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Su facebook un gioco per le ultime volontà

Da oggi è possibile fare testamento biologico, anche se solo simbolicamente, in rete. L'applicazione si chiama The Last Wish (L'ultimo desiderio). La cosa può suonare divertente, ma ad un certo punto si apre un documento word dal titolo Testamento biologico...


Su facebook un gioco per le ultime volontà

da Quaderni Cannibali

del 10 marzo 2011

 

 

           Leggiamo la notizia dal Corriere della Sera “Da oggi è possibile fare testamento biologico, anche se solo simbolicamente, in rete. Grazie ad una applicazione di Facebook promossa dall’associazione Luca Coscioni e realizzata dalle agenzie Ninja LAB e Mikamai. L’applicazione si chiama The Last Wish (ovvero l’ultimo desiderio)”.

          Ora, siccome noi sappiamo l’Associazione Luca Coscioni è sempre feconda quando si parla di genialate, decidiamo di capire di che cosa si tratta, e accediamo all’applicazione.

          Ecco cosa appare “The Last Wish è l'ultimo grido in fatto di Personal Branding e Social Media Marketing per la persona”. Bene, invitante. “Hai sempre curato la tua immagine al meglio?” Certamente sì, sono una fashion victim “Casa, giardino, auto?” (Bè lasciamo stare la macchina, per il resto direi che ci siamo). “Quello che ti circonda ha sempre comunicato la tua personalità ricca di stile ed eleganza?”. Ça va sans dire! “Allora non puoi andartene senza curare ogni dettaglio, come si addice a un uomo moderno che conosce l'importanza della propria identità digitale.

          The Last Wish è un servizio che ti permette di gestire al meglio il tuo profilo Facebook in caso tu sia impossibilitato a farlo per gravi motivi”. Cavoli, e chi ci aveva mai pensato che adesso per essere stilée bisognasse occuparsi anche della morte! Io che per sentirmi glamour ho sempre curato fino all’ultimo dettaglio, mi ero scordata il dettaglio veramente ultimo, quello dopo il quale si passa la palla all’Onnipotente. Quanto sono indietro, per fortuna è arrivata l’associazione Luca Coscioni! Andiamo avanti a leggere “Insomma - facendo le corna! - se vai all'altro mondo almeno sulla tua bacheca rimarrà la citazione del tuo poeta preferito, invece delle foto che ti ritraggono ubriaco” Be’ ragazzi, mi trovo di fronte ad un’opportunità unica, anzi direi salvifica!

          Penso al dramma che si consumerebbe qualora andassi all’altro mondo (tra l’altro, da quando per l’Associazione Luca Coscioni esiste un altro mondo?) e amici e parenti, nella più totale anarchia, postassero qualunque cosa sulla mia bacheca? Solo l’idea mi fa rabbrividire, e se l’astemia mi mette al riparo da eventuali fotografie ubriaca, qualcuno potrebbe addirittura tirar fuori una foto di quelle con gli amici al mare, altro che cura della immagine, c’è il rischio che si veda la cellulite, non sia mai. Oppure che so, morire all’improvviso e trovare scritto sulla bacheca dei banali messaggi tipo “ci mancherai”, “ti vogliamo bene”, o ancora peggio “sono sempre i migliori che se ne vanno”. No no, è davvero out. Ma andando avanti scopro un’altra imperdibile possibilità “Potrai anche inviare dei messaggi personalizzati alle persone a cui vuoi più bene, ma soprattutto sfancularti quelle che hai sempre odiato”. Ma che eleganza ragazzi! E che accuratezza, proprio nulla viene lasciato al caso”.

          La prima cosa da fare è nominare due esecutori testamentari, ovvero stabilire chi in caso di decesso (sempre “facendo le corna”) avrà l’onere e l’onore di avviare le pratiche di pubblicazione ed esecuzione delle mie ultime volontà. Leggiamo: “Seleziona i due tuoi esecutori testamentari. Saranno loro ad avviare la procedura quando sarà il momento (facciamo le corna!)”

          Mentre compilo il form iniziano ad arrivarmi dei messaggi di amici preoccupati (evidentemente sulla mia bacheca già appare la mia adesione). Mi scrive Marco su Skype: “Ma cos’è sto The last wish, non porterà un tantinello sfiga?”, “No – gli rispondo – ho fatto le corna come indicato”. La scelta degli esecutori testamentari si presenta subito ardua, chi scegliere? Amici, parenti colleghi? E poi in base a quali criteri? La scelta cade suo mio papà perché mi sa che sarebbe l’unico che oltre a eseguire le mie ultime volontà sarebbe disposto a estinguere miei eventuali debiti, e credo di essere fortunata perché mica tutti possono contare su un papà così avanti da essere su facebook, qualcuno sarà stato costretto a scegliere il compagno di banco delle elementari o l’ex conosciuto in vacanza a Formentera nel ‘95. 

          L’applicazione mi dice che posso anche lasciargli un messaggio, procedo “Ciao papi, sto pensando di lasciare una traccia digitale delle mie ultime volontà e ti nomino esecutore testamentario, sei contento? Non fare gli scongiuri perché ti vedo”. Pochi minuti e rifletto, certo, mio papà è affidabile per le scelte che contano, ma proprio non risponde a quello che dice il messaggio pubblicitario in fatto di immagine: “Quello che ti circonda ha sempre comunicato la tua personalità ricca di stile ed eleganza? Allora non puoi andartene senza curare ogni dettaglio”. Per mio padre il dettaglio non esiste, si confonde il rosa con l’arancione e l’eleganza per lui è il nome uno dei vizi capitali (che per comodità ha sostituito con il meno simpatico “gola”).

