Una forza di coesione incredibile aiuta gli amici a prendere decisioni intelligenti. La stessa forza, usata in malo modo, può combinare anche disastri.
Nel nostro gruppo c’è un presente-assente che fa numero, ma non occupa una sedia, che decide, ma non ha voce, che si fa sentire solo quando gli altri lo interpellano: si tratta dello spirito di gruppo. Ora vi spiego cosa fa, in concreto.
Lo spirito di gruppo è quella “cosa” che ci fa andare avanti tutti insieme per un fine comune e più alto, sempre con un sorriso stampato in fronte. Esempio: da soli non riusciremmo ad allestire uno spettacolo teatrale. Grazie allo spirito di gruppo, non ci sentiamo soli e uniamo le forze. Lo spirito di gruppo ci fa ragionare compatti, quando si tratta di prendere una decisione, tenendo ovviamente conto del bene di ciascuno.
Esempio: insieme si decide di organizzare la vacanza, e si trova il modo di recuperare un po’ di euro per consentire anche a Paolo – la cui famiglia è in difficoltà – di partecipare.
Lo spirito di gruppo è un’energia in più che il singolo non riuscirebbe a tirare fuori, lasciato da solo. Affrontare un lutto, per esempio, sapendo che a fianco si hanno gli amici di sempre, fa sentire più leggeri: il dolore è sempre intenso, ma una forza leggera sospinge il cuore verso l’alto e la speranza.
In giro, purtroppo, specie di questi tempi, girano però altri “spiriti”, che non sono così nobili come quello che frequenta le nostre riunioni. Anche quando vengono organizzati uno sciopero, una protesta, una manifestazione, entra in gioco lo spirito di gruppo. Che ha il risultato di far fare alle persone le cose più assurde. Esempio: durante lo sciopero studentesco i capi decidono di danneggiare i bidoni della spazza. Chi spinge Tizio e Caio ad aderire? Lo spirito di gruppo. Perché insieme ci si sente forti, protetti e al di sopra della legge.
Lo spirito di gruppo, che in parrocchia è mansueto e docile, un cucciolo che ci tiene in compagnia, in altri contesti si trasforma in un dobermann con i denti aguzzi.
Morale della favola? Ciascuno di noi ha in sé il desiderio di far parte di un gruppo. Nessuna persona al mondo è nata per vivere da sola. Il gruppo è la “casa dell’amicizia”, ma può trasformarsi in ogni altro genere di edificio (carcere, bar, manicomio): dipende dallo spirito che lo anima. E dipende da ciascuno di noi: come vogliamo usare la forza che scaturisce dal gruppo? In un secondo possiamo cucinare 100 pasti per i poveri ma anche mettere a ferro e fuoco una città…
Per la discussione:
- Più gruppi vogliono la nostra presenza e il nostro cervello. Prima di aderire a ciascuno di essi domandiamoci perché chiedono proprio di noi e a cosa gli serviamo…
- Lo spirito di gruppo, se positivo, è il moltiplicatore dell’entusiasmo, è un supercervello che ci fa agire per il meglio (cioè per il bene del singolo e della comunità degli amici)
- Lo spirito di gruppo può essere anche distruttivo, quando porta le persone a lasciare a casa il cervello e ad accettare quello che qualcun altro ha deciso per loro.
Elena Giordano
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