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San Francesco di Sales e le FMA

Don Bosco ha scelto san Francesco di Sales come protettore dell'Istituto delle FMA. Piera Cavaglià, attraverso uno studio attento, ci segnala le fonti più significative a questo riguardo. Seguendo le sue indicazioni, potremo ricuperare il perché e il come il nostro fondatore l'ha scelto come protettore del nostro Istituto...


San Francesco di Sales e le FMA

da Teologo Borèl

del 10 dicembre 2010

 

 

Fin dalle origini          Mornese 1972. Don Pestarino, dopo aver parlato con don Bosco, raduna le Figlie dell’Immacolata per un discernimento sulla loro vocazione. Di fronte alle Regole che venivano proposte, ognuna decideva se si sentiva chiamata alla nuova istituzione.          «Il 29 gennaio [1872], festa di san Francesco di Sales [don Pestarino] eseguì quanto gli era stato suggerito dal suo superiore. Radunò, senza nulla dire ad alcun estraneo, quelle che vivevano nella casa vicina alla chiesa, con tutte le altre del paese; e ripetuto quanto don Bosco gli aveva consigliato, recitato il Veni Creator Spiritus col Crocefisso esposto sopra un tavolino fra due candelieri accesi, passò alla votazione. Erano presenti ventisette Figlie dell’Immacolata ed ebbe l’incarico di scrutatrice Angela Maccagno».          Questo ed altri momenti decisivi per la nuova istituzione avvengono sotto la protezione di San Francesco di Sales. Così anche per il giorno della prima Professione religiosa delle FMA (5 agosto 1872). Alle prime religiose del nuovo Istituto, il padre e fondatore richiama San Francesco di Sales come modello di delicatezza di tratto. Le prime Regole del 1878 contengono vari riferimenti a San Francesco di Sales: viene indicata la sua Filotea adattata alla gioventù tra i testi per la lettura spirituale. Si prescrive di celebrare “con particolare divozione e solennità le feste di San Giuseppe, San Francesco di Sales, Santa Teresa che sono i Patroni particolari dell’Istituto”. Formatrice affabile e piena di bontà          Negli articoli delle costituzioni sulla Maestra delle novizie, inseriti da don Bosco e frutto di una lunga e ponderata revisione, si trovano riferimenti impliciti, ma evidenti, a San Francesco di Sales quando si tratteggia la figura della formatrice che deve essere “affabile e piena di bontà” e quando si descrive lo spirito dell’Istituto: «Non dimentichi che lo spirito dell’Istituto è spirito di carità e di dolcezza, spirito di abnegazione e di sacrifizio, e perciò procuri d’informare e di animare le Novizie con questo spirito, affinché fatta professione riescano abili strumenti della gloria di Dio e della salute delle anime». Dal prologo delle nostre Costituzioni, in cui don Bosco elenca le Virtù proposte allo studio delle Novizie e alla pratica delle Professe, si può dedurre, in particolare, come si riallacci indirettamente a San Francesco di Sales quando raccomanda la carità finalizzata all’educazione della donna.           Gli aggettivi con cui viene presentata sono significativi, così pure la finalità: «Carità paziente e zelante non solo verso l’infanzia, ma ancora verso le giovani zitelle e verso qualsiasi persona, allo scopo di fare il maggior bene possibile alle anime». Anche la sintesi di vita tra contemplazione e azione, tra Marta e Maria, che conclude il testo, diventa riferimento, sia pure indiretto, al Vescovo di Ginevra che riusciva a coniugare, con grande equilibrio, azione apostolica e unione profonda con Dio.          Si intravede un evidente e forse intenzionale riferimento ai motivi della scelta di San Francesco di Sales come patrono della Congregazione: mansuetudine e dolcezza, zelo per la salvezza delle anime tramite l’esercizio della carità, sintesi tra contemplazione e azione. San Francesco di Sales, oggi           In questi ultimi anni, l’Istituto delle FMA sta cercando di ricuperare la “radice salesiana” del carisma grazie a molti stimoli che ci sono stati dati soprattutto da Madre Antonia Colombo, che in numerose circolari ci ha additato San Francesco di Sales come modello di vita e di metodologia educativa. Significativa è l’affermazione densa e ricca di riferimenti della sua circolare del 24 dicembre 1997: «Don Bosco ha voluto come modello e protettore della sua missione tra i giovani Francesco di Sales, l’infaticabile vescovo di Ginevra che ha aperto a tutti, senza distinzioni, le vie dell’ascetica cristiana mostrando l’essenza della vita spirituale nell’amore di Dio (Teotimo).          Il nostro fondatore si è ispirato al suo umanesimo e soprattutto alla sua vita di uomo dal cuore mite, animato dallo spirito di dolcezza, maestro sicuro di vita nello Spirito mediante gli atteggiamenti personali, la parola e gli scritti. L’amore alla Chiesa, alimentato dalla fede nello Spirito che opera nella storia, lo ha spinto a valorizzare i nuovi mezzi di comunicazione sociale per dialogare con la cultura del suo tempo e permeare di valori evangelici le strutture sociali, rendendole più umane».          Pure nel Progetto formativo dell’Istituto sono numerosi i richiami al nostro protettore. Ultimamente, nella presentazione degli Atti del Capitolo Generale XXII, la Madre, suor Yvonne Reungoat indicando come radice della passione carismatica l’amore, ci richiama a quello stesso “amore che ha permeato l’esistenza di San Francesco di Sales”.

Piera Cavaglià

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