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Storm, bebé-gender I genitori: «Deciderà il sesso da grande»

Storm, capelli biondi e occhi blu, ha quattro mesi. Altro, non è dato sapere. E non solo a noi, perfetti estranei, ma anche ad amici e parenti: alla nascita del pupo, infatti, i genitori hanno comunicato che non avrebbero rivelato a nessuno il sesso del bambino. Storm crescerà senza sesso, finchè non sarà lui stesso a scegliere cosa intenda essere...


Storm, bebé-gender I genitori: «Deciderà il sesso da grande»

da Attualità

del 30 maggio 2011

 

 

          Storm, capelli biondi e occhi blu, ha quattro mesi. Altro, non è dato sapere. E non solo a noi, perfetti  estranei, ma anche ad amici e parenti: alla nascita del pupo, infatti, i genitori (i canadesi Kathy Witterick e David Stocker) hanno comunicato che non avrebbero rivelato a nessuno il sesso del bambino.

          Presentare Storm come maschio o come femmina, infatti, significherebbe tarpargli le ali, attribuirgli forzatamente un posto nel mondo, determinare arbitrariamente il modo con cui la società si relazionerà con lui. Storm dunque crescerà senza sesso, finchè non sarà lui stesso a scegliere cosa intenda essere: «Un omaggio alla libertà di scelta contro ogni limitazione». L’esperimento, del resto, starebbe già sortendo effetti positivi con i due figli maggiori della coppia, Jazz (5 anni) e Kio (2) che, spontaneamente, hanno finora mostrato gusti femminili (capelli lunghi, colori preferiti rosa e viola). Si precisa che non v’è nulla di ambiguo in Storm: la natura matrigna gli ha «imposto» un sesso, ed è proprio contro di essa che i genitori lanciano la loro sfida.

          Di primo acchito, viene quasi da sorridere: la notizia diffusa ieri è talmente folle da sembrare solo un macabro scherzo, una sciocca provocazione contro stereotipi e luoghi comuni (ma rosa, viola e capello lungo bastano a fare una femmina?). Eppure, sostenitori e sostenitrici dell’ideologia del gender hanno molti e seri motivi per festeggiare. La missione dei genitori canadesi intende infatti dimostrare ciò che il gender teorizza, e cioè che non esistono differenze biologiche tra uomini e donne, essendo la femminilità e la mascolinità costruzioni culturali indotte dalle quali bisogna liberarsi. Eliminando ogni riferimento naturale, tutto dipende da come il singolo si sente e si percepisce – femmina, maschio, entrambi, neutro. Né mancano applicazioni concrete di questa ideologia; la legge spagnola, ad esempio, permette di cambiare nome e sesso sui documenti senza dover ricorrere all’operazione chirurgica: è sufficiente essere maggiorenni, sottoporsi a un trattamento ormonale ed esibire l’attestazione dello psicologo che la persona vive da almeno 2 anni una profonda incompatibilità tra il sesso biologico e quello sentito come proprio.

          Peccato però che la scienza non sostenga l’ideologia del gender. Peccato che gli esperimenti sin qui attuati abbiano avuto esiti tragici. Ma noi crediamo alla scienza solo quando ci fa comodo. In nome del libero arbitrio e del politicamente corretto, siamo euforici nel calpestare 'sul campo' la vita di un neonato. O di una neonata?

Giulia Galeotti

http://www.avvenire.it

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