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Romania e Italia, un'amicizia da salvare

L'arcivescovo metropolita di Bucarest Ioan Robu, presidente della Conferenza episcopale rumena:«Questo caso clamoroso successo a Roma, ci deve svegliare soprattutto dal punto di vista morale: ci deve far domandare qual è il posto della fede e di Dio nella nostra realtà romena...»


Romania e Italia, un'amicizia da salvare

da Attualità

del 22 novembre 2007

L'arcivescovo metropolita di Bucarest Ioan Robu, presidente della Conferenza episcopale rumena

 

«Questo caso clamoroso successo a Roma, ci deve svegliare soprattutto dal punto di vista morale: ci deve far domandare qual è il posto della fede e di Dio nella nostra realtà romena perché partire per un altro Paese, senza la bussola di valori morali ben radicati, partire senza avere la garanzia di un alloggio, di un posto di lavoro e di mezzi di sussistenza non può che far generare grossi problemi. E’ nota l’accoglienza italiana ed è nota anche la preferenza dei rumeni per l’Italia. Ma i cittadini rumeni devono saper essere all’altezza di questa accoglienza e rispettare le regole della convivenza, offrendo garanzie di competenza nel lavoro e di onestà. Spero che i contatti che ci saranno tra le autorità romene e italiane abbiano un esito positivo e possano risolvere questa situazione. E’ ben nota l’amicizia che esiste tra i nostri popoli. Purtroppo questo clima di nervosismo non favorisce il dialogo»

 

 

 

Mercoledì 31 ottobre, muore Giovanna Reggiani, l'italiana di 47 anni picchiata a sangue e poi gettata in un fosso a Roma. Per l'episodio è stato fermato dalla polizia un nomade rumeno di 24 anni, Nicolae Romulus Mailat.

 

Dopo l’accaduto, in Italia scoppiano le polemiche e si inneggiano leggi più severe su immigrazione e sicurezza. Approda al Parlamento un decreto legge sulle espulsioni, ma il suo iter si presenta lungo e difficile. Intervengono il premier romeno e l’Unione europea.

 

Anche la Chiesa rumena, cattolica e ortodossa, è fortemente interpellata. Sabato 31, nella piazza dell’università a Bucarest, padre Francisc Dobos, portavoce della arcidiocesi cattolica di Bucarest, ed un prete ortodosso guidano un requiem per Giovanna Reggiani in contemporanea con i funerali a Roma. E’ presente una folla di cittadini rumeni.

 

«In queste circostanze», dice il sacerdote, «proviamo un sentimento di profonda frustrazione che è comune a tutti i cittadini rumeni. Negli ultimi giorni, qui in Romania, non si parla d’altro. Di fronte a simili tragedie, ci sentiamo impotenti». «Non vorremmo però», aggiunge padre Dobos, «che si confonda il crimine con una nazione».

 

Abbiamo raggiunto telefonicamente l'arcivescovo Metropolita di Bucarest Ioan Robu, presidente della Conferenza episcopale rumena.

 

 

Eccellenza, cosa si sente di dire?

 

Stiamo vivendo una situazione che non piace a nessuno, in Italia e in Romania. Da parte romena, si ammette l’esistenza di un problema che riguarda una immigrazione non controllata che induce alcuni cittadini rumeni a commettere reati che screditano una intera nazione. Questo caso clamoroso successo a Roma, ci deve svegliare soprattutto dal punto di vista morale: ci deve far domandare qual è il posto della fede e di Dio nella nostra realtà romena perché partire per un altro Paese, senza la bussola di valori morali ben radicati, partire senza avere la garanzia di un alloggio, di un posto di lavoro e di mezzi di sussistenza non può che far generare grossi problemi. E’ nota l’accoglienza italiana ed è nota anche la preferenza dei rumeni per l’Italia. Ma i cittadini rumeni devono saper essere all’altezza di questa accoglienza e rispettare le regole della convivenza, offrendo garanzie di competenza nel lavoro e di onestà.

 

 

Cosa si dice in Romania?

 

Penso che anche i rumeni che sono in Italia, hanno bisogno di garanzie per quanto riguarda un lavoro regolare e una paga dignitosa che permetta loro di vivere in maniera decente. Certo che le autorità rumene si devono impegnare molto di più a favore dei suoi cittadini con una politica di assistenza sociale così da impedire l’esodo massiccio. Ormai l’onda è passata, ma è necessario fare qualcosa anche adesso che è un po’ tardi, perché come dicevo prima l’emigrazione non è stata controllata e gli eccessi provocano sempre problemi. Ma bisogna affrontarli con prudenza e non colpevolizzare tutti per la colpa commessa da uno. Sarebbe una ingiustizia.

 

 

Cosa si augura dai colloqui che ci sono stati tra le autorità dei due Paesi?

 

Spero che i contatti che ci saranno tra le autorità romene e italiane abbiano un esito positivo e possano risolvere questa situazione. E’ ben nota l’amicizia che esiste tra i nostri popoli. Purtroppo questo clima di nervosismo non favorisce il dialogo.

 

 

Cosa pensa del decreto legge sulle espulsioni?

 

Mi sembra che la decisione sia stata già presa. Ci sono rumeni che sono stati espulsi. Mai però si devono prendere decisioni serie a caldo. Qui in Romania si dice che questo fatto sia stato strumentalizzato politicamente per la propaganda elettorale. Non so se è vero. Ma se fosse vero, non fa onore a chi fa una simile manovra, perché le cose devono essere chiare, e sfruttare un crimine per fini politici non fa onore a nessuno. Anzi.

 

 

Come si prospetta ora il futuro dei rapporti tra i due Paesi?

 

Sarebbe un peccato far sparire la storia di amicizia che lega i nostri popoli. E’ stata edificata nel tempo. Ci siamo conosciuti meglio. Adesso abbiamo scoperto anche di essere capaci di commettere grandi errori ma non per questo dobbiamo ora distruggere l’amicizia che c’è tra noi. E poi non dobbiamo dimenticare che se è vero che la misura della giustizia è apprezzata soprattutto quando qualcuno ha commesso un crimine, è anche vero che esiste la misura della carità. Mi auguro che le cose siano messe con prudenza al loro posto. Penso che questo momento di nervosismo passerà. Spero passi presto e senza provocare ferite inguaribili. 

 

 

Maria Chiara Biagioni

http://www.chiesadimilano.it

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