C'è un comun denominatore: richiedono moltissima umiltà, amore e volontà. La differenza si rinviene nella persona, perché si scusa l'innocente mentre si perdona il colpevole...
del 15 novembre 2017
C'è un comun denominatore: richiedono moltissima umiltà, amore e volontà. La differenza si rinviene nella persona, perché si scusa l’innocente mentre si perdona il colpevole...
Le azioni più difficili che possiamo affrontare sono senz’altro quelle di perdonare e scusare, azioni che sembrano la stessa cosa ma non lo sono. Hanno però un comun denominatore: richiedono moltissima umiltà, amore e volontà. La differenza si rinviene nella persona, perché si scusa l’innocente mentre si perdona il colpevole.
Era il compleanno di Mónica, una mia carissima amica che se non le fai gli auguri nelle date importanti non ti parla per tre mesi.
Conoscendo la mia memoria zoppicante mi sono appuntata la data sia sulla mia agenda personale che sul cellulare, per non rischiare di dimenticarla. Onestamente ci sono volte in cui non so neanche che giorno sia, se è lunedì o mercoledì. È arrivato il grande giorno e fin dalle prime ore la suoneria del mio cellulare mi ha avvisata del fatto che dovevo chiamarla. Da brava donna piena di cose da fare ho pensato di trovare più tardi un momento per chiamarla. Quel momento, però, è arrivato tre giorni dopo… Potete immaginare come si sentiva…
In questo caso le ho presentato le mie scuse. Le ho chiesto di scusarmi perché è stata davvero una trascuratezza involontaria per via dell’eccesso di lavoro, della mia mancanza di attenzione alle cose importanti e della cattiva memoria che mi ritrovo. Non ho mancato di farle gli auguri perché volevo farle un danno.
Mónica, che ormai mi conosce, ha capito che quello che ho fatto è stato davvero involontario e mi ha scusato, liberandomi da ogni colpa. Quello che ha compiuto è stato un atto di giustizia nei miei confronti riconoscendo che non ero colpevole.
Il perdono è una questione più complessa. Trascende la semplice giustizia perché spesso il colpevole non merita il perdono, e se lo si perdona più che giustizia diventa un meraviglioso atto di misericordia e amore.
Ci sono moltissime cose da perdonare! Offese di tutti i tipi!
Ad esempio, se ho avuto una giornata negativa e scarico il mio malumore sui miei figli, se li offendo, non basta chiedere loro scusa – devo chiedere perdono per il danno commesso e del quale sono stata colpevole. Perdonandomi, quello che mi offrono i miei figli è un atto di profonda misericordia.
Quando vediamo che l’altro non ha avuto colpa, c’è una reazione spontanea di scusa; non c’è resistenza al momento di concedergliela, perché la sua “non colpevolezza” è evidente. Le cose, però, cambiano quando sappiamo che chi ha offeso è colpevole perché per giustizia vogliamo che paghi per la colpa commessa e si assuma le conseguenze delle sue azioni, e perdonandolo quello che facciamo va al di là della giustizia in senso stretto; è un atto volontario di carità e misericordia.
È importante riflettere quando qualcuno ci fa “qualcosa” che sentiamo come un’offesa colposa e vedere le cose nella giusta prospettiva. In questo modo eviteremo problemi inutili. Ci sono offese che meritano di essere perdonate, ma sono certa che nella maggior parte dei casi basta semplicemente chiedere scusa.
Luz Ivonne Ream [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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