In questi mesi, vari giovani del MGS stanno compiendo delle scelte definitive dicendo il loro sì per sempre al sogno di Dio per loro. Alcuni si uniranno nel matrimonio cristiano, altri diranno il loro sì per sempre a Dio nella professione religiosa perpetua, altri nel sacerdozio... tutti con il desiderio di essere segni dell'amore di Dio. Ne abbiamo intervistati alcuni.
del 01 gennaio 2002
Cosa significa per te essere innamorata di Cristo?
Significa riconoscerlo nelle piccole cose di tutti i giorni, significa sentirlo vicino nelle persone che incontro, nelle mie sorelle in comunità, nei ragazzi che lui mi mette accanto, nelle esperienze che sono chiamata a vivere, significa affidare la mia vita a LUI ogni mattina, ricominciare anche se qualche volta è faticoso, ed essere certa che tutto ciò che vivrò, da sempre è stato pensato per me, per il mio bene e per quello di tutte le persone che vivono con me questa vita.
Perchè hai scelto la vita consacrata nello stile di don Bosco e Madre Mazzarello?
Ho scelto la vita consacrata e salesiana perché la mia esperienza è partita da una parrocchia dove c’erano sia le Figlie di Maria Ausiliatrice che i salesiani; in loro mi colpiva l’affetto e la predilezione che avevano per noi ragazzi, e mi è subito piaciuto questo stile, ma dopo un po’ mi sono chiesta: “Come fanno a stare tanto tempo con noi senza stancarsi?” Ho capito che prima di scendere in cortile con noi, parlavano di noi a Dio, pregavano per noi, raccontavano a lui le nostre speranze, desideri, progetti, paure fatiche e tutto questo mi faceva sentire bene, perché capivo che in molti si prendevano cura di me. Come allora non ricambiare un dono così grande? Ecco allora che è nato il desiderio di essere una Figlia di Maria Ausiliatrice e di stare accanto ai ragazzi con lo stile di don Bosco e Madre Mazzarello nella consapevolezza che prima di me, delle cose che dico, che faccio, arriva il Signore!
Sarai madre in maniera diversa...Come vivi questo aspetto della tua vocazione?
All’inizio quando sono diventata suora ero un po’ lontana da questo aspetto, pensavo di essere più brava a stare con i giovani in cortile, a scherzare e giocare con loro. Poi ho avuto la possibilità di incontrare la storia di tanti ragazzi, di accompagnarli nel loro cammino di crescita, di condividere le loro esperienze, di asciugare qualche lacrima e così ho scoperto che si può amare proprio come una mamma che ascolta, si preoccupa, si prende cura, è attenta che i suoi figli abbiano sempre il meglio.
sr Deborah Raineri
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