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Siria: 5 anni di carcere ad una blogger diciannovenne

la ragazza lanciava semplici critiche sulle restrizioni alla libera espressione nel suo paese e manifestava apertamente la solidarietà al popolo palestinese (la posizione siriana in tal senso è considerata ambigua dalla Lega Araba, dagli Usa e dallo stesso Israele).


Siria: 5 anni di carcere ad una blogger diciannovenne

da Attualità

del 18 febbraio 2011

 

 

          Cinque anni di prigione a Damasco per aver 'divulgato informazioni ad un Paese straniero', come se delicate e pungenti poesie, commenti di matrice sociale ed esternazioni sulla sorte del popolo palestinese siano delicate informazioni di intelligence che, se rivelate, potrebbero mettere a rischio la sicurezza interna della Siria.

          Eppure, proprio per questi motivi la studentessa blogger Tal al-Mallouhi è stata condannata dal Tribunale per la sicurezza dello Stato, a Damasco, in Siria, a cinque anni di reclusione; a divulgare la notizia è l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, che ha sede in Gran Bretagna, che rivela anche le accuse mosse alla blogger: le autorità siriane additano al-Mallouhi come informatrice dell'ambasciata americana al Cairo, la gola profonda della società siriana, che svelerebbe i segreti più intimi di un regime poco disposto a mostrare i nervi scoperti della sua politica interna.

          Le accuse sono state respinte da Washington, che nella giornata di sabato aveva chiesto il 'rilascio immediato' della blogger diciannovenne, arrestata nel dicembre 2009, anche e sopratutto perchè ha subito un 'processo segreto' e a quanto pare iniquo. Tal al-Mallouhi è nipote di un ex ministro dei governi di Hafez al-Hassad, il defunto padre dell'attuale presidente Bashar, personaggio molto controverso e, secondo molti, burattino nelle mani degli ex-fedelissimi del defunto padre.

          Come sottolineato anche da Human Rights Watch la ragazza lanciava semplici critiche sulle restrizioni alla libera espressione nel suo paese e manifestava apertamente la solidarietà al popolo palestinese (la posizione siriana in tal senso è considerata ambigua dalla Lega Araba, dagli Usa e dallo stesso Israele). La sentenza arriva con sorprendente ed inquietante puntualità, e ha tutta l'aria di essere un monito a tutti i siriani.

           La campagna di liberalizzazione della rete, congiuntamente ad atti di durissima repressione da parte delle autorità siriane (che colpiscono chiunque sia sospettato di tramare nell'ombra rivolte come quelle recenti del Maghreb o di ieri in Iran) sono sintomatiche del metodo 'bastone e carota' del regime siriano, ambiguo e per questo controverso agli occhi di tutto il mondo: solo giovedì scorso era stato rimosso il filtro che impediva l'accesso a Facebook in tutta la Siria (la carota), seguito dalla durissima condanna a Tal al-Mallouhi (il bastone).

 

Andrea Spinelli Barrile

http://www.mascellaro.it

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