Spiritualità Salesiana 4

La Comunione

In questa rubrica vogliamo conoscere più a fondo la Spiritualità Salesiana a partire dagli scritti di don Bosco

La santa comunione

1. Comprendi, o cristiano, che cosa vuol dire fare la santa comunione? Vuol dire accostarsi alla mensa degli angeli per ricevere il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di nostro signor Gesù Cristo che viene dato in cibo all’anima nostra sotto alle specie del pane e del vino consacrato. Alla messa, al momento che il sacerdote proferisce sul pane e sul vino le parole della consacrazione, il pane ed il vino diventano corpo e sangue di Gesù Cristo. Le parole usate dal nostro divin Salvatore nell’instituire questo sacramento sono: Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue: hoc est corpus meum, hic est calix sanguinis mei [Lc 22,19-20]. Queste medesime parole usano i sacerdoti a nome di Gesù Cristo nel sacrificio della santa messa. Pertanto quando noi andiamo a fare la comunione riceviamo il medesimo Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità, cioè vero Dio e vero uomo, vivo come è in cielo. Non è la sua immagine, nemmeno la sua figura, come è una statua, un crocifisso, ma è Gesù Cristo medesimo siccome è nato dall’Immacolata Vergine Maria e per noi morì sulla croce. Gesù Cristo medesimo ci assicurò di questa sua reale presenza nella santa Eucaristia quando disse: Questo è il mio corpo che sarà dato per la salvezza degli uomini: corpus, quod pro vobis tradetur [Gv 6,51]. Questo è quel pane vivo, che discese dal cielo: hic est panis vivus, qui de caelo descendit. Il pane che io darò è la mia carne. La bevanda che io do è il mio vero sangue. Chi non mangia di questo corpo e non beve di questo sangue, non ha con sé la vita.

2. Gesù avendo istituito questo sacramento per il bene delle anime nostre desidera che noi vi ci accostiamo sovente. Ecco le parole con cui egli ci invita: Venite a me tutti, o voi che siete stanchi ed oppressi ed io vi solleverò: venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos [Mt 11,28]. Altrove diceva agli Ebrei: “I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono; ma colui che mangia il cibo figurato nella manna, quel cibo che io do, quel cibo che è il mio corpo e il mio sangue, egli più non morrà in eterno. Colui che mangia la mia carne e beve il mio sangue egli abita in me ed io in lui; imperocché la mia carne è un vero cibo e il mio sangue una vera bevanda”. Chi mai potrebbe resistere a questi amorevoli inviti del divin Salvatore? Per corrispondere a questi inviti i cristiani dei primi tempi andavano ogni giorno ad ascoltare la parola di Dio ed ogni giorno si accostavano alla santa comunione. Egli è in questo sacramento che i martiri trovavano la loro fortezza, le vergini il loro fervore, i santi il loro coraggio. E noi con quale frequenza ci accostiamo a questo cibo celeste? Se esaminiamo i desideri di Gesù Cristo e il nostro bisogno dobbiamo comunicarci assai sovente. Siccome la manna ogni giorno servì di cibo corporale agli Ebrei in tutto il tempo che vissero nel deserto, finché furono condotti nella terra promessa, così la santa comunione dovrebbe essere il nostro conforto, il cibo quotidiano nei pericoli di questo mondo per guidarci alla vera terra promessa del paradiso. Sant’Agostino dice così: Se ogni giorno domandiamo a Dio il pane corporale, perché non procureremo anche di cibarci ogni giorno del pane spirituale colla santa comunione? San Filippo Neri incoraggiava i cristiani a confessarsi ogni otto giorni e comunicarsi anche più spesso secondo l’avviso del confessore. Finalmente, la santa Chiesa manifesta il suo vivo desiderio della frequente comunione nel Concilio tridentino, ove dice: “Sarebbe cosa sommamente desiderevole che ogni fedel cristiano si mantenesse in tale stato di coscienza da poter fare la santa comunione ogni volta che interviene alla santa messa”. Il pontefice Clemente XIII per incoraggiare i cristiani ad accostarsi con gran frequenza alla santa confessione e comunione concedette il seguente favore: quei fedeli cristiani che hanno la lodevole consuetudine di confessarsi ogni settimana possono acquistare indulgenza plenaria ogni qualvolta fanno la santa comunione.

3. Taluno dirà: io sono troppo peccatore. Se tu sei peccatore, procura di metterti in grazia col sacramento della confessione e poi accostati alla santa comunione e ne avrai grande aiuto. Un altro dirà: mi comunico di rado per avere maggior fervore. È questo un inganno. Le cose che si fanno di rado per lo più si fanno male. Altronde essendo frequenti i tuoi bisogni, frequente deve essere il soccorso per l’anima tua. Alcuni soggiungono: io sono pieno d’infermità spirituali e non oso comunicarmi sovente. Risponde Gesù Cristo: quelli che stanno bene non hanno bisogno del medico; perciò quelli che sono maggiormente soggetti ad incomodi, loro è mestieri essere sovente visitati dal medico. Coraggio dunque, o cristiano, se tu vuoi fare un’azione la più gloriosa a Dio, la più gradevole a tutti i santi del cielo, la più efficace per vincere le tentazioni, la più sicura a farti perseverare nel bene, ella è certamente la santa comunione.

Esempio - Un giovanetto di nome Savio Domenico per il vivo desiderio di piacere a Maria le offriva ogni giorno qualche preghiera, ma ogni sabato faceva la santa comunione in onore di colei, che egli soleva chiamare madre carissima. L’anno 1856 fece il mese di Maria con tale fervore che i suoi compagni ne erano tutti edificati. Ogni giorno domandava a Maria che lo togliesse dal mondo piuttosto che avesse da perdere la virtù della purità. Nel giorno poi della chiusa domandò una sola grazia: di poter fare una buona comunione prima di morire. La santa Vergine lo esaudì. Nove mesi dopo (9 marzo 1857) egli moriva in età di anni quindici dopo di aver ricevuto il santissimo viatico coi più grandi trasporti di tenerezza e di devozione. Negli istanti che passavano tra il ricevimento del viatico fino alla sua morte, egli andava sempre dicendo: “O Maria, voi mi avete esaudito, io sono ricco abbastanza. Altro da voi non domando se non che mi assistiate in questi ultimi momenti di vita e mi accompagniate da questa vita all’eternità”. Quasi nel momento stesso che egli cessava di proferire queste parole, l’anima sua volava al cielo certamente, accompagnata da Maria di cui in vita era stato fervoroso devoto.

Giaculatoria: Vi adoro ogni momento / o vivo pan del ciel / gran Sacramento.

San Giovanni Bosco

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