          Decido di bilanciare subito nominando come secondo esecutore testamentario la mia amica Laura che in fatto di stile è seconda solo a Carry Bradshow, anche a lei scrivo “Ciao amica, ho pensato di nominarti esecutrice testamentaria, in caso di morte ti va? Oltre alle mie ultime volontà puoi anche tenerti tutte le mie scarpe, non sono il tuo numero ma so che per te non è un problema. Mi raccomando il Rosario nella bara, non quello di Assisi in legno, ma quello blu che ho preso a San Giovanni Rotondo, fa più luce”. Segue telefonata “The last wish? Ma non potevi giocare a Farmville, come fanno tutti?” No – rispondo- devo pensare all’ultimo dettaglio in caso di partenza anticipata l’altro mondo. “Ok, ma sappi che io non ti stacco niente. Ti porto a Lecco dalle suore che si sono prese cura di Eluana”. Ovviamente sapevo di mettermi in mani sicure anche in questo caso.

          Step successivo. “Scrivi ora il tuo Last Wish, che sarà pubblicato sul tuo profilo Facebook come ultimo tuo messaggio in caso di decesso (facciamo le corna!)”. Preciso per chi legge che tutti questi “facciamo le corna” non me li sto inventando io per sbeffeggiare l’applicazione, ci sono davvero. Comunque più che un ultimo desiderio, qui posso scrivere un ultimo messaggio da lasciare in bacheca sempre in caso di partenza improvvisa. Così, dopo una lunga e tormentata riflessione ( Metto un pezzo dei Queen? Una frase di sex and the city? Il motto della mia amica Jessy? ) opto per “Dio mio perdonami”, nell’eventualità in cui, a furia di curare l’ultimo dettaglio, mi sfugga prorpio quello principale.Visto che scripta manent, mi verrà buono al mio incontro con San Pietro.

          E se fino a qui la cosa poteva suonare divertente, da qui in poi non c’è niente da ridere. A questo punto infatti si apre un documento word dal titolo “Testamento biologico ovvero direttive o dichiarazioni anticipate di trattamento o qualsivoglia altro appellativo per il medesimo contenuto”, un documento da brivido che in poche pagine ci dimostra come anche quello che ci vogliono presentare come gioco innocuo, non sia altro che l’ennesimo tentativo di diffondere una cultura eutanasica, stavolta utilizzando un social netword.

          Eccone alcuni estratti “Considero prive di valore e lesive della mia dignità di persona tutte le situazioni in cui non fossi capace di un'esistenza razionale e/o fossi impossibilitato da una malattia irreversibile a condurre una vita di relazioni; e quindi considero non dignitose tutte le situazioni in cui le cure mediche non avessero altro scopo che quello di un mero prolungamento della vita vegetativa. Perciò, dato che in tali circostanze la vita sarebbe per me molto peggiore della morte, voglio che tutti i trattamenti destinati a protrarla siano sospesi o cessati. Considero egualmente non accettabili, in quanto anch'esse peggiori della morte e in contrasto con il mio concetto di valore della vita e dignità della persona umana, situazioni in cui malattie senza prospettive di guarigione siano inutilmente prolungate attraverso cure e metodi artificiali”

          Ed ecco le disposizioni vere e proprie “Dispongo che interventi oggi comunemente definiti 'provvedimenti di sostegno vitale' e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d'urgenza, le trasfusioni di sangue, l'alimentazione artificiale, terapie antibiotiche, non siano messi in atto, qualora il loro risultato fosse, a giudizio di due medici, dei quali uno specialista: il prolungamento del mio morire, il mantenimento di uno stato d'incoscienza permanente, il mantenimento di uno stato di demenza, totale paralisi con incapacità a comunicare.

          In particolare, nel caso io fossi affetto/a da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l'utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali, incluso ogni forma di alimentazione artificiale, e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell'esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto/a ad alcun trattamento terapeutico. Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto/a da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l'uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita”.

          E poi dulcis in fundo, della serie finalmente si parla chiaro: “Nella prospettiva, inoltre, di un'auspicata depenalizzazione, anche nel nostro paese, dell'eutanasia, nel caso in cui anche la sospensione di ogni trattamento terapeutico non determini la morte, chiedo che mi sia praticato il trattamento eutanasico, nel modo che sarà ritenuto più opportuno per la conclusione serena della mia esistenza”.

          Il percorso con ThebestWish finisce con questo messaggio “Nonostante la legge italiana non abbia ancora sancito la validità di questo documento, fai valere le tue volontà”, mentre sulla mia bacheca facebook appare: “Raffaella Frullone ha utilizzato The Last Wish, il servizio innovativo di Personal Branding per il dopo vita. Non essere da meno. Se ci tieni alla tua immagine su facebook, vieni su The last Wish e attiva il servizio gratuitamente”. 

          Io invece, che ci tengo non solo all’immagine, ma come insegna Carla Gozzi, anche al buon gusto, e soprattutto alla reputazione, vado subito a cancellarmi dal gruppo, non vorrei che la prossima volta che scrivo in bacheca “Ho un mal di testa da morire”, mi arrivi un messaggio promozionale per la vendita del kit eutanastico fai da te oppure, facciamo le corna, mi prendano per una che attende con ansia 'un'auspicata depenalizzazione dell'eutanasia nel nostro paese'.

 

Raffaella Frullone

http://www.labussolaquotidiana.it

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