Schegge di follia

Il peso di vivere tra i teenager. Nomi diversi, diverse città, vite apparentemente differenti, ma con un unico, uguale, tragico destino. Vittime di una società troppo spesso dispensatrice di principi fuorvianti, che appaiono fatali nell'età più difficile della vita umana.

Schegge di follia

 

          Storie di bullismo, cyber-bullismo, omosessualità, anoressia: parole brevi e complesse come le vite di Amanda, Andrea, Carolina, Maria Paola e quante oggi si spengono nel silenzio. Non più cinematografia come in “Schegge di Follia” di Michael Lehmann o “Sans moi” di Olivier Panchot, ma vita reale: il suicidio è la terza causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 24 anni, dopo gli incidenti stradali e i tumori. Ogni anno nel mondo un milione di persone si toglie la vita, e il picco si verifica proprio tra i 15 e i 25 anni . Da quanto si legge su Wikipedia, “oggi il 34% del bullismo è online, in chat, e viene definito cyber-bullismo”. Il cyber-bullismo consiste nel diffamare senza tregua la vittima con messaggi, immagini,video minatori, talvolta fingendosi la vittima stessa, per pubblicare a suo nome contenuti compromettenti. Ecco qualche tragico esempio di questi ultimi mesi:           23 Maggio 2012 - Un ragazzo di 16 anni di origini indiane si suicida lanciandosi dal 19esimo piano di un palazzo abbandonato in viale Europa all'Eur a Roma. Il ragazzo, adottato, non si era ben integrato e la malinconia per il suo paese e la tristezza hanno avuto la meglio. Lascia sul suo i-pad frasi sconnesse che in qualche modo costituiscono il suo testamento, consentendo di addurre alcune motivazioni a giustificazione dell’insano gesto.           10 Ottobre 2012 - Amanda, 15 anni, si suicida, nella sua casa di Vancouver dopo aver messo in rete un video in bianco e nero della durata di 9 minuti nel quale non proferisce parola, ma affida a dei fogli la sua triste storia, convinta a 12 anni a mostrare il seno in webcam e perseguitata da quelle stesse immagini, tanto da non trovar tregua dagli insulti nemmeno cambiando scuola. "Non ho nessuno. Ho bisogno di qualcuno. Il mio nome è Amanda Todd” questa la sua richiesta d’aiuto, forse rimasta inascoltata. Dopo il tragico evento entra in tendenza su Twitter #RipAmandaTodd.           Anche dopo la tragedia di Andrea, grande solidarietà su Twitter con l’hashtag #IOPORTOIPANTALONIROSA , come la scritta “Non fidatevi del ragazzo con i pantaloni rosa è frocio” comparsa sui muri del Liceo Cavour di Roma. “Voglio sapere chi ha portato mio figlio a stringersi una sciarpa intorno al collo. La magistratura indaghi. Qualcuno ha premuto il grilletto contro di lui. Mi chiedo anche perchè la scuola mi ha comunicato solo adesso, attraverso una lettera aperta pubblicata su un quotidiano, che mio figlio veniva preso in giro”, queste le parole della madre, miste di dolore e rabbia.           4 Gennaio 2013 - Carolina, studentessa delll'Itc 'Pascal' di Romentino ma anche sportiva tesserata Libertas Atletica Oleggio,14 anni stroncati con un salto nel vuoto nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 gennaio. Il padre, editore pensionato della casa editrice De Agostini, era andato a prenderla a casa di amici, nulla faceva presagire la tragedia. “L’avete uccisa con le vostre parole” ribadiscono gli amici sui social network, si attribuiscono responsabilità anche all’ex-fidanzatino che avrebbe pubblicato delle foto senza il suo consenso; ed ora si indaga per istigazione al suicidio.           Quello stesso giorno, poche ore dopo, alle 18.30, a Pordenone anche Daria, sedicenne studentessa e ballerina hip-hop, pone fine alla sua breve vita, con un volo di 20 metri dalla terrazza del condominio di via Marco Polo, abitazione in cui non risiedeva più, ma che forse lei considerava ancora la sua casa. Aveva anche cambiato istituto da poco, ma a parte una vita segnata da cambiamenti, non si riscontra alcun motivo apparente all’origine del gesto; non è stato ritrovato neppure un biglietto, un messaggio destinato alla famiglia o ai cari.           9 Gennaio 2013 Maria Paola, 18 anni perde la lotta contro l’anoressia, impiccandosi nella sua abitazione a San Tammaro (Caserta). L’urlo straziante della madre e della zia che ritrovano il corpo alle 13.30 circa interrompe il silenzio di viale Ferdinando di Borbone. Muore una studentessa (frequentava il quinto anno di Liceo Classico a Santa Maria Capua Vetere), muore una scout, muore una sportiva( militava nella squadra femminile di Rugby a Santa Maria Capua Vetere). Scrive Dotrugby.it che il Presidente della FIR Alfredo Gavazzi abbia disposto un minuto di silenzio su tutti i campi d’Italia, in memoria della rugbista scomparsa prematuramente.           Nomi diversi, diverse città, vite apparentemente differenti, ma con un unico, uguale, tragico destino. Vittime di una società troppo spesso dispensatrice di principi fuorvianti, che appaiono fatali nell’età più difficile della vita umana. Citati i nomi dei giovani immolati, ma non quelli dei responsabili, segno che in qualche modo tutti siamo colpevoli, perché “occupati” della quotidianità, indifferenti dinnanzi ad una realtà che, come i dati testimoniano, sta valicando i limiti della consuetudine. Che tali episodi fungano da monito e che l’informazione onori la memoria di queste vite perché le loro tragedie possano spingerci a non osservare rassegnati.

 

 

Mariateresa Riola

 

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