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State svegli

Avete in mente la sorpresa del colpo di fulmine, del primo bacio, del primo gesto d'amore. Ecco: essere vigilanti non vuol dire aspettarsi un castigo o avere paura, ma significa riportarsi sempre all'incandescenza del primo giorno.


State svegli

da Teologo Borèl

del 02 dicembre 2010

         

          «E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». (Lc 12,38-40)

 

          Vigilate, cioè siate sempre pronti, svegli, in tensione, in continua attesa del futuro. Essere cristiani è una dimensione dell’esistenza, non è una roulette russa. È lasciarsi sempre sorprendere dalla bellezza della fede, della bontà di Dio. È provare stupore. È esattamente il contrario di una vita annoiata, di una routine: sempre le stesse cose, sempre gli stessi peccati.

          Nella vita siamo sempre tesi a fare i furbi, a sfruttare ogni occasione, a non farci imbrogliare.           Anche quando giochi c’è qualcuno che ti tende le reti, conosce le tue debolezze e ti fa cadere. Se fai un’intervista, dici una parola di troppo o imprecisa, ti infilzano. Noi non siamo potenti, ricchi, siamo fragili, ci sentiamo sempre assediati. Se non interpretiamo bene il vangelo può sembrare che questo capiti anche nella vita di fede. La vita di un uomo è una concatenazione di tranelli e Dio fa il cecchino.

          Non è questo il senso del vangelo. Il messaggio è: state svegli, state pronti, vivete in tensione verso qualcosa di bello, non vi adagiate, non date niente per scontato.

          La fede è come l’amore. Se diventa una routine non è più amore. Avete in mente la sorpresa del colpo di fulmine, del primo bacio, del primo gesto d’amore. Io penso all’incandescenza del dono di me fatto a Dio quando mi sono fatto prete e voi pensate alle emozioni e ai sentimenti del giorno del matrimonio!? Ecco: essere vigilanti non vuol dire aspettarsi un castigo o avere paura, ma significa riportarsi sempre all’incandescenza del primo giorno. Non vi sembra invece che il nostro cristianesimo sia diventato spesso una routine, un’abitudine?

          Perché tanti nostri giovani si allontanano dalla Chiesa? perché lo stiamo riempiendo di gente addormentata, adattata, che da tutto per scontato. Non è questione di immagine, di forme, ma di essersi seduti senza aspettare più nessuno.

          Invece Gesù ha promesso che viene: ha promesso di esserci sempre. Altro che ladri stanno penetrando nella nostra vita cristiana! Siamo noi stessi che svendiamo le cose più belle che abbiamo. Il giorno del Signore lo abbiamo fatto diventare un precetto, anziché un tesoro. La meditazione, la preghiera: un esercizio di yoga.

          C’è gente però che fa sempre da sentinella: il papà e la mamma che non smettono di educare i figli i giovani che fanno volontariato, i barellieri che si dedicano ai malati, gli educatori che si impegnano senza sperare gratitudine.

          Se Gesù ci troverà pronti, cioè se la fede per noi sarà una dimensione normale nella vita, non solo non fa il cecchino, ma si mette a nostra disposizione e ci tratta da re.

 

mons. Domenico Sigalini

http://www.dimensioni.org

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