Ma chi è l'innamorato delicato quanto i suoi fiori, che non sa più cosa inventarsi per attirare la mia attenzione?
Capita spesso di assistere a scenette di cui, se non stai attento, ti sfugge il messaggio e non riesci a coglierne l’insegnamento che vi si nasconde.
Questa mattina, nel fare la mia quotidiana “camminata”, per vari chilometri lungo tutta la strada sono stato accompagnato da alberi, per lo più robinie, che mi offrivano la bellezza dei loro rami ancora carichi di fiori, rami che in continuazione, sollecitati anche dalla brezza mattutina, allietavano il mio passaggio con i loro fiori cadenti. “Questo petalo bianco, per onorarmi e cadermi sulla spalla proprio ora, da tutta la stagione ha aspettato sul ramo il mio passaggio”.
Perfino i fiori caduti e ammucchiati lungo il marciapiede, attiravano la mia attenzione non solo e non tanto per la loro presenza variopinta, ma anche per la composizione strana e curiosa, formatasi grazie alla collaborazione del vento. Angoli di strada, vere tavolozze del Pittore.
Ma chi è l’innamorato delicato quanto i suoi fiori, affascinante quanto discreto, così invaghito di me che non sa più cosa inventarsi per attirare la mia attenzione, per conquistare il mio sguardo, per afferrare questo mio cuore che tende a distrarsi dal suo amore!?!
Ma non sai chi sono io? – gli chiedevo proponendogli la mia miseria. Mi rispondeva: tu non sei quello che tu pensi di te, né sei ciò gli altri conoscono sul tuo conto; tu sei colui di cui Dio è innamorato pazzo.
Ecco il tuo nome; ecco la tua identità.
p. Andrea Panont
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