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Se non pregassi così non potrei fare il Papa

La preghiera prolungata di Giovanni Paolo II dimostra che Dio ha tempo per noi, per ascoltare le nostre richieste e soprattutto per darci indicazioni su come agire, sulla nostra vita, sulle nostre scelte.


Se non pregassi così non potrei fare il Papa

da Teologo Borèl

del 20 aprile 2011

 

 

           Conosco molto bene una giovane che nel 2001 ha incontrato personalmente Giovanni Paolo II; era una dei 10 giovani che, nel giorno della Domenica delle Palme, a Roma, in Piazza San Pietro, avevano portato processionalmente “ a spalla” la croce della Giornata Mondiale della Gioventù e l’avevano consegnata alla delegazione canadese in vista della GMG 2002, da Roma Tor Vergata a Toronto.

          Mi ha raccontato che, pur non essendo previsto durante la liturgia questo gesto, Giovanni Paolo II ha voluto conoscere e salutare personalmente i 10 giovani della croce..Il Santo Padre le ha toccato il cuore e, da allora, è, in un certo senso, diventata un’esperta conoscitrice della sua vita e del suo messaggio: quando può legge i suoi libri, ascolta i CD incisi da lui, segue i programmi televisivi che parlano di lui.Recentemente la giovane mi ha raccontato di aver partecipato ad una conferenza tenuta da un sacerdote amico di Giovanni Paolo II; fra i tanti episodi rievocati il sacerdote ha raccontato di essere stato testimone di un gesto spirituale molto noto del papa: Giovanni Paolo II si alzava alle 4.30 di mattina e trascorreva alcune ore in cappella, sdraiato, per terra, a pregare.

          Il Papa, raccontava il sacerdote, lo faceva per chiedere a Dio indicazioni su cosa dovesse fare.

          “Se non facessi così, non potrei fare il Papa”, gli confidò Giovanni Paolo II; più crescono le responsabilità più dovrebbero aumentare le ore di ascolto della voce di Dio.Giovanni Paolo II era convinto che la preghiera potesse cambiare il corso della storia, un po’ come, durante le nozze di Cana, la richiesta insistente della Madonna, modificò i piani di Gesù: non era ancora l’ora ma il Signore accolse ugualmente la richiesta di sua madre.

          La preghiera prolungata di Giovanni Paolo II dimostra che Dio ha tempo per noi, per ascoltare le nostre richieste e soprattutto per darci indicazioni su come agire, sulla nostra vita, sulle nostre scelte.Dio ha tempo per noi, spesso siamo noi che non abbiamo tempo per Lui.Mi viene in mente il titolo ed il ritornello di una nota canzone, di un notissimo cantautore amatissimo dai giovani: “Hai un momento Dio? Te o chi per te avete un attimo per me?”.Certamente Dio ha tempo per noi, molto più di un attimo; siamo noi che non abbiamo tempo per lui.

          Per rimanere sempre nello straordinario mondo della musica e dell’arte, così caro a Giovanni Paolo II, vorrei ricordare un altro titolo ed un altro ritornello di un altro amatissimo cantautore; il video ufficiale di questa canzone stimola in me pensieri, preghiere, domande: la canzone in questione è “Mi fido di te”; Dio si fida di me? Io mi fido di Lui? Le altre persone, miei fratelli e sorelle, si fidano di me? E io mi fido di loro?

 

don Nicolò Anselmi

http://www.giovani.org

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