Due ragazzi descrivono una settimana indimenticabile...
Per la rubrica che dà continuità al SYM DON BOSCO 2015, pubblichiamo la testimonianza di due ragazzi dell'Esperienza Live che ci raccontano come hanno vissuto l'incontro mondiale di questo agosto.
Buona lettura!!!
"DON BOSCO: UN SANTO ANCORA VIVO!"
Il 16 agosto 1815 nasceva Giovannino Bosco, un ragazzo destinato a diventare uno dei santi più cari a noi giovani. E come vivere il suo duecentesimo compleanno, se non partecipando al confronto mondiale del movimento giovanile salesiano organizzato per questa occasione a Torino?
È partita così l’avventura che ha coinvolto 5000 giovani da 53 paesi diversi, che dal 9 al 16 agosto hanno vissuto una settimana sulle orme di don Bosco.
Like don Bosco, with the young, for the young. Come don Bosco, con i giovani, per i giovani. Questo lo slogan che ci ha accompagnato durante quest’esperienza e attorno al quale si sono sviluppati i momenti di riflessione e le decine di testimonianze in varie lingue ascoltate durante le mattinate. In particolare quelle del cardinale Luc Van Looy sulla bellezza della vita di don Bosco e sull’ambizione di essere come lui, di madre Yvonne Reungoat su quanto sia importante essere con i giovani per costruire qualcosa di grande insieme, inseguendo i nostri sogni. Infine quella del rettor maggiore don Angel Artime sulla missione di ogni componente della famiglia salesiana per i giovani. Così come a Milano si sta svolgendo l’Expo, anche Torino è stata internazionale per una settimana: le messe venivano celebrate in più lingue, principalmente italiano, spagnolo e inglese, come a sottolineare la globalità dell’opera del santo che non si è limitato ai confini di Torino, ma continua a salvare ragazzi ogni giorno in tutto il mondo. Durante una serata, inoltre, ci siamo confrontati e divertiti con ognuna delle nazionalità presenti, visitando gli stand nei quali ogni ispettoria ha organizzato un’attività per far conoscere i loro giochi e la loro cultura.
Un altro lato importante della nostra esperienza torinese è stata la visita dei luoghi di don Bosco, da quelli in cui è nato a quelli in cui ha compiuto la sua opera. In primis Valdocco, dove ha costruito il suo oratorio e dove tutt’ora è il cuore della famiglia salesiana; i quartieri limitrofi, dove sono vissuti santi e beati a lui contemporanei, ma anche le chiese in cui il chierico Giovanni si recava spesso in preghiera. Qui, è stato possibile vivere momenti di silenzio e riflessione, accompagnati dal nostro gruppo formato da giovani del Triveneto, che abbiamo conosciuto durante la settimana e con i quali ci siamo confrontati sulla straordinarietà dell’esperienza, ma anche sulle fatiche quotidiane, entrando in contatto con le realtà a noi più vicine.
Durante la settimana siamo stati ospiti della casa salesiana “Agnelli”, dove, insieme all’ispettoria romana, abbiamo passato le notti, accampati nelle aule con i nostri sacchi a pelo. Paradossalmente la fatica di dormire sul pavimento ci ha aiutato a cogliere meglio l’essenzialità dell’esperienza.
La settimana si è fatta ancora più interessante gli ultimi due giorni, quando, dopo aver visitato Castelnuovo, abbiamo intrapreso la “Strada del Papa” verso il Colle Don Bosco. Così come più di cento anni fa i ragazzi dell’oratorio erano guidati dal santo durante le passeggiate autunnali, anche noi abbiamo affrontato il cammino al seguito del suo decimo successore, il rettore maggiore.
A Colle ci aspettava una nuova sfida: dormire in accampamenti “di fortuna” e vivere in comunione la veglia, preludio al giorno del compleanno di don Bosco. Nonostante il temporale, la gioia di 5000 giovani, costretti a dormire persino nella basilica, non si è spenta; ma ha aumentato la comunione tra le diverse nazioni, in aiuto reciproco, sotto la protezione mariana. Dopo aver ricevuto la “buonanotte” dal rettore e dalla madre generale infatti, siamo usciti, sotto la pioggia, per festeggiare a mezzanotte i duecento anni del nostro santo con canti e balli.
La mattina successiva, di fronte alla basilica, insieme a dodicimila persone provenienti da tutto il mondo, abbiamo vissuto la Santa Messa a conclusione dell’anno del bicentenario, accompagnati dall’immensa passione che i salesiani e le figlie di Maria Ausiliatrice ancora oggi hanno per noi giovani, di fronte alla quale non si può rimanere impassibili.
Francesco Dorigo - Alice Dusso
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