lasci amare e salvare da me; se entri in amicizia con me e cominci a conversare con me sulle cose concrete della tua vita, questa sarà la grande esperienza, sarà l’esperienza fondamentale che sosterrà la tua vita cristiana. Questa è anche l’esperienza che potrai comunicare ad altri giovani.
Invoca ora lo Spirito Santo perché ti faccia entrare sempre più nel mio cuore, affinché tu sia sempre più colmo del mio amore, della mia luce e della mia forza. Affinché Io rinnovi costantemente in te l’esperienza del grande annuncio: Dio ti ama; Io sono Gesù, il tuo salvatore, e sono vivo. (cf. CV 111-133)
Signore Gesù, ti ringraziamo per aver vinto la morte e per esserti posto in cammino sulle strade della nostra vita. I tuoi sandali continuano a essere calzati dal Papa, dai vescovi, dai sacerdoti, dai diaconi e da tutti i cristiani che sentono l’impulso dello Spirito Santo.
Signore Gesù, ti ringraziamo per essere l’acqua viva che spegne la nostra sete. Le tue gocce d’acqua continuano a cadere, anche oggi, sull’umanità pellegrina, sulla terra ferita e assetata, aiutando ad alleviare gli incendi delle relazioni rotte e a far fiorire gli sforzi per una pace duratura.
Signore Gesù, ti ringraziamo per averci teso la mano, unendoci a Te. Come una corda lega insieme ciò che è separato, Tu unisci coloro che sono divisi e crei opportunità di salvezza.
Signore Gesù, ti ringraziamo per averci amato fino alla fine sulla croce. Quella croce che ora è portata da tutti coloro che vivono del tuo perdono e che diventano missionari della tua misericordia, imitandoti nell’amore e nell’offerta di sé.
